Il programma Ore 14 sera, condotto da Milo Infante su Rai 2, ha dedicato la puntata di giovedì 26 giugno all’approfondimento del caso Garlasco e agli ultimi risvolti sulla morte di Liliana Resinovich. Tra ospiti in studio, telefonate e testimonianze dal territorio, la trasmissione ha ricostruito le novità investigative che tengono ancora alta l’attenzione mediatica su questi due casi irrisolti.
Il focus su Garlasco: analisi genetiche e nuove piste investigative
Durante la puntata Milo Infante ha riassunto gli eventi più recenti riguardanti il delitto di Chiara Poggi a Garlasco. Il caso è tornato sotto i riflettori per via delle indagini che coinvolgono Andrea Sempio, amico del fratello della vittima Marco Poggi. L’inchiesta si concentra ora sulle tracce biologiche trovate durante l’incidente probatorio svolto pochi giorni prima.
Secondo quanto riportato da fonti giornalistiche come il Corriere della Sera, gli esami genetici effettuati sui resti della colazione consumata nella casa dei Poggi la mattina dell’omicidio confermano la presenza esclusiva di Chiara Poggi e Alberto Stasi. Non sono emerse tracce riconducibili ad altre persone presenti in quel momento, inclusa quella dell’indagato Andrea Sempio. Questo dettaglio potrebbe modificare alcune ipotesi precedenti sull’evoluzione degli eventi.
In studio hanno partecipato alla discussione esperti come la criminologa Roberta Bruzzone e il sostituto procuratore Antonio Tanga insieme ai giornalisti Monica Loffredi, Francesco Borgonovo e Candida Morvillo. Il confronto ha toccato anche temi delicati come le accuse rivolte alla famiglia Poggi da parte dei media.
Tensione in famiglia Poggi: accuse mediatiche e reazioni pubbliche
Nel corso della trasmissione è intervenuta telefonicamente Rita Poggi, madre di Chiara, che ha espresso forte disagio per le notizie diffuse nelle ultime settimane contro i suoi familiari. Attraverso l’avvocato Antonio Tizzoni aveva già manifestato critiche verso una campagna mediatica definita “macchina del fango” che avrebbe colpito ingiustamente loro stessi oltre ai figli.
Rita si è soffermata soprattutto sugli articoli usciti nel settimanale Giallo dove vengono avanzati sospetti sul fratello Marco all’epoca diciannovenne accusandolo indirettamente tramite insinuazioni infondate quali un presunto doppio telefono o una relazione segreta tra Chiara ed un amante sconosciuto. Ha dichiarato che questa escalation rappresenta un punto oltre il quale non intendono più tollerare attacchi così pesanti nei confronti della famiglia.
Questi episodi hanno suscitato anche una certa attenzione tra gli abitanti di Garlasco intervistati dai giornalisti durante una breve video-inchiesta andata in onda sempre nel corso del programma Ore 14 sera.
Testimonianze dagli abitanti di Garlasco: dubbi sulla scena del crimine
La video-inchiesta realizzata dalla redazione ha raccolto opinioni contrastanti tra chi vive nel comune lombardo dove avvenne l’omicidio nel 2007. Alcuni residenti mettono in dubbio versioni ufficiali riguardo al ritrovamento degli oggetti legati al caso come il borsone contenente armi recuperate nel canale vicino a Tromello.
Un testimone intervistato parla inoltre delle ambiguità legate al suv nero citato negli anni scorsi nelle cronache locali; secondo lui non sarebbe mai stato guidato dalla madre delle gemelle Cappa come invece era stato suggerito inizialmente ma questa circostanza sarebbe stata mal interpretata o distorta con passare del tempo.
Candida Morvillo sottolinea poi come alcune figure coinvolte siano state dipinte dai social network con etichette negative basate su immagini diffuse dall’ex fotografo Fabrizio Corona all’epoca dei fatti creando così false narrazioni alimentate soprattutto dalle piattaforme digitali contemporanee .
Infine viene ricordata anche la figura chiave del cosiddetto “supertestimone” Muschitta mentre Mattia Capra, amico storico di Marco Poggi, conferma agli inviati televisivi che oggi gli investigatori stanno compiendo attività investigative rimaste ferme anni fa senza approfondimenti concreti fino ad ora.
Aggiornamenti sul caso Liliana Resinovich: indagati e documenti rivelatori
La seconda parte della puntata si è concentrata sulla vicenda tristemente nota legata alla morte a Trieste, avvenuta a gennaio 2022, di Liliana Resinovich. Inizialmente archiviata come suicidio dalle autorità locali, oggi registra importanti sviluppi giudiziari.
Nel registro degli indagati compare infatti Sebastiano Visentin, marito della donna. La procura ipotizza un omicidio maturato dopo aver scoperto i rapporti ripresi da Liliana con Claudio Sterpin, ex maratoneta ottantenne con cui aveva avuto una relazione molti anni prima.
Sterpin stesso è stato convocato recentemente per essere ascoltato dagli investigatori; durante l’interrogatorio ha consegnato alle forze dell’ordine una mail inviata dalla donna poco tempo prima della sua scomparsa contenente versi poetici carichi d’emozione.
La poesia descrive immagini evocative: «Quando non mi vedrai… tu cercami fra i tuoi ricordi… pensa alle nostre canzoni…». Per Roberta Bruzzone questo messaggio può indicare uno stato d’animo segnato da depressione profonda sostenendo quindi ancora valida l’ipotesi suicida pur tenendo aperta ogni possibilità investigativa.
Ore 14 sera continua dunque a seguire queste storie complesse offrendo aggiornamenti diretti dalle fonti ufficiali aiutando pubblico ed esperti ad orientarsi tra informazioni spesso frammentarie o contraddittorie provenienti dal mondo giudiziario italiano.