Home Paternal leave, luca marinelli e juli grabenhenrich: un viaggio tra mare d’inverno, errori e una figlia che cerca il padre

Paternal leave, luca marinelli e juli grabenhenrich: un viaggio tra mare d’inverno, errori e una figlia che cerca il padre

Paternal Leave, il film d’esordio di Alissa Jung, esplora il complesso legame tra Leo e Paolo, padre e figlia divisi dal tempo e dal silenzio, in un’Italia malinconica.

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"Paternal Leave" di Alissa Jung è un film intimo che racconta il delicato incontro tra un padre italiano e la figlia tedesca, ambientato nei paesaggi invernali della costa romagnola, esplorando silenzi, emozioni non dette e la difficile ricostruzione di un legame familiare. - Unita.tv

Paternal Leave racconta una storia di incontri inaspettati e di paesaggi carichi di significati. Luca Marinelli e Juli Grabenhenrich si muovono tra il freddo di un litorale italiano e la fragilità di un rapporto padre-figlia appena nato. Il film esordio della regista Alissa Jung esplora il silenzio, le emozioni non dette e la fatica di ricostruire un legame in bilico tra passato e presente. Ora in sala dal 15 maggio, questo titolo porta sullo schermo un’Italia diversa, fatta di spazi desolati e colori pieni di rimpianto.

Un viaggio tra due culture e un paesaggio che racconta storie

Paternal Leave nasce da un intreccio produttivo tedesco e italiano che si riflette nella narrazione e nella forma del film. Lo stile rigoroso e controllato tipico del cinema tedesco si apre a un calore più contenuto, ma intenso, che arriva dal tocco italiano. Alissa Jung, al suo primo lungometraggio, sceglie di mostrare i personaggi più con gli sguardi che con i dialoghi. La sceneggiatura, firmata da lei stessa, ha una delicatezza rarefatta che lascia emergere le tensioni e le sensazioni attraverso atmosfere visive e sonore piuttosto che con spiegazioni verbali.

Il paesaggio come protagonista

Il paesaggio è un vero protagonista: la costa romagnola nel periodo invernale, con un mare agitato e colori freddi, fa da sfondo a questa storia intimista. Nessuna celebrazione affollata o turistica della riviera, ma piuttosto un luogo quasi estraneo, segnato da una luce grigia e da un vento che sembra portare con sé i ricordi e il disfacimento dei legami umani. Qui si snoda il percorso dei protagonisti, in una scenografia che intreccia malinconia e realtà, tra il rumore delle onde e il silenzio del loro incontro.

Leo e paolo: un padre e una figlia divisi dal tempo e dal silenzio

La trama ruota attorno a Leo, una giovane tedesca che scopre di avere un padre italiano. Senza esitazioni parte e arriva in Italia con un unico obiettivo: conoscerlo. Paolo, interpretato da Luca Marinelli, è travolto da questo ritorno improvviso e fatica a trovare parole o gesti per accogliere Leo. Il rapporto fra loro si sviluppa in un’atmosfera sospesa, fatta di pause e tensioni non risolte. Tra i due c’è una distanza, che non è solo geografica ma anche emotiva. Paolo ha costruito una nuova vita, con una famiglia diversa e una figlia piccola.

Il film mette in scena il confronto tra passato e presente, e come le mancanze di un tempo non cancellano gli errori fatti. Leo rappresenta una generazione che cerca risposte e appartenenza, mentre Paolo incarna i rimorsi di chi ha scelto di allontanarsi e poi si ritrova davanti quel legame negato. L’ambientazione lunga la costa romagnola amplifica questa tensione, con una natura selvaggia che sembra rispecchiare il turbamento dei personaggi. Il mare d’inverno, grigio e inquieto, si fa metafora di quel mondo familiare da ricostruire pezzo dopo pezzo.

Tra le onde di un mare d’inverno

Il mare d’inverno, con il suo colore grigio e inquieto, riflette il tumulto emotivo dei protagonisti e la difficile ricostruzione del loro legame familiare.

Il valore degli errori e la crescita tra sfumature visive e sonore

Alissa Jung si concentra anche sugli errori dei protagonisti, non per condannarli ma per mostrarne la funzione nell’evoluzione personale. Il film parla di responsabilità emotiva con un linguaggio fatto di immagini essenziali e di gesti evocativi. Il punto di vista della regista appare limpido nel modo in cui alterna momenti di fragile vicinanza a scene di solitudine, mettendo in luce la complessità del sentimento umano senza indulgenze.

La fotografia desaturata di Carolina Steinbrecher rinsalda questa atmosfera di sospensione. Le luci spente e i colori spenti rispecchiano un mondo in bilico, mentre la colonna sonora di Dascha Dauenhauer, fra brani originali e la cover finale cantata dall’attore Marinelli, accompagna le emozioni dai toni sommessi. La scenografia di Cristina Bartoletti, tra spazi domestici quasi vuoti e ambienti naturali scarsamente abitati, sottolinea la malinconia che attraversa la narrazione. Questi elementi insieme fanno di Paternal Leave un film dove il non detto diventa linguaggio.

Simboli, metafore e il peso di una relazione da costruire

L’intreccio visivo e narrativo tocca più volte simboli espliciti, come la presenza dei fenicotteri, che nel racconto compiono un ruolo quasi guida. Questi uccelli leggeri e delicati introducono un colore brillante in un universo per lo più grigio, rappresentando il tentativo della figlia di vedere davvero il padre e il desiderio di equilibrio in una relazione nuova. Non sono solo decorazioni ma elementi che ribadiscono il tema centrale del film: la fatica di ricostruire un legame, attraversando i propri errori e riconoscendo la propria umanità.

La fatica di riconoscersi

Il percorso dei protagonisti mostra come riflettere all’interno di relazioni complicate possa portare a un riconoscimento più profondo dell’altro e di sé stessi. Anche nel silenzio o nel distacco è possibile intravedere una strada per la crescita, fatta di comprensione e accettazione. Il film evita facili risposte o risoluzioni nette, proponendo un finale che lascia spazio al sentimento e al futuro da costruire. L’opera, pur non rompendo con certi cliché di un cinema malinconico già visto, si distingue per l’autenticità degli attori e per la precisione con cui racconta un’esperienza familiare complessa attraverso un paesaggio che diventa insieme sfondo e protagonista.