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Nuovi dubbi sulla tempistica del delitto di garlasco dopo una testimonianza rilasciata in tv nel 2025

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Il caso di Garlasco, uno dei più noti della cronaca nera italiana, torna a far parlare a quasi diciotto anni dall’omicidio. Un episodio che ha segnato la provincia di Pavia e che ancora oggi mantiene vivi interrogativi su quanto realmente accaduto quella tragica giornata. Una recente dichiarazione rilasciata durante un programma televisivo ha riaperto il dibattito sulla sequenza degli eventi, mettendo in discussione alcuni dettagli fondamentali della ricostruzione ufficiale.

Il contesto dell’omicidio e le indagini iniziali

Nel giugno del 2007, nella cittadina di Garlasco si consumò un omicidio che scosse l’intera comunità locale e attirò l’attenzione nazionale. Il corpo senza vita di Chiara Poggi fu trovato sulle scale interne della sua abitazione. La chiamata ai carabinieri arrivò intorno alle 13:26 da parte del fidanzato Alberto Stasi, poi condannato per il delitto dopo un lungo processo giudiziario.

Analisi delle indagini e delle prove

Le indagini si concentrarono su elementi tecnici e testimonianze raccolte nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere. Nonostante le sentenze definitive abbiano stabilito la colpevolezza di Stasi, numerosi aspetti sono sempre rimasti poco chiari o controversi agli occhi dell’opinione pubblica.

La complessità delle prove emerse durante i processi portò a diverse revisioni ma non riuscì mai ad eliminare completamente i dubbi sul movente e sui tempi esatti degli eventi accaduti quel giorno.

La testimonianza che mette in discussione la cronologia ufficiale

Nel corso della trasmissione Zona Bianca andata in onda nel 2025 è emersa una nuova dichiarazione destinata a scuotere ulteriormente il caso. L’avvocato Massimo Lovati – rappresentante legale di Andrea Sempio, amico stretto del fratello della vittima – ha raccontato un dettaglio personale legato al giorno dell’omicidio.

Lovati ha affermato con fermezza che il 13 agosto 2007 era presente alla fiera di Vigevano dalle ore 11:30 circa ed aveva già sentito parlare dell’accaduto a Garlasco ben prima delle ore indicate nella telefonata ai carabinieri.

“Questa osservazione contrasta nettamente con la versione ufficiale secondo cui l’allarme sarebbe stato dato solo intorno alle ore 13:26 tramite la chiamata effettuata da Stasi per segnalare il ritrovamento del corpo.”

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Implicazioni della testimonianza

La differenza temporale tra le due versioni potrebbe superare le due ore e mezza ed è stata commentata anche dal conduttore Giuseppe Brindisi insieme all’avvocato Antonio De Rensis, difensore storico dello stesso Alberto Stasi.

De Rensis ha sottolineato come questa discrepanza sia rilevante perché potrebbe mettere in crisi tutta la sequenza logica alla base dell’accusa principale contro Stasi durante i processi penali conclusisi negli anni passati.

L’impatto dei nuovi elementi sulla ricostruzione giudiziaria

L’avvocato Lovati si è detto certo dei suoi ricordi personali collegando questo elemento temporale all’esigenza forse non più rinviabile di riesaminare gli orari esatti degli eventi così come erano stati presentati nelle varie fasi investigative e processuali precedenti.

Questo dettaglio apparentemente secondario apre quindi scenari diversi riguardo alla dinamica stessa dell’omicidio o almeno sul momento preciso in cui alcune informazioni cruciali sono state diffuse nell’ambiente circostante alla vittima prima ancora delle autorità intervenute sul luogo.

Written by
Matteo Bernardi

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