Il quarto episodio della terza stagione di Star Trek: Strange New Worlds ha sorpreso il pubblico con un omaggio diretto al passato della saga e della televisione americana. Paul Wesley torna a vestire i panni del Capitano Kirk, ma in una versione teatrale, ambientata in un programma olografico che richiama gli anni ’60. Il racconto mescola mistero e rimandi alla serie classica, offrendo un’esperienza insolita rispetto al solito. L’episodio, andato in onda il 31 luglio su Paramount+, è tra i più chiacchierati della stagione per la sua ambientazione originale e il tono particolare.
Un omicidio nello spazio tra atmosfere anni ’60 e tecnologia futuristica
L’episodio si apre con La’an, interpretata da Christina Chong, che accede al nuovo ponte ologrammi dell’Enterprise. Qui si ritrova immersa in un programma chiamato A Space Adventure Hour, che ricrea un set televisivo anni ’60, con scenografie e costumi che rimandano alla fantascienza classica. Ma poco dopo, sul set virtuale, avviene un omicidio. La’an diventa così la detective incaricata di scoprire chi è il colpevole.
La particolarità della simulazione rende il racconto ancora più intrigante: i personaggi olografici somigliano esattamente ai membri reali dell’equipaggio dell’Enterprise. Nel 2260 la tecnologia permette infatti solo di creare ologrammi basati su profili reali inseriti nel sistema. Così vittime e sospetti sono versioni digitali degli ufficiali, ma con ruoli diversi rispetto all’originale.
L’episodio mescola atmosfere vintage, mistero classico e spunti futuristici, dando vita a un’esperienza che diverte e coinvolge chi conosce Star Trek e le serie di fantascienza di un tempo.
Paul Wesley, un Capitano Kirk in pieno stile William Shatner
Nel programma olografico, Paul Wesley interpreta un Capitano Kirk molto teatrale, ispirato alla recitazione di William Shatner nella serie originale. Il suo personaggio si muove a petto nudo tra scenografie colorate e acconciature impeccabili, con battute pronunciate in modo solenne e lo sguardo spesso rivolto all’orizzonte. Ogni gesto richiama lo stile unico con cui Shatner ha dato vita a Kirk negli anni ’60.
Questo ritorno alla versione più iconica, quasi esagerata, di Kirk è un omaggio rispettoso ma anche giocoso. Wesley riesce a catturare quell’energia teatrale e allo stesso tempo a prendere in giro certi cliché, senza perdere di vista il personaggio originale.
Il risultato è un mix di celebrazione e ironia che funziona sia per i fan più accaniti, sia per chi apprezza la fantascienza vintage. La sua interpretazione si inserisce alla perfezione nella cornice meta-televisiva dell’episodio, confermando il suo ruolo da protagonista in questa stagione.
Il cast e i rimandi alla storia della televisione in A Space Adventure Hour
L’episodio coinvolge tutto il cast in un gioco di ruoli che richiama figure reali della storia della tv e di Star Trek. Rebecca Romijn interpreta un’ex attrice diventata produttrice, un chiaro omaggio a Lucille Ball, la leggendaria attrice e produttrice che finanziò il primo Star Trek negli anni ’60.
Anson Mount interpreta il creatore del programma dentro l’ologramma, un evidente tributo a Gene Roddenberry, il visionario che inventò Star Trek. Gli altri membri dell’equipaggio, tra cui Jess Bush, Melissa Navia e Babs Olusanmokun, recitano ruoli che bilanciano ironia e nostalgia, contribuendo al tono affettuoso ma spiritoso dell’episodio.
Questa struttura meta-televisiva permette allo show di esplorare con leggerezza e intelligenza le radici del franchise, mescolando citazioni e riferimenti che parlano sia ai fan di vecchia data sia a chi ama i classici della tv americana.
Quando la fantascienza incontra il cinema retrò
Lo stile visivo e narrativo di A Space Adventure Hour richiama film come C’era una volta a Hollywood, per la capacità di unire estetica vintage e omaggi curati. Costumi, scenografie pop e acconciature esagerate contribuiscono a ricreare l’atmosfera delle produzioni televisive degli anni ’60.
L’episodio si distingue per l’audacia con cui gioca con la propria storia, senza tradirne lo spirito. La scrittura e la regia accettano la parodia, ma sempre con rispetto, celebrando le origini della saga senza perdere il senso del divertimento.
Paul Wesley, perfettamente calato nel ruolo, offre una performance che riscrive il Capitano Kirk in chiave nostalgica ma fresca. Anche il resto del cast si adatta bene al gioco, dando vita a un episodio sorprendente per originalità e brillantezza.
Star Trek: Strange New Worlds porta avanti così una stagione che alza il livello, sapendo guardare al passato con un sorriso ma mantenendo alta l’attenzione su storie che si inseriscono nell’universo più ampio della serie.
Ultimo aggiornamento il 30 Luglio 2025 da Elisa Romano