Il caso di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco nel 2007, resta al centro dell’attenzione della procura di Pavia. Le indagini proseguono con cautela, cercando elementi che possano chiarire gli ultimi punti oscuri sulla dinamica del delitto. Il procuratore Fabio Napoleone mantiene il massimo riserbo su alcune piste esplorate, tra cui una rogatoria internazionale che potrebbe aprire nuovi scenari. Nel frattempo l’incidente probatorio continua senza rivelare novità decisive.
L’incidente probatorio e la ricerca di tracce biologiche sui reperti
L’appuntamento più imminente per gli inquirenti è fissato per venerdì 4 luglio, quando si terrà un nuovo confronto nell’ambito dell’incidente probatorio. L’obiettivo principale è esaminare ulteriormente i reperti raccolti sin dal giorno dell’omicidio nella villetta di via Pascoli a Garlasco. Si tratta soprattutto dei materiali prelevati durante l’autopsia e conservati sigillati in plichi da aprire solo ora.
Gli accertamenti puntano alla ricerca di tracce biologiche o genetiche che potrebbero aggiungere informazioni rilevanti sul caso. Finora però nessun elemento emerso ha messo in discussione la condanna definitiva inflitta ad Alberto Stasi nel processo conclusosi con una pena a sedici anni per omicidio volontario. Le analisi effettuate sulla spazzatura della casa hanno confermato solo il DNA della vittima e dello stesso Stasi senza riscontri esterni.
L’assenza di prove contro andrea sempio nelle analisi scientifiche
Uno degli aspetti più delicati riguarda le indagini su Andrea Sempio, persona sospettata da alcuni ma finora priva di prove concrete nei confronti sue o della sua eventuale presenza sulla scena del crimine. Gli esperti non hanno trovato tracce biologiche riconducibili a lui nei campioni esaminati fino ad oggi.
Le fascette para-adesive recuperate come potenziali fonti d’impronte digitali sono risultate inutilizzabili per motivi tecnici legati alla loro conservazione o allo stato dei materiali stessi. Inoltre l’impronta numero 33 — oggetto in passato di molte discussioni — non è più disponibile perché l’intonaco che la conteneva è stato distrutto dopo la sentenza definitiva contro Stasi.
Anche gli oggetti rinvenuti nella spazzatura non hanno mostrato profili genetici diversi da quelli già noti appartenenti alla vittima e all’imputato condannato. Questo impedisce al momento agli investigatori di confermare ipotesi investigative basate sulla presenza contemporanea almeno due persone durante il delitto.
La possibile rogatoria internazionale come nuova strada investigativa
Tra le opzioni prese in considerazione dalla procura c’è quella relativa a una rogatoria internazionale destinata ad acquisire informazioni dall’estero utili alle indagini sul caso Poggi-Garlasco. Questa procedura potrebbe riguardare testimonianze o dati ancora inesplorati fuori dai confini italiani.
La decisione su questa iniziativa viene gestita con grande discrezione dal procuratore Fabio Napoleone e dai suoi collaboratori, consapevoli delle implicazioni legali e diplomatiche che comporta un passaggio simile. Al momento non sono stati forniti dettagli specifici sulle nazioni coinvolte né sugli argomenti precisi richiesti tramite questo strumento.
Mantenere aperte tutte le possibilità a dispetto della complessità
Questa mossa indica comunque come le autorità giudiziarie vogliano mantenere aperte tutte le possibilità, anche quelle meno evidenti, pur senza forzare risultati prematuri. La complessità del caso impone un lavoro paziente, attento ai minimi particolari rimasti irrisolti dopo oltre diciassette anni dall’omicidio.
L’indagine resta quindi viva sotto diversi aspetti mentre si attendono sviluppi dalle nuove analisi previste nell’incidente probatorio previsto nei prossimi giorni.