Rapina da 3 milioni di euro sulla statale aurelia: maxi operazione carabinieri con 11 arresti in nove province
Un colpo da 3 milioni di euro sulla statale Aurelia a San Vincenzo ha portato all’arresto di 11 persone in un’operazione dei carabinieri, dopo una rapina violenta e ben pianificata.

Una rapina violenta e ben pianificata sulla statale Aurelia vicino a San Vincenzo ha fruttato 3 milioni di euro; l’operazione dei carabinieri ha portato all’arresto di 11 persone coinvolte. - Unita.tv
Un colpo da milioni di euro ha scosso la statale Aurelia nei pressi di San Vincenzo, Livorno, la sera del 28 marzo. Due furgoni portavalori sono stati bloccati da un’azione violenta e ben organizzata. I rapinatori hanno usato esplosivi e armi da assalto per costringere i vigilantes alla fuga e riuscire a portare via il bottino. Le autorità hanno reagito con un’operazione articolata che ha coinvolto centinaia di militari e si è conclusa con numerosi arresti in diverse province italiane.
Il colpo sulla statale aurelia: esplosione e assalto sotto il fuoco delle armi
La rapina sulla statale Aurelia è stata feroce e calcolata. La strada era già parzialmente chiusa per lavori, ridotta a una sola corsia, un dettaglio che i criminali hanno sfruttato per bloccare i furgoni. Al momento giusto, hanno piazzato un ordigno esplosivo che ha fatto divampare un incendio e causato un frastuono che ha attirato l’attenzione di molti. L’esplosione ha fatto scattare il panico tra i vigilantes, costretti a scappare mentre sulla scena venivano sparati colpi di armi da assalto.
Pianificazione e dinamica del colpo
Il tempismo e la precisione nell’uso dell’ordigno indicano una pianificazione dettagliata e una conoscenza approfondita del percorso dei portavalori. La rapina ha fruttato circa 3 milioni di euro in contanti. Mentre le fiamme avvolgevano il veicolo, i rapinatori sono riusciti a caricare il denaro e a scappare, lasciando dietro di sé una superstrada paralizzata e una scena di caos.
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Le immagini amatoriali che hanno immortalato la rapina e la risposta delle forze dell’ordine
Testimoni che si trovavano a distanza di sicurezza hanno registrato video dell’assalto. Le immagini mostrano uomini con volto coperto da passamontagna, esplosioni e momenti di panico. Le urla e il rumore delle armi hanno reso drammatica quella serata. Questi filmati si sono rivelati importanti per mettere insieme i primi elementi dell’indagine.
I carabinieri di Livorno hanno avviato una serie di investigazioni accurate. Nei giorni successivi al fatto, hanno condotto pedinamenti, intercettazioni telefoniche e diverse operazioni sotto copertura che hanno permesso di ricostruire la dinamica e riconoscere i responsabili. Sono stati 32 giorni di lavoro serrato, scanditi dalla raccolta di prove e testimonianze incrociate.
Maxi operazione all’alba: 11 arresti in 9 province
All’alba di oggi, 300 militari dei carabinieri sono entrati in azione per eseguire 11 arresti in altrettante province italiane. I fermati sono tutti italiani, di età compresa tra 33 e 54 anni, con origini sarde. Le accuse nei loro confronti riguardano la rapina pluriaggravata. Ognuno aveva un ruolo preciso: c’è chi ha piazzato l’ordigno, chi ha sparato usando armi da guerra, e chi ha orchestrato il tamponamento con un furgone per animali, che poi è stato dato alle fiamme, servendo da diversivo per l’azione.
Dettagli sull’organizzazione criminale
Altri membri del gruppo hanno fabbricato alibi falsi, rubato veicoli e monitorato i furgoni portavalori per mesi prima del colpo. L’azione coordinata ha richiesto capacità di inganno, conoscenza del territorio e determinazione. L’operazione dei carabinieri ha seguito le tracce lasciate dal gruppo e ha fatto emergere un’organizzazione capillare, con una pianificazione studiata nei dettagli.
Allo stato attuale, le indagini sono in corso per ricostruire ogni fase dell’assalto e verificare eventuali altri coinvolgimenti. La risposta delle forze dell’ordine dimostra un impegno concreto nel contrastare azioni del genere, garantire sicurezza sulle vie stradali e assicurare alla giustizia chi mette a rischio la vita di chi lavora nei trasporti di valori.