Al Festival di Locarno 2025, il regista rumeno Radu Jude ha presentato un film che ribalta completamente l’immagine classica di Dracula. Non è la solita storia del conte vampiro. Tre ore di viaggio visivo e narrativo, con scene provocatorie, sarcasmo e forti richiami politici. Jude usa il mito per parlare di cose più grandi, confondendo e a tratti irritando lo spettatore con un flusso incessante di immagini e dialoghi.
Dracula in pezzi: capitoli e volti diversi
Il film si divide in capitoli, ognuno con una versione nuova del vampiro. Niente a che vedere con il Dracula di Stoker. Tutto parte da un giovane sceneggiatore che discute con un’intelligenza artificiale finta su come rinnovare il mito. Da lì emergono diverse incarnazioni, che si susseguono senza una trama precisa, ma con tante digressioni e esperimenti.
Il vampiro cambia forma: è prete, padrone di fabbrica, attore e altro ancora. Gli attori lo interpretano con uno stile volutamente distaccato, leggero, quasi grottesco. Così il personaggio perde ogni fascino oscuro. Jude vuole smontare il mito, cancellando glamour e drammaticità.
Il conte tra satire e gag
Tra gli interpreti di Dracula c’è un uomo anziano e poco attraente, che appare soprattutto in un locale di spogliarelli. Qui, insieme a una vampira punk tatuata, cerca di tirare avanti con un lavoro notturno. In una scena chiave, i due vengono inseguiti in città da persone armate di paletti di legno. Una caccia al mostro che richiama Frankenstein, protagonista del prossimo film di Jude con Sebastian Stan.
Le trovate comiche e lo stile da cinegiornale di serie B, a tratti alla Benny Hill, servono a sdrammatizzare e a mettere in risalto la durezza con cui si smonta il personaggio. Non è un film horror, ma una satira tagliente sul vampiro, ormai simbolo logoro e stereotipato.
Dietro il mito, la realtà politica e sociale
Il film va oltre il mito e si fa specchio della realtà politica e sociale, soprattutto in Romania e nell’Europa dell’Est. Ci sono preti-vampiri che abusano di donne, agricoltori alle prese con installazioni grottesche di enormi organi sessuali maschili, simbolo di lavori precari.
Un episodio chiave mostra il vampiro-imprenditore alle prese con una protesta sindacale, che cerca di sedare con la violenza più spietata. Non mancano battute pungenti su Ceausescu e citazioni della storia recente del paese. Jude usa immagini forti, tra sangue e scene erotiche, per sottolineare una critica che è anche attualissima.
Un ritmo frenetico e dialoghi serrati: un film che sfida lo spettatore
La sceneggiatura è piena di dialoghi veloci e scene sovraccariche di dettagli e simboli. La narrazione avanza per accumulo, creando un vortice di stimoli che può risultare pesante da seguire. Molti riferimenti politici e culturali restano sullo sfondo o si perdono nella rapidità del montaggio.
Nonostante tutto, il messaggio emerge chiaro: il potere, la religione e la storia vengono messi alla berlina senza sconti. Jude lascia aperta la riflessione su un futuro incerto, fatto di smarrimento e lotte continue. Dracula diventa così uno specchio per guardare e criticare il mondo, dentro e oltre i suoi confini tradizionali.
Ultimo aggiornamento il 12 Agosto 2025 da Andrea Ricci