Nuovo elemento nei messaggi social potrebbe riaprire il caso dell’omicidio di chiara poggi a garlasco
Nuove prove e testimonianze riaprono il caso di Chiara Poggi, uccisa nel 2007 a Garlasco, mettendo in discussione la condanna di Alberto Stasi e coinvolgendo le cugine della vittima.

Il caso di Chiara Poggi, uccisa nel 2007 a Garlasco, riapre con nuove prove e testimonianze che potrebbero rimettere in discussione la condanna di Alberto Stasi, coinvolgendo anche le cugine della vittima. - Unita.tv
Il caso di chiara poggi, la giovane uccisa nel 2007 a garlasco, torna a scuotere l’opinione pubblica dopo quasi diciotto anni. Un messaggio trovato tra le chat acquisite dalla procura di pavia potrebbe incrinare la condanna a 16 anni inflitta ad alberto stasi, l’unico imputato per l’omicidio. Le indagini si concentrano su nuovi scenari e testimonianze, tra cui il ruolo delle cugine di chiara e alcune rivelazioni raccolte da un supertestimone anonimo. Lo scenario si fa più fitto, con situazioni inedite passate sotto silenzio nelle fasi iniziali del procedimento.
Un messaggio delle cugine potrebbe cambiare le carte nel processo a stasi
Il 13 agosto del 2007 chiara poggi venne trovata morta nella sua abitazione di garlasco. Dopo anni di indagini e due assoluzioni, nel 2015 alberto stasi venne condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio. Ora, un messaggio scritto da paola cappa, cugina della vittima, è finito agli atti e potrebbe incidere sul giudizio. Nel testo, paola scrive «mi sa che abbiamo incastrato stasi», frase che suggerisce una collaborazione o una consapevolezza di elementi compromettenti nei confronti di stasi stessa.
La procura di pavia ha riaperto l’inchiesta per rivedere tutte le prove e le testimonianze. Si torna a scandagliare non solo i fatti relativi all’imputato principale, ma anche le piste meno approfondite all’epoca. Non a caso il comandante dei carabinieri, franco marchetto, già nel 2007 chiedeva di esaminare eventuali collegamenti all’interno della famiglia poggi e tra i parenti più stretti, una proposta allora accantonata. Le gemelle cappa furono sentite subito dopo il delitto e dissero di essere state a casa, ma nessuno verificò se possedessero una bicicletta nera, elemento centrale nella ricostruzione degli eventi quella giornata.
I sospetti sul ruolo delle cugine e il mistero del suv scuro
L’inchiesta ha ricevuto nuova linfa dopo la comparsa di un supertestimone anonimo. La sua testimonianza riporta al centro dell’attenzione le cugine di chiara, e in particolare stefania cappa. Questo testimone ha dichiarato di aver visto stefania in un luogo insolito il giorno del delitto, una circostanza già accennata in passato durante la testimonianza di marco muschitta. Muschitta aveva raccontato di aver notato una ragazza bionda in bicicletta vicino alla casa poggi, assieme a un suv scuro che si aggirava nei dintorni nel pomeriggio dell’omicidio.
La presenza del suv è stata confermata anche da valsamino vignati, commerciante della zona, che dichiarò di aver riconosciuto la madre delle gemelle davanti al suo negozio proprio la mattina dell’omicidio. Questi elementi, da anni trascurati, ora tornano a interessare gli investigatori.
In più, una fotografia circolata di recente che ritraeva le tre cugine vestite di rosso si è rivelata un falso. Si tratta infatti di un fotomontaggio, che ha alimentato sospetti su quanto si sappia realmente dei rapporti tra chiara e le sue cugine. Questo dettaglio aggiunge nuovo mistero sulle dinamiche familiari e il possibile coinvolgimento delle persone più vicine a chiara.
Il lavoro degli inquirenti fra vecchie piste e novità impreviste
Gli investigatori di pavia stanno rivedendo con attenzione tutto il materiale raccolto negli anni. Sono emersi dettagli che, fino a ora, non avevano ricevuto la giusta attenzione. La proposta di franco marchetto di indagare all’interno della famiglia poggi, soprattutto sulle relazioni tra chiara e le cugine, era stata accantonata ma ora è tornata prepotentemente sul tavolo.
Particolare interesse sta suscitando la presenza della bicicletta nera, un elemento non verificato all’epoca riguardo alle gemelle cappa. La sua disponibilità o meno potrebbe gettare nuova luce sugli spostamenti e le azioni compiute quel giorno.
Al contempo, la testimonianza del supertestimone anonimo ha spinto a riesaminare i racconti contrastanti già raccolti, come quelli di muschitta e vignati. L’insieme di queste nuove informazioni fa ipotizzare scenari differenti da quelli accettati a processo e apre lo spazio per approfondimenti che potrebbero modificare la percezione pubblica e giudiziaria su questa vicenda ormai lunga quasi due decenni.