Il programma “Quarto Grado” ha mandato in onda un’intervista a Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, la giovane di 26 anni trovata morta a Garlasco nel 2007. Sempio è tornato a parlare di alcuni aspetti controversi legati alle indagini, in particolare dello scontrino emesso il giorno del delitto e dell’intervento dell’ambulanza durante uno dei suoi interrogatori, episodi mai approfonditi nei verbali ufficiali.
Chiarimenti di Andrea Sempio sullo scontrino e le modalità dell’interrogatorio
Andrea Sempio ha raccontato con precisione come si sono svolti i suoi interrogatori riguardo al caso Poggi. Dal suo racconto emerge che lo scontrino, conservato dalla famiglia e consegnato agli inquirenti, non è arrivato all’interrogatorio in modo immediato. Sempio è stato convocato a Vigevano, accompagnato dal padre, e ha risposto ad alcune domande senza parlare della giornata del delitto. Dopo essere stato mandato a casa, sono arrivati altri inviti a tornare per ulteriori domande. È durante uno di questi ritorni che era presente Mattia Capra, altro amico coinvolto.
Il punto centrale riguarda proprio lo scontrino. Sempio ha spiegato che solo in un secondo momento, mentre rispondeva alle domande sulla giornata, ha menzionato il documento ancora nelle mani della madre e ha chiesto conferma della sua esistenza. Una volta terminato il verbale, si è recato a casa insieme al padre per prenderlo. Di ritorno in caserma, lo scontrino è stato fotocopiato e inserito nel verbale con la dicitura di consegna.
Il racconto spiega la differenza temporale tra le varie fasi: gli interrogatori non sono stati un unico lungo colloquio, ma più fasi intervallate. Tra tutti gli amici ascoltati, Sempio è stato quello trattenuto più a lungo, circa quattro ore, proprio per questi continui spostamenti da e verso Vigevano.
L’episodio dell’ambulanza durante l’interrogatorio descritto da sempio
Sempio ha anche chiarito la vicenda legata all’arrivo di un’ambulanza durante uno dei suoi interrogatori. Ha riferito di non ricordare con precisione se la chiamata sia avvenuta in quell’occasione o in una precedente. Durante l’interrogatorio, già sofferente di febbre da alcuni giorni, ha iniziato a sentirsi male.
Secondo quanto riferito, non è caduto o svenuto ma appariva un po’ debole, confuso, con momenti di perdita di lucidità. Gli agenti presenti hanno quindi deciso di chiamare il soccorso medico. L’ambulanza sarebbe intervenuta solo per verificare la sua situazione, constatando che non c’erano problemi gravi.
Il fatto che nessun verbale abbia dettaglio su questo episodio spiega in parte la confusione o le interpretazioni errate emerse negli anni. Sempio ha messo in chiaro che “non si trattò di un malore improvviso o di incoscienza, come qualcuno ha ipotizzato, ma di una precauzione presa dagli inquirenti per la sua salute.”
Lo scontento di chi segue da anni il caso risiede nel fatto che queste informazioni, che avrebbero potuto chiarire dubbi o confutare alcune ricostruzioni, non siano state pienamente documentate all’epoca. Le parole di Sempio offrono quindi una testimonianza diretta che amplia la conoscenza di alcuni momenti chiave delle indagini.
Questo aggiornamento permette di contestualizzare meglio i tempi e le modalità degli interrogatori e sfatare alcune leggenda nate intorno a certi dettagli dell’inchiesta. Questi elementi tornano a far discutere un caso ancora aperto nella memoria collettiva di Garlasco e dell’intera Italia giudiziaria.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Matteo Bernardi