La vicenda di chiara poggi torna sotto i riflettori dopo quasi due decenni. L’omicidio avvenuto a garlasco nel 2007 continua a muovere la giustizia italiana con una nuova fase investigativa che coinvolge andrea sempìo, amico del fratello della vittima. I recenti sviluppi giudiziari mettono in discussione alcune piste già ritenute chiuse e riaccendono l’attenzione su elementi biologici finora analizzati senza risultati definitivi. In questo contesto, emergono dubbi e possibili novità che potrebbero cambiare nuovamente il corso delle indagini.
Dna sui rifiuti ritrovati nella villetta: nessuna traccia di andrea sempìo
Gli accertamenti più recenti hanno riguardato campioni biologici prelevati da oggetti rinvenuti nell’abitazione di via pascoli a garlasco, dove si consumò il delitto. Tra questi materiali figurano vasetti di fruttolo e sacchetti dell’immondizia raccolti dagli investigatori durante le operazioni sul luogo del crimine. Le analisi genetiche hanno evidenziato la presenza esclusiva del dna di chiara poggi e di alberto stasi, ex fidanzato della vittima già condannato in via definitiva per l’omicidio.
Sollievo per la difesa di andrea sempìo
Questa scoperta rappresenta un sollievo per la difesa di andrea sempìo che fin dall’inizio ha negato ogni coinvolgimento nel fatto criminoso. massimo lovati, legale dell’imputato, ha sottolineato come non esista alcun elemento concreto che possa collegare il suo assistito alla scena del crimine o ai reperti analizzati recentemente. Nonostante ciò resta alta la tensione perché gli inquirenti non escludono altre piste o prove ancora da scoprire.
Il dna sotto le unghie della vittima e l’impronta sul muro: dubbi tecnici ed evidenze mancanti
Tra gli aspetti più delicati delle nuove indagini rimangono due prove fondamentali: il dna rinvenuto sotto le unghie di chiara poggi e un’impronta digitale definita “33” trovata su una parete interna della villetta. L’accusa punta sulla possibilità che tecnologie avanzate possano finalmente estrapolare profili genetici prima non identificabili nei test effettuati fino al 2014.
Masssimo lovati mette in dubbio le aspettative scientifiche
Tuttavia masssimo lovati manifesta scetticismo riguardo queste aspettative scientifiche ricordando come nel processo d’appello bis fosse stata depositata una perizia tecnica contraria all’esistenza di nuovi dati utili al caso. Inoltre sull’impronta attribuita ad andrea sempìo egli precisa che anche se confermata questa prova non stabilirebbe un nesso diretto con l’omicidio stesso.
L’incognita della testimone sconosciuta potrebbe riaprire scenari inattesi nelle indagini
Il punto più inquietante per la difesa riguarda invece una possibile testimonianza mai resa pubblica ma circolante tra gli ambienti investigativi come elemento potenzialmente decisivo per lo sviluppo processuale futuro. lovati ha ammesso apertamente questa preoccupazione spiegando come tale figura potrebbe stravolgere quanto emerso fino ad ora creando nuovi problemi giudiziari.
Questa ipotesi alimenta timori sulla tenuta dell’attuale quadro accusatorio soprattutto perché potrebbe portare alla luce fatti o dettagli ignorati negli anni passati ma rilevanti ai fini dell’accertamento della verità sull’omicidio. Di conseguenza tutte le parti coinvolte seguono con attenzione ogni mossa degli inquirenti sperando comunque in chiarezza definitiva senza ulteriori colpi improvvisi nella vicenda già complessa e dolorosa legata alla morte tragica di chiara poggi.