Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, torna sotto i riflettori grazie a segnalazioni e scoperte recenti. Dopo quasi due decenni dall’accaduto, nuove piste emergono da Tromello, in provincia di Pavia, dove un testimone ha riferito particolari mai emersi prima. Le autorità hanno intensificato le ricerche in aree specifiche legate alla vicenda per trovare elementi che possano chiarire la dinamica del delitto.
La segnalazione che ha riacceso le indagini nella zona di tromello
Il 14 maggio scorso un operaio ha contattato il suo datore di lavoro per raccontare movimenti sospetti vicino a una vecchia abitazione situata in via Fante d’Italia a Tromello. Questo episodio ha subito allertato le forze dell’ordine impegnate nelle ricerche dell’arma presumibilmente utilizzata nell’omicidio della giovane Chiara Poggi. Il luogo indicato è stato sottoposto ad accertamenti approfonditi con l’obiettivo di trovare oggetti utili alle indagini.
Nuova fase investigativa con più testimonianze
L’operaio non è l’unico protagonista della nuova fase investigativa: la segnalazione si inserisce infatti in un quadro più ampio fatto di testimonianze e ritrovamenti che potrebbero cambiare la direzione delle indagini dopo anni senza svolte decisive.
Il ruolo del super testimone e la sua dichiarazione sorprendente
Un elemento cruciale nel rilancio delle investigazioni arriva dalla figura definita come “super testimone”. Questa persona ha fornito informazioni finora sconosciute riguardo al comportamento tenuto da Stefania Cappa, cugina della vittima. Secondo quanto riferito dal testimone, “Stefania avrebbe gettato dietro la casa della nonna un oggetto pesante che potrebbe essere collegato al delitto.”
Questa nuova versione dei fatti non era mai stata menzionata nelle precedenti fasi processuali o investigative ed è stata presa molto sul serio dagli inquirenti. La testimonianza ha indirizzato gli accertamenti verso una zona precisa indicata dal super testimone dove sono state effettuate ispezioni mirate per verificare se vi fossero tracce o reperti riconducibili all’arma usata nell’aggressione mortale.
La credibilità della fonte viene valutata attraverso riscontri sul campo mentre si cerca anche eventuale materiale utile per ricostruire i momenti immediatamente successivi all’episodio criminoso.
Indagini su nuovi reperti
Nel corso delle operazioni nei dintorni dell’abitazione indicata dal super testimone sono stati trovati alcuni oggetti potenzialmente rilevanti: una pinza da caminetto e una testa di mazzetta. Inizialmente si pensava fossero stati recuperati nel letto di un fiume ma poi è emerso che erano conservati presso l’abitazione di un carpentiere egiziano residente nella zona.
L’uomo ha spiegato agli investigatori come quei pezzi metallici fossero stati raccolti già nel 2018 da un canale vicino al luogo segnalato dalla testimonianza recente. Ha aggiunto inoltre che “li aveva tenuti perché potevano sempre tornare utili nel suo lavoro quotidiano come carpentiere.”
Questa dichiarazione collega indirettamente gli attrezzi ritrovati con il punto esatto suggerito dal super testimone durante le sue deposizioni; ora spetta alle autorità stabilire se quegli strumenti possano avere qualche relazione diretta con l’aggressione subita da Chiara Poggi o se rappresentino solo coincidenze accidentali legate alla presenza umana nella zona negli ultimi anni.