Raoul Bova starebbe pensando a una doppia azione legale contro Ryanair e la squadra di calcio Napoli per la diffusione senza permesso di suoi messaggi vocali privati diventati virali online. La vicenda ha attirato l’attenzione per l’uso a scopo promozionale e ironico di contenuti personali dell’attore che ha reagito con fermezza.
Raoul Bova pronto a difendere la propria immagine da uso improprio di vocali
Secondo Repubblica, Raoul Bova è in procinto di muovere una causa civile doppia nei confronti di Ryanair e della SSC Napoli. Il motivo è la diffusione non autorizzata di vocali privati, inviati alla modella Martina Ceretti, poi finiti su piattaforme social scatenando reazioni e viralità. Sebbene i contenuti fossero privati, sono stati ripresi da brand e pagine per operazioni di marketing e ironia, senza il consenso dell’attore che si sarebbe sentito leso pubblicamente.
Le registrazioni audio, definite personali e confidenziali, hanno suscitato forte attenzione sui social diventando virali nelle ultime settimane. L’utilizzo distorto come strumento promozionale ha colpito la reputazione di Bova, portandolo a valutare la richiesta di risarcimento per danno d’immagine. Il suo disagio nasce anche dal modo in cui queste clip sono state sfruttate: non come parodie o tributi, ma direttamente come contenuti “rubati” senza autorizzazioni.
I casi specifici che coinvolgono Ryanair e il Napoli
Due episodi specifici hanno innescato la decisione dell’attore di prendere misure legali. Il primo riguarda Ryanair Italia che, con un tweet rivolto ai propri clienti, ha citato una frase tratta da uno dei messaggi vocali di Bova. Lo scopo era promuovere un’app della compagnia con un tono leggero e scherzoso. Questo uso ha sollevato critiche per aver sfruttato contenuti privati senza consenso.
Il secondo episodio è legato al club Napoli che ha pubblicato un video su TikTok con immagini calcistiche, accompagnate dalla voce di Bova estratta dallo stesso materiale audio contestato. Nel video compare anche il calciatore Kevin De Bruyne. L’uso di quell’audio con finalità ironiche e promozionali ha contribuito ad aggravare la questione, sollevando dubbi sull’appropriata gestione di contenuti di terzi da parte del club.
Fonti legate all’attore hanno precisato a Repubblica che non si tratta di una semplice parodia ma di un utilizzo diretto di materiale personale. I legali di Bova, con a capo l’avvocato David Leggi, sostengono che questa pratica abbia scatenato “un’ondata illecita” sul web, con conseguenze gravi per la reputazione e la privacy di chiunque.
Riflessioni legali e sociali sulla diffusione incontrollata dei contenuti privati
L’avvocato Leggi ha sottolineato all’Ansa come la situazione abbia aperto un dibattito sulle modalità di gestione e circolazione dei contenuti personali online. Ha definito il web come un “nuovo far west” privo di regole e tutele adeguate, capace di coinvolgere anche familiari e minori in casi di diffusione incontrollata e spesso dannosa.
Secondo gli avvocati di Bova, il sistema attuale non distingue tra cronaca legittima e un voyeurismo di bassa lega che genera ulteriore danno morale. La questione evidenzia limiti nella normativa e una cultura digitale che finisce per violare riservatezza e dignità individuale facilmente. La situazione di Bova potrebbe diventare un esempio per casi analoghi di utilizzo improprio di contenuti multimediali privati sui social e nelle campagne pubblicitarie.
Ad oggi non si conoscono dettagli precisi sulle prossime mosse legali, anche se il confronto tra le parti sembra inevitabile. Intanto la vicenda continua a essere un tema rilevante nel dibattito su diritti, privacy e responsabilità delle aziende e degli account social nel rispetto delle immagini e delle parole altrui.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi