Home Nuove rivelazioni sulla morte di Liliana Resinovich: frattura alla vertebra e polemiche sul preparatore anatomico

Nuove rivelazioni sulla morte di Liliana Resinovich: frattura alla vertebra e polemiche sul preparatore anatomico

La scoperta di una frattura alla vertebra T2 nel corpo di Liliana Resinovich, emersa dopo tre anni dall’autopsia, solleva interrogativi sulla gestione del caso e la trasparenza delle indagini.

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La scoperta tardiva di una frattura alla vertebra T2 durante l’autopsia di Liliana Resinovich riapre il caso, sollevando dubbi su possibili errori e mancanza di trasparenza, con accuse rivolte al preparatore anatomico freelance Giacomo Molinari. - Unita.tv

La morte di Liliana Resinovich, scomparsa a Trieste e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022, torna al centro dell’attenzione per un particolare emerso solo ora. Nel corso di un’autopsia si è scoperta una frattura alla vertebra T2, che potrebbe derivare da un incidente durante la procedura, coinvolgendo un preparatore anatomico freelance, Giacomo Molinari. Questa circostanza, emersa in diretta tv da Sergio Resinovich, fratello della vittima, apre nuovi interrogativi sulle modalità di gestione del caso e la trasparenza delle indagini.

La frattura alla vertebra t2 emersa dopo l’autopsia: cosa è successo

L’autopsia effettuata sul corpo di Liliana Resinovich ha evidenziato una frattura alla vertebra T2, scoperta solo dopo oltre tre anni dalla sua morte. Questa lesione non sarebbe stata presente prima dell’intervento e, secondo quanto riferito da Sergio Resinovich durante la puntata del 14 maggio 2025 di “Chi l’ha visto?”, potrebbe essere stata provocata accidentalmente durante la manipolazione post mortem da Giacomo Molinari, preparatore anatomico freelance conosciuto sui social come Sector Jack. L’aspetto più critico riguarda la segnalazione ritardata di questa frattura, che sarebbe stata comunicata solo recentemente, a distanza di più di tre anni e mezzo dall’autopsia.

Il fratello della vittima ha espresso forti dubbi sulla tempestività e serietà dell’intera procedura, ipotizzando anche una mancanza di trasparenza nella comunicazione agli inquirenti. Questa scoperta ha spinto Sergio Resinovich a presentare una querela per falso contro Molinari, con l’accusa di aver nascosto o ritardato informazioni rilevanti. Il caso assume una nuova dimensione proprio perché questa frattura, se involontariamente causata, cambia alcune dinamiche della ricostruzione sulla morte della donna, lasciando aperti nuovi interrogativi su possibili eventi accaduti dopo il decesso.

I sospetti sulla tardiva comunicazione e le implicazioni investigative

La notizia della frattura rimasta inesplorata per anni ha scatenato una polemica anche sulle procedure seguite dalle autorità giudiziarie e sanitarie. Quel ritardo così lungo nella segnalazione potrebbe indicare falle nella custodia delle prove o nella gestione delle informazioni legate all’autopsia. Per Sergio Resinovich è singolare che un dettaglio clinico così importante sia rimasto nascosto per così tanto tempo, proprio in un caso che fin dall’inizio ha attirato l’attenzione per le circostanze misteriose che circondano la scomparsa e la morte della sorella.

Il coinvolgimento di un professionista freelance, estraneo al sistema ufficiale, alimenta ulteriori dubbi. La famiglia ha chiesto che venga fatta chiarezza su tutti i passaggi dell’autopsia, nella speranza di evitare errori o omissioni che possano compromettere la verità. A quel punto, la querela per falso non solo diventa una richiesta di giustizia sulla frattura, ma anche una critica dura al modo in cui sono state condotte alcune fasi investigative, inclusa la capacità di vigilare sui responsabili del trattamento delle salme.

Il ruolo di giacomo molinari e la polemica sui contenuti social

Giacomo Molinari ha dato particolare fastidio non solo per la frattura, ma anche per il suo comportamento pubblico. Il preparatore anatomico, noto online come Sector Jack, gestiva fino a poco tempo fa un canale YouTube e un profilo TikTok, dove condivideva video legati al suo lavoro in ambito obitorio. Questi contenuti, considerati irrispettosi dalla famiglia Resinovich, hanno spinto a sollevare dubbi sull’opportunità di filmare e pubblicare materiali che dovrebbero restare riservati.

Sergio Resinovich ha criticato aspramente l’azione di Molinari, definendo l’obitorio «un tempio sacro» da proteggere dalla spettacolarizzazione, e ha chiesto chi abbia approvato la produzione di quei video. La famiglia parla di un’esposizione inappropriata e poco rispettosa, che mette a rischio la dignità delle persone coinvolte, soprattutto di chi come Liliana non può difendersi. Tale atteggiamento ha riaperto il dibattito sui limiti da imporre per chi lavora in ambienti così delicati.

Dal canto suo, Molinari ha risposto affermando di non aver mai trattato il caso Resinovich sui suoi canali e di aver pubblicato solo contenuti di natura tecnica e divulgativa. Ha aggiunto di aver terminato il suo compito con l’autopsia e di non avere alcun ruolo nelle indagini ufficiali, negando qualsiasi coinvolgimento diretto oltre la fase tecnica. Questa posizione non ha però placato le polemiche, soprattutto per il contrattempo della frattura non segnalata tempestivamente.

La vicenda di Liliana Resinovich riporta all’attenzione pubblica i problemi legati alla gestione delle autopsie e la delicatezza del rispetto verso i defunti, specie quando una morte lascia molti punti oscuri da chiarire. L’evolversi delle indagini nelle prossime settimane sarà decisivo per capire quali responsabilità emergano e se questa nuova frattura avrà ripercussioni nel corso del processo.