La Rai si prepara a cambiare le regole per la regia dei suoi programmi più noti, riservandola esclusivamente ai professionisti interni. Una svolta che scatterà dal prossimo anno e che sta già scatenando polemiche tra gli addetti ai lavori. A rischio ci sono nomi storici della tv pubblica, con programmi come “I Fatti Vostri” e appuntamenti di peso come il Festival di Sanremo che potrebbero cambiare pelle. Dietro questa scelta c’è soprattutto la volontà di risparmiare, ma in molti temono che senza l’apporto di esperti esterni la qualità e la creatività ne risentano.
Fuori i registi esterni: addio a figure simbolo della tv italiana
Secondo la nuova direttiva interna, la regia dei programmi Rai sarà affidata solo a chi lavora dentro l’azienda, bandendo registi esterni. Questo mette in difficoltà professionisti storici che hanno segnato la televisione pubblica. Michele Guardì, per esempio, rischia di perdere il ruolo che ricopre da decenni a “I Fatti Vostri”. È lui che ha contribuito a fare di quel programma un punto fermo del mattino per milioni di spettatori.
Anche Duccio Forzano, da anni dietro la regia di “Domenica In” e di molte edizioni del Festival di Sanremo, potrebbe finire fuori gioco. La sua esperienza ha accompagnato tante serate importanti Rai, e la sua possibile uscita di scena sta creando malumori dentro l’azienda, perché con lui si perderebbe un patrimonio di competenze.
Questi cambiamenti segnano una linea netta nella gestione dei programmi. Professionisti come Guardì e Forzano hanno spesso portato idee fresche e stili diversi, un elemento che ha aiutato la Rai a mantenere alta la concorrenza sul mercato televisivo. Escluderli potrebbe ridurre la varietà e la qualità dei prodotti che arrivano sullo schermo.
Sanremo 2025 in bilico: rischi per la coppia Conti-pagnussat
Al centro delle preoccupazioni c’è Sanremo 2025. Carlo Conti, conduttore storico, ha sempre lavorato a fianco di Maurizio Pagnussat, regista esterno e figura chiave dietro molte sue produzioni, compresa l’ultima edizione del Festival. La nuova regola che vieta registi esterni mette a rischio questa collaborazione.
La coppia Conti-Pagnussat ha garantito continuità a uno degli show più importanti d’Italia. Se non si riuscirà a confermare questo legame, si aprirà una fase di incertezza sulla direzione artistica e sulla qualità dello spettacolo. Potrebbe saltare un meccanismo collaudato, con ripercussioni pesanti sull’organizzazione e sull’impatto mediatico di un evento seguito da milioni di italiani.
Non solo Sanremo: anche altri progetti con Conti potrebbero risentirne. Eliminare figure di riferimento esterne costringe la Rai a cercare alternative che potrebbero non essere all’altezza delle esigenze di conduttori e staff. La tensione cresce in attesa di una decisione ufficiale sul futuro di Pagnussat.
Il “polo regia” Rai: risparmiare senza perdere troppo
La scelta di puntare solo su registi interni fa parte del progetto “polo regia”. L’obiettivo è tagliare i costi eliminando i contratti con registi esterni, anche quelli con esperienza consolidata. Si vuole creare un gruppo stabile, tutto interno, che gestisca tutte le produzioni, riducendo così spese e complicazioni.
Il piano sfrutta le risorse già presenti in azienda, con l’idea di evitare uscite economiche per collaborazioni esterne. La direzione produzione, guidata da Cunsolo, difende questa scelta come necessaria in tempi di bilanci stretti. Si punta anche a tenere tutto sotto controllo, dalla regia alla produzione.
Ma i problemi emergono sul lato creativo. Limitarsi al solo personale interno rischia di tagliare fuori idee nuove, innovazioni e l’esperienza maturata in anni di grandi eventi. Professionisti come Pagnussat, Guardì e Forzano hanno competenze difficili da sostituire in poco tempo.
Molti operatori interni dovranno fare da soli, senza il confronto con chi porta esperienze diverse. Così si rischia di avere meno soluzioni tecniche e narrative, e alla fine un prodotto meno ricco e accattivante per il pubblico. Il “polo regia” fa risparmiare, ma mette la Rai davanti a un rischio creativo non da poco, soprattutto quando si parla di eventi come Sanremo.
Tensioni e possibili ripensamenti: la sfida di un cambiamento complicato
La rivoluzione coinvolge anche i rapporti interni, e i professionisti esclusi non nascondono il disagio. Per ora non ci sono reazioni ufficiali, ma l’aria resta tesa.
Cunsolo e la direzione produzione mantengono la linea dura, ma non mancano segnali che in futuro si potrebbe tornare indietro, soprattutto se i problemi organizzativi o creativi dovessero diventare troppo grandi. La direttiva rischia di scontrarsi con resistenze anche forti.
Carlo Conti ha davanti un problema concreto: perdere Pagnussat significherebbe dover riorganizzare tutto in poco tempo. Qualcuno sostiene che Conti stia già pensando a un piano B per assicurare la qualità del Festival senza intoppi.
La Rai si trova così a un bivio importante, in una fase di cambiamento che resterà poco visibile al grande pubblico ma che potrebbe cambiare il volto della sua produzione. Nei prossimi mesi si capirà se il “polo regia” riuscirà a mantenere l’equilibrio tra risparmio e qualità o se serviranno aggiustamenti.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Rosanna Ricci