Home Pete Townshend tra musica, lotta personale e impegno benefico: una carriera in continua evoluzione

Pete Townshend tra musica, lotta personale e impegno benefico: una carriera in continua evoluzione

Pete Townshend, chitarrista degli Who, racconta la sua vita tra successi musicali e sfide personali, inclusa la lotta contro la depressione e il suo impegno per il Teenage Cancer Trust.

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Pete Townshend, chitarrista e compositore degli Who, ha segnato la storia del rock con la sua musica innovativa, affrontando anche sfide personali come la depressione, e continua a impegnarsi in cause sociali, come il sostegno ai giovani malati di cancro. - Unita.tv

Pete Townshend, chitarrista e compositore fondamentale per la storia del rock, ha vissuto una vita segnata da un profondo legame con la musica ma anche da sfide personali importanti. La sua storia inizia a Londra, in una famiglia di artisti, e si sviluppa tra successi con gli Who, battaglie interiori e momenti di solidarietà attraverso la musica. La sua vicenda racconta molto della scena musicale e umana degli ultimi decenni.

Radici musicali e ambiente famigliare a chiswick

Nato a Chiswick, Londra, il 19 maggio 1945, Pete Townshend è cresciuto in un contesto familiare dove la musica era quasi un segno del destino. Suo padre, Cliff Townshend, suonava il sax tenore nei Squadronaires, una banda militare della Royal Air Force molto rinomata per i suoi concerti e tour durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Sua madre, Betty Dennis, era una cantante professionista, fattore che ha sicuramente dato a Pete un contatto diretto con la musica fin dagli anni dell’infanzia. Questo doppio legame con strumenti musicali e voce ha creato un ambiente dove l’esercizio artistico si respirava ogni giorno, oltre ad offrire un modello di riferimento per intraprendere una carriera musicale.

La presenza di genitori musicisti ha fornito a Townshend una solida base tecnica e una profonda familiarità con il mondo dello spettacolo, ma anche un criterio per sviluppare il proprio stile personale. La musica per lui non era solo un passatempo ma una realtà viva da cui trarre ispirazione e disciplina, elementi necessari per i futuri successi sulla scena rock.

La nascita degli who e i primi passi nella musica

Negli anni della scuola, Townshend si avvicina a strumenti musicali meno convenzionali per il rock, come il banjo, che suona nei Confederates, la band jazz tradizionale della sua scuola. In questo gruppo incrocia il percorso con John Entwistle, che diventerà molto presto il bassista degli Who. Questa amicizia segna un momento importante della sua vita musicale: dai banchi di scuola al palco, Townshend e Entwistle costruiscono una connessione fatta di passione condivisa e visioni comuni.

La svolta arriva quando i due entrano nei Detours, gruppo che nel 1964 cambia nome in The Who con l’ingresso di Roger Daltrey e Keith Moon. Pete Townshend assume la guida della band diventando il principale compositore e mente creativa. La sua capacità di sperimentare nuovi suoni e combinare testi intensi con musiche energiche ha definito il carattere degli Who, influenzando tutta una generazione di musicisti. Le sonorità aggressive e le innovazioni sugli strumenti, come le celebri rotture di chitarra durante i concerti, hanno segnato un’epoca nel rock britannico e mondiale.

Non solo chitarrista, Townshend ha saputo trasformare il suo ruolo in quello di leader e visionario, portando gli Who a diventare una delle formazioni più rappresentative degli anni ’60 e ’70 e oltre.

La battaglia personale contro la depressione

La vita di Townshend non è stata solo palco e successi. Nel corso degli anni ha dovuto affrontare un problema che spesso rimane nascosto dietro le luci dello spettacolo: la depressione. In un’intervista rilasciata al “Sunday Times”, il musicista ha parlato apertamente dei suoi pensieri suicidi quotidiani e del percorso difficile che ha affrontato. Racconta che, dopo tre anni di terapia, ha deciso di interromperla e ha trovato nel diario personale un metodo per gestire le crisi e tenere sotto controllo la sofferenza interiore.

Scrivere ogni giorno lo ha aiutato a mettere ordine nei pensieri e a seguire un percorso di auto-riflessione più personale e controllato. Questo atto semplice si è rivelato una valvola di sfogo e un aiuto pratico per affrontare momenti di grande difficoltà.

La scelta di condividere questa parte delicata della sua vita è significativa, perché riduce lo stigma attorno a queste problematiche, soprattutto in un ambiente, come quello della musica rock, spesso associato ad uno stile di vita tumultuoso e poco incline alla fragilità emotiva. Townshend, pur portando avanti la sua arte, ha mostrato come si possa convivere con un disturbo mentale senza abbandonare le proprie passioni e responsabilità.

Il ritorno alla musica e l’impegno per il teenage cancer trust

Dopo quasi tre decenni senza pubblicare singoli come solista, nel marzo 2023 Pete Townshend ha lanciato un nuovo brano intitolato “Can’t Outrun The Truth”. Il pezzo è nato nel 2021 nel suo studio domestico, scritto e prodotto da Rachel Fuller, sua compagna, che ha firmato con lo pseudonimo di Charlie Pepper. La scelta di tornare a incidere con questo progetto è legata a un gesto di solidarietà concreta.

I ricavati provenienti dalla vendita del vinile e da parte dei download digitali sono stati destinati al Teenage Cancer Trust, una fondazione che sostiene i giovani malati di cancro. Pete Townshend ha voluto così impiegare la sua arte per dare sostegno a una causa sociale importante, dimostrando attenzione alle problematiche giovanili nel campo della salute.

Questo ritorno alla musica, anche in veste solista, segnala una volontà di continuare a usare il proprio talento per scopi concreti e altruisti. L’iniziativa ha registrato una buona accoglienza, sottolineando quanto la musica resti un fattore di coinvolgimento e solidarietà anche al di fuori delle dinamiche commerciali tradizionali. Townshend conferma il ruolo cruciale che la musica può avere nel veicolare messaggi e risorse a beneficio di chi si trova in difficoltà.