La morte di Simone De Martinis, poliziotto di 34 anni e appassionato tifoso del Napoli, ha scosso profondamente le comunità di Capri, Roma e Napoli. Il giovane agente era ricoverato presso l’ospedale San Filippo Neri di Roma per la rimozione di un tumore benigno al nervo acustico quando è sopraggiunta una grave emorragia cerebrale che ha compromesso irrimediabilmente il suo stato di salute. Dopo un secondo intervento chirurgico non riuscito, Simone è entrato in coma ed è deceduto venerdì sera.
Il percorso professionale e la passione per il calcio
Simone De Martinis rappresentava un esempio concreto di dedizione sia nel lavoro che nella vita privata. Poliziotto in servizio sull’isola di Capri, era conosciuto per il suo impegno costante nella tutela della sicurezza pubblica e per i rapporti umani costruiti con colleghi e cittadini. La sua figura andava oltre il semplice ruolo istituzionale; incarnava l’identità stessa della comunità locale.
Parallelamente alla carriera nelle forze dell’ordine coltivava una profonda passione per il calcio, in particolare per la squadra del Napoli. Questa passione non si limitava alla semplice tifoseria ma si traduceva in un senso d’appartenenza forte: i colori azzurri erano parte integrante della sua identità personale. Per lui seguire le partite significava condividere emozioni con amici e familiari fino a sentirsi parte viva dei cori degli stadi.
L’intervento chirurgico all’ospedale san filippo neri
Il ricovero all’ospedale San Filippo Neri a Roma era finalizzato alla rimozione chirurgica di un tumore benigno localizzato sul nervo acustico, una procedura generalmente considerata sicura con rischi contenuti. L’intervento aveva come obiettivo eliminare la massa tumorale senza compromettere funzioni vitali o neurologiche importanti.
Durante l’operazione però si è verificata una complicanza grave: un’emorragia cerebrale improvvisa che ha richiesto l’immediato intervento dei medici specialisti presenti nella struttura ospedaliera romana. I chirurghi hanno tentato rapidamente una seconda operazione d’urgenza nel tentativo disperato di arrestare il sanguinamento ma purtroppo senza successo.
Le conseguenze cliniche dell’emorragia cerebrale
L’emorragia cerebrale causata durante l’intervento ha determinato danni neurologici irreversibili su Simone De Martinis. Dopo la seconda operazione infatti lo stato comatoso non gli ha lasciato possibilità reali di recupero funzionale o coscienza.
Le condizioni cliniche sono rimaste critiche fino al decesso avvenuto venerdì sera; notizia che ha provocato sgomento nelle tre realtà territoriali più vicine al giovane poliziotto: Capri dove lavorava quotidianamente, Roma sede dell’ospedale dove era ricoverato ed ovviamente Napoli città simbolica legata ai suoi affetti calcistici più profondi.
La reazione delle comunità locali
La scomparsa improvvisa del poliziotto 34enne Simone De Martinis ha suscitato dolore profondo tra colleghi delle forze dell’ordine capresi che ne ricordano professionalità ed umanità nei rapporti quotidiani con cittadini e turisti sull’isola mediterranea.
Anche nella città eterna sono stati numerosi gli attestati pubblici da parte dello staff medico coinvolto nell’assistenza ma anche dai residenti colpiti dalla notizia drammatica proveniente dall’interno dell’ospedale San Filippo Neri dove aveva affrontato quell’intervento delicatissimo.
Napoli vive questo lutto personale come quello sportivo perché dietro ogni tifoso c’è sempre uno spaccato umano fatto da storie comuni fatte anche dal sacrificio silenzioso quotidiano; così viene ricordata questa giovane vita spezzata troppo presto mentre cercava solo risposte concrete dalla medicina moderna.