
La manifestazione del centrosinistra a Roma per Gaza e lo Stato palestinese ha suscitato polemiche per la violazione del silenzio elettorale da parte di Pier Luigi Bersani, che ha espresso sostegno ai referendum indossando un cappellino con la scritta "SÌ". - Unita.tv
La manifestazione del centrosinistra a Roma sabato 7 giugno, dedicata al sostegno della popolazione di Gaza e al riconoscimento dello stato palestinese, ha assunto rapidamente una connotazione politica in vista dei referendum previsti per l’8 e 9 giugno. Nonostante la legge imponga un periodo di silenzio elettorale, alcuni comportamenti e dichiarazioni hanno acceso un acceso dibattito sull’opportunità politica del gesto di Pier Luigi Bersani, ex ministro ed esponente di spicco del centrosinistra.
La legge sul silenzio elettorale e i limiti imposti ai politici
La normativa vigente, in particolare l’articolo 9-bis della legge 10/1985, vieta qualsiasi forma di propaganda elettorale in luoghi pubblici nelle 24 ore che precedono l’apertura dei seggi. Lo scopo è evitare pressioni o influenze sull’elettorato nell’immediatezza del voto. Questa disposizione si applica sia a comizi, manifestazioni che a comunicazioni diffuse su canali pubblici. Nel contesto dei referendum del 2025, l’evento del 7 giugno avrebbe dovuto mantenere un carattere esclusivamente umanitario, evitando qualsiasi richiamo diretto alle singole questioni referendarie.
Monitoraggio e rispetto della normativa
In questo quadro, ogni partecipazione pubblica di figure politiche deve essere monitorata per garantire il rispetto del silenzio elettorale. Lo sappiamo, non è raro che episodi oltrepassino queste regole, alimentando polemiche e discussioni sulla legittimità delle forme di comunicazione adottate nelle fasi elettorali.
Il gesto di Bersani e le parole che hanno acceso la polemica
Pier Luigi Bersani, presente a piazza San Giovanni durante la manifestazione, ha pubblicato diversi messaggi sui suoi profili social che hanno scatenato la reazione di critici e avversari politici. Bersani ha descritto la partecipazione come una “marea umana del centrosinistra” e ha sottolineato che il corteo non rappresentava un gesto di antisemitismo, ma una protesta contro il massacro in Gaza. Una premessa che sembrava raccordarsi con lo spirito umanitario dell’evento.
La dichiarazione contestata
Tuttavia, a provocare indignazione è stata la frase successiva, nella quale Bersani ha collegato chiaramente il corteo ai referendum, affermando: «È la stessa gente che dice sì alla dignità del salario, sì alla cittadinanza di chi studia, lavora e paga le tasse qui. È tutta gente che domani andrà a votare.» Questa dichiarazione si è rivelata una violazione palese della normativa sul silenzio elettorale, perché introduceva un messaggio evidente di sostegno al fronte del sì in relazione ai quesiti referendari.
Il cappellino rosso e l’immagine che ha amplificato la polemica
A rendere più evidente il carattere politico dell’intervento è stata la scelta del capo d’abbigliamento di Bersani. L’ex ministro è stato fotografato con un cappellino rosso con la scritta “SÌ”, mentre partecipava a un’intervista televisiva su Rai Agorà. Le immagini, diffuse sui suoi social, mostrano Bersani sorridente, circondato da attivisti e telecamere, in una situazione che per molti ha assunto i contorni di un vero e proprio spot elettorale mascherato da manifestazione a sfondo pacifista.
Questa circostanza ha alimentato la critica da parte di forze politiche avverse, che hanno denunciato l’uso scorretto e illegittimo della piazza e dell’evento per promuovere messaggi referendari fuori termine. Il gesto ha prolungato il dibattito sull’etica della comunicazione politica nelle ultime ore prima del voto e sulla capacità di rispettare le norme che regolano la parità e la correttezza nella campagna elettorale.
Effetti sull’opinione pubblica
L’episodio resta uno dei casi più discussi di questa tornata referendaria, con effetti sul clima politico a poche ore dall’apertura delle urne. I riflettori restano puntati sulle modalità con cui i gruppi politici continueranno ad approcciarsi al voto e alle norme previste.