Il 17 giugno 2025, a Milano, è ripreso un nuovo incidente probatorio sul caso di chiara poggi, la giovane trovata morta nella sua casa di garlasco nell’agosto del 2007. Una traccia lasciata sulla porta d’ingresso, mai del tutto chiarita prima, sta tornando sotto i riflettori degli investigatori. Questo elemento potrebbe rivoluzionare le indagini e portare a sviluppi inattesi dopo quasi diciotto anni.
La traccia 10: un residuo organico al centro delle nuove indagini
La cosiddetta “traccia 10” è un’impronta trovata sulla porta di casa di chiara poggi. Nei primi anni di indagini si era pensato contenesse sangue, ma i test hanno rivelato che non c’è emoglobina. Il materiale biologico rilevato resta non completamente identificato e questo ha sorpreso gli investigatori.
Questa impronta non mostra segni di mani insanguinate, quindi l’idea che l’assassino si sia sporco le mani durante l’omicidio potrebbe dover essere rivista. La novità è che la traccia 10 potrebbe fornire un profilo genetico prezioso. Le autorità sperano di estrarre un dna utile per risalire all’identità della persona che ha toccato quella porta la sera del delitto.
Un nuovo punto di partenza per l’inchiesta
Il valore probatorio di questa impronta è stato sottovalutato in passato, ma ora rappresenta un nuovo punto di partenza per l’inchiesta. Per la polizia scientifica si tratta di un elemento da approfondire con tecnologie più avanzate disponibili oggi, con l’obiettivo di mettere fine a un mistero ancora aperto.
Andrea sempio finito nel registro degli indagati, si allarga il quadro investigativo
Il nome di andrea sempio, amico del fratello di chiara, è tornato alla ribalta nelle settimane successive all’avvio del nuovo procedimento. Sempio era già comparso nei fascicoli degli anni scorsi, senza però mai essere formalmente accusato. Il messaggero ha riportato la sua iscrizione nel registro degli indagati connessa alla nuova linea investigativa.
La sua posizione riapre scenari che potrebbero modificare le conclusioni prese finora. Alberto stasi, l’ex fidanzato di chiara condannato a 16 anni, resta in carcere con una sentenza ormai definitiva. Eppure questa inchiesta riaperta potrebbe mettere in discussione i fatti emersi durante il processo e l’interpretazione data al delitto per oltre un decennio.
Gli inquirenti stanno quindi osservando con attenzione i movimenti e le relazioni tra i protagonisti della vita di chiara, nella speranza di individuare elementi capaci di chiarire quel fondale oscuro rimasto irrisolto.
Nuovi accertamenti scientifici e dettagli nascosti negli oggetti di casa poggi
Due periti, denise albani e domenico marchigiani, sono stati incaricati di esaminare i reperti biologici raccolti dalle forze dell’ordine. Oltre alla traccia 10, verranno riaffrontati gli esami su altri campioni rinvenuti alla scena del crimine, come il dna sotto le unghie di chiara e quello su vari oggetti presenti in abitazione.
Oggetti apparentemente banali ma significativi
Particolare attenzione è riservata a elementi che sembrano secondari. Ad esempio, sono stati analizzati i resti di uno yogurt aperto e alcuni biscotti lasciati nella cucina. Questi oggetti apparentemente banali potrebbero indicare orari o movimenti della vittima e aiutare a ricostruire gli ultimi momenti di vita di chiara.
L’obiettivo è mettere insieme ogni piccolo indizio per costruire un quadro preciso di quanto successo quella notte. L’evoluzione delle tecniche genetiche consente di approfondire tracce prima ritenute inutilizzabili o marginali. Questo potrebbe dare risposte oggi assenti e abbandonare un caso rimasto congelato per molti anni.
