La discussione tra Michela Giraud e la società sportiva Lazio è esplosa dopo una battuta fatta dalla comica romana nel suo nuovo programma. La gag ha sollevato un vecchio tema legato ai riferimenti ideologici controversi che spesso circondano la tifoseria laziale. Lo scambio di battute tra la comica e il club ha catturato l’attenzione mediatica riproponendo la questione dei rapporti tra sport, politica e identità di tifosi. Qui tutti i dettagli sull’episodio e i precedenti che hanno segnato la storia della Lazio negli ultimi anni.
La battuta di michela giraud durante il suo show su tv8
Il 2025 ha visto l’esordio del programma in & out condotto da Michela Giraud su tv8. La comica ha scelto di reinterpretare in modo ironico il sonetto “S’i’ fosse foco” di Cecco Angiolieri, rinnovando il testo con toni pungenti e riferimenti attuali. Tra le frasi pronunciate, una sabato sera ha attirato critiche e polemiche: “se fossi lazio, sarei una fascia”. La frase gioca sulle parole ma secondo chi l’ha recepita come una frecciata punta agli episodi storici legati al fascismo che alcuni associano alla tifoseria laziale. La battuta ha acceso subito il dibattito tra tifosi e addetti ai lavori, contribuendo a un confronto più ampio che coinvolge sport e memoria storica.
Michela Giraud, celebre per la sua comicità tagliente e tifosa della roma, non ha esplicitamente aggiunto altri dettagli o spiegazioni subito dopo la gag. Il programma ha ottenuto ascolti notevoli anche grazie allo stile diretto e provocatorio della conduttrice, capace di toccare temi sensibili come quello appena emerso. La battuta si inserisce su uno scenario già complesso, dove l’attribuzione della Lazio a riferimenti neofascisti rappresenta una questione aperta che periodicamente riemerge sotto i riflettori.
La replica ufficiale della lazio e il confronto pubblico sui social
La società sportiva Lazio, rappresentata dal presidente Claudio Lotito, ha risposto rapidamente alla battuta su X, la piattaforma social ex Twitter. Il club ha condiviso il video dell’episodio con un commento che ha espresso disappunto verso la satira: “perdonaci michela se, anche sforzandoci, non riusciamo a ridere a questa tua ‘battuta’ nuova e originale”. Questo tono, formale ma pungente, ha voluto sottolineare la distanza tra la società e quanto espresso nel programma.
Lotito ha ribadito l’importanza della libertà di espressione in democrazia, invitando comunque al rispetto reciproco nelle opinioni. Nel commento si legge la volontà di mantenere uno spazio aperto al dialogo e alla discussione civile, anche davanti a opinioni critiche. La risposta ha chiuso con un augurio di successo per lo spettacolo di Michela Giraud, mantenendo un registro più leggero nella parte finale.
In risposta, Giraud ha mantenuto un tono giocoso e disteso. Ha ironizzato sul complimento “brillante comica” alcune volte usato per prenderla in giro, proponendo una tregua: “era solo una battuta, facciamo pace? Altrimenti la mia famiglia laziale, a natale, mi rinnega”. L’invito a teatro per il 10 settembre alla Cavea, con promessa di pizze per i tifosi biancocelesti, ha mostrato una volontà di smorzare la polemica e costruire un dialogo non ostile.
Il legame controverso tra lazio, tifoseria e riferimenti politici di destra
La discussione ha riaperto una ferita storica tra Lazio e associazioni con la destra politica. La curva nord laziale è stata al centro di polemiche per decenni, soprattutto per la presenza di gruppi ultras che hanno espresso posizioni politiche dichiaratamente estreme. Questo aspetto è stato osservato e denunciato più volte dai media e dalle autorità sportive.
Un episodio emblematico è rimasto scolpito nel 2019, quando durante una trasferta a Milano alcuni ultras laziali hanno esposto uno striscione con la scritta “onore a Benito Mussolini” proprio in Piazzale Loreto, uno dei luoghi simbolo dell’antifascismo italiano. La società Lazio prese in quel caso le distanze dall’episodio con una condanna ufficiale e prese impegni per evitare simili eventi.
Nel 2017 un altro caso acceso riguarda adesivi apparso allo Stadio Olimpico con l’immagine di Anna Frank che indossava la maglia della Roma. Questi adesivi, apparsi in area destinata ai tifosi laziali, furono duramente condannati dal club che propose iniziative di formazione e di memoria con viaggi ad Auschwitz per centinaia di tifosi giovani, come forma di contrasto all’antisemitismo.
Scontri e azioni contro simboli fascisti nella società lazio
Un ulteriore scontro con i valori della società biancoceleste avvenne nel 2021, quando un collaboratore ufficiale della squadra, falconiere dello staff, fu filmato mentre compiva il saluto romano. La società sospese immediatamente l’uomo e rilasciò una dichiarazione di rigetto verso atti simbolici legati al fascismo. Episodi come questi hanno contribuito a tenere alta l’attenzione pubblica sul tema, confermando la complessità del rapporto tra la Lazio e taluni comportamenti della sua tifoseria.
La vicenda tra Michela Giraud e Lazio conferma quanto sia delicato e attuale il dibattito intorno a simboli e memorie legate al calcio italiano. Lo scambio tra i protagonisti, infatti, ha stimolato nuovo confronto su temi legati al passato e al presente delle società sportive in Italia. La Lazio continua a navigare tra la sua storia e il desiderio di distanziarsi da posizioni estremiste, affrontando giudizi e polemiche.