Piero Chiambretti torna in Rai con “Fin che la barca va”: un’analisi del contesto televisivo attuale

Piero Chiambretti torna in Rai con “Fin che la barca va”, analizzando le differenze tra tv privata e pubblica, sottolineando l’influenza politica nella gestione della Rai e la sua coerenza professionale.
Piero Chiambretti torna in Rai con "Fin che la barca va": un'analisi del contesto televisivo attuale Piero Chiambretti torna in Rai con "Fin che la barca va": un'analisi del contesto televisivo attuale
Piero Chiambretti torna in Rai con "Fin che la barca va": un'analisi del contesto televisivo attuale - unita.tv

Piero Chiambretti ha recentemente fatto il suo ritorno in Rai, conducendo il programma “Fin che la barca va” su Rai3. Questa trasmissione si propone di esplorare l’attualità attraverso uno stile che ha sempre contraddistinto il conduttore, noto per la sua capacità di affrontare temi rilevanti con un approccio originale e incisivo. In un’intervista a Tv Talk, Chiambretti ha discusso non solo del suo nuovo progetto, ma anche delle sue esperienze passate e delle differenze tra le televisioni private e quelle pubbliche.

Le differenze tra tv privata e tv pubblica

Chiambretti ha chiarito le sue opinioni riguardo alle distinzioni tra il mondo della televisione privata e quello del servizio pubblico. Secondo il conduttore, nella tv privata gli sponsor giocano un ruolo predominante, mentre nella tv pubblica è la politica a dettare le linee editoriali. Ha affermato: “Nella tv privata comanda lo sponsor. Nella tv pubblica comanda la politica. Non bisogna accontentarli, ma sapere che esistono”. Questo concetto non è nuovo per Chiambretti, che lo ha già espresso in precedenti interviste, evidenziando come la Rai, a suo avviso, sia influenzata da scelte politiche.

Lottizzazione e influenza politica in Rai

Durante la sua carriera, Chiambretti ha accumulato un’esperienza significativa in Rai, dove ha lavorato per 15 anni. Ha descritto la televisione pubblica come “lottizzata”, un termine che utilizza per sottolineare l’influenza politica che, secondo lui, permea la gestione dell’informazione e del palinsesto. Ha confrontato questa situazione con quella di Mediaset e La7, dove sostiene che la lottizzazione sia pressoché assente. Chiambretti ha affermato che la Rai funzioni come un’appendice del Governo, con la nomina di dirigenti legati a specifiche affiliazioni politiche.

Nonostante queste considerazioni, Chiambretti ha sottolineato di non aver ricevuto pressioni politiche nel suo ritorno in Rai. Ha chiarito che la sua scelta di tornare non è legata a un particolare schieramento politico, ma piuttosto alla sua delusione nei confronti della politica attuale, evidenziata dall’astensione alle ultime elezioni.

La coerenza nel lavoro di Chiambretti

Chiambretti ha enfatizzato l’importanza della coerenza nel suo lavoro, rispondendo a chi lo accusa di riproporre sempre lo stesso format. Ha spiegato che il suo approccio non è “il solito programma”, ma piuttosto una manifestazione della sua coerenza professionale. Ha lavorato in diverse reti, tra cui Rai1, Rai2, Rai3, Rete4, Canale 5, Italia1 e La7, lasciando un’impronta significativa in ogni contesto. Dai Festival di Sanremo a “Chiambretti Night“, il conduttore ha interagito con vari dirigenti e ha affrontato diverse sfide editoriali.

Chiambretti ha concluso affermando che il suo percorso dimostra che chi si concentra sulla creazione di progetti televisivi ha maggiori possibilità di avere una carriera duratura, rispetto a chi è legato a un particolare schieramento politico. La sua esperienza e la sua versatilità sono elementi chiave che lo hanno portato a essere un volto noto della televisione italiana.

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