Lorenzo Venera, conosciuto come Amnesia e volto noto del talent Amici di Maria De Filippi, è stato condannato a quattro anni di reclusione per maltrattamenti aggravati contro la sua ex compagna. La vicenda, che ha avuto luogo a Torino, ha portato alla luce una drammatica storia di violenza domestica. La donna ha deciso di rompere il silenzio e raccontare gli abusi subiti in quella che sembrava una relazione normale, ma che si è trasformata in un incubo fatto di minacce e paura.
Una relazione segnata da violenze e minacce continue
La relazione tra Venera e la sua ex compagna è iniziata nel 2017, ma ben presto è degenerata in un clima di violenze fisiche e psicologiche. La donna ha raccontato di essere stata minacciata di morte e insultata senza sosta. Un episodio particolarmente grave è avvenuto durante una lite, quando il rapper l’ha afferrata per il collo e le ha sferrato un pugno alla bocca. Le urla hanno attirato l’attenzione di una vicina, che ha chiamato i Carabinieri. Inizialmente la vittima ha rifiutato di denunciare, ma poi ha deciso di collaborare per mettere fine a quel tormento. Il processo ha confermato che quei maltrattamenti erano la regola, non l’eccezione.
La vittima chiede giustizia e risarcimenti
Durante il processo, la donna si è costituita parte civile, chiedendo non solo giustizia, ma anche un risarcimento per sé e per la figlia. La corte di Torino, guidata dalla giudice Elisabetta Chinaglia, ha accolto le richieste e ha stabilito un risarcimento provvisorio di 10 mila euro per la donna e 5 mila per la bambina. È stata ascoltata anche una testimone, un’ex convivente di Venera, che ha confermato simili episodi di violenza e minacce. Le parole della vittima hanno dipinto un quadro di terrore e sopraffazione, fatto di schiaffi, insulti pesanti e continue intimidazioni.
Minacce agghiaccianti e la sentenza che fa chiarezza
Tra i momenti più inquietanti emersi in aula, la donna ha raccontato di minacce con riferimenti a casi di cronaca come quelli di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano, usati per terrorizzarla e farle capire che ribellarsi poteva avere conseguenze tragiche. Il tribunale ha respinto la linea difensiva che parlava di “episodi sporadici”, definendo invece il comportamento di Venera come sistematico e aggravato. L’avvocato difensore ha annunciato ricorso in appello, ma questa sentenza segna un passo importante nella lotta contro la violenza domestica, anche nel mondo dello spettacolo.
Questa vicenda si inserisce in un più ampio dibattito sulla necessità di dare voce a chi subisce abusi, soprattutto quando si tratta di personaggi pubblici. La condanna di Venera richiama l’attenzione sul problema dei maltrattamenti nelle relazioni e sottolinea quanto sia fondamentale denunciare subito, anche quando la paura vorrebbe far tacere. Nonostante la pena e il risarcimento, resta un segno profondo, che racconta la difficoltà di chi cerca di rialzarsi dopo la violenza.
Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2025 da Andrea Ricci