Nove perfetti sconosciuti 2 su prime video: la nuova stagione tra attese deluse e un cast variegato
La seconda stagione di Nove perfetti sconosciuti su Prime Video vede il ritorno di Masha, interpretata da Nicole Kidman, ma fatica a mantenere la tensione narrativa e l’interesse del pubblico.

La seconda stagione di *Nove perfetti sconosciuti* su Prime Video riprende con Nicole Kidman nel ruolo di Masha, spostandosi in un resort alpino. Nonostante un cast forte, la serie fatica a mantenere la tensione narrativa e a sviluppare i personaggi, risultando meno coinvolgente rispetto alla prima stagione. - Unita.tv
La seconda stagione di nove perfetti sconosciuti arriva su prime video con molte aspettative, soprattutto grazie al ritorno di nicole kidman nel ruolo della controversa Masha. La serie prosegue il viaggio nel mondo del benessere psichedelico, spostandosi da un centro californiano a un resort di lusso nelle alpi. Tra nuovi personaggi, segreti e tensioni, la stagione prova a riproporre la formula originale ma senza mai trovare veramente la giusta energia narrativa.
Il ritorno di Masha e la nuova dimora nelle alpi
Nella seconda stagione Masha abbandona Tranquillum House, il centro benessere dove i suoi esperimenti con allucinogeni avevano suscitato scandalo. Il suo passato tormentato sembra superato, ma l’ossessione per la psichedelia continua a guidarla. Ora, pur essendo sotto indagine per i suoi metodi poco ortodossi, Masha tiene conferenze sulla sua nuova terapia a base di sostanze misteriose.
Un nuovo progetto nelle montagne
La svolta arriva quando incontra martin, uno scienziato austriaco che le propone di collaborare con la dottoressa helena a un ritiro esclusivo in un ex manicomio delle alpi. Qui, tra paesaggi innevati e muri carichi di storia, Masha ritrova uno spazio dove continuare le sue ricerche. L’edificio diroccato, trasformato in un lussuoso resort, ospita vip che cercano un percorso di benessere che si spinge oltre i confini tradizionali della terapia.
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Il nuovo ambiente rappresenta un ulteriore teatro per le dinamiche psicologiche e gli esperimenti di Masha. I primi ospiti arrivano con storie diverse e vite spezzate. La tensione tra il desiderio di guarigione e i rischi legati all’uso di sostanze psichedeliche diventa centrale. Masha li accoglie con un cocktail di promesse e inquietudine, pronta a condurli in un viaggio mentale dai risvolti imprevedibili.
I nuovi ospiti del resort e le loro storie in bilico
Il gruppo di nove ospiti raccoglie figure complesse. Brian, ex volto televisivo per bambini, affronta il decalage della sua carriera con nervosismo palpabile. Il suo arrivo si caratterizza per uno smarrimento quasi comico quando perde una valigia nella funivia, salvo poi ritrovarla grazie a agnes, che apparentemente sembra una cameriera ma in realtà è una suora con un passato di impegno umanitario in mezzo a vip e campagne sociali.
Wolfie e tina formano una giovane coppia alle prese con la crisi creativa di lei, pianista che non riesce più a suonare. La convivenza con le difficoltà di tina si intreccia con la tensione indotta dalle terapie psichedeliche. La loro relazione diventa una rappresentazione intensa della fragilità emotiva davanti all’ignoto.
Rapporti familiari e dinamiche complesse
Imogen e sua madre vittoria rappresentano il rapporto madre-figlia che si fa complicato dal carattere posato ma manipolatore della donna più anziana. Vittoria arriva con un toy boy molto più giovane, introducendo anche dinamiche di gelosia e differenze generazionali. Il loro tentativo di riavvicinamento nel contesto del resort si scontra con le resistenze personali e la superficialità di alcune scelte.
Tra i più rilevanti c’è peter, uomo ricco e amante della natura. Lui instaura immediatamente complicità con Imogen, sfociata in un incontro intimo già durante la prima sera. Peter è anche alle prese con conflitti familiari legati al padre david, uomo potente e assente per motivi di lavoro. La sua mancanza blocca temporaneamente le sedute di gruppo, segnando un punto critico nella narrazione.
Il calo di tensione nella struttura narrativa della seconda stagione
La nuova stagione non sfugge a problemi di ritmo e costruzione. Gli sceneggiatori john-henry butterworth e david e. kelley cercano di intrecciare storie complesse e colpi di scena ma il meccanismo terapeutico, ormai noto, perde il suo effetto di mistero e sorpresa.
Gli episodi si susseguono senza riuscire a creare un senso di coesione tra i personaggi. Ognuno resta isolato nei propri conflitti, senza sviluppi emozionali condivisi che coinvolgano realmente lo spettatore. La narrazione si appiattisce e non emergono rapporti significativi che vadano oltre la superficie dei drammi personali.
Pur con qualche momento di originalità come la visita al museo di tassidermia, gli ostacoli narrativi prevalgono. Il gruppo di nove ospiti rimane un insieme di figure distanti, incapaci di diventare una comunità. La mancanza di intrecci solidi e la ripetitività dei temi legati alla terapia psichedelica pesano sull’intero svolgimento.
Il valore del cast e il confronto tra nicole kidman e christine baranski
Sul piano attoriale il cast offre spunti diversi. Christine baranski emerge per la sua interpretazione di vittoria, personaggio energico e complesso, capace di attirare l’attenzione con modalità decise e taglienti. La sua presenza a tratti supera quella di nicole kidman, che pur mantenendo il livello interpreta una Masha meno dominante rispetto alla prima stagione.
Tra gli uomini si distingue murray bartlett nei panni di Brian, voluto e fragile. Il suo racconto personale è quello che più si sviluppa in modo credibile e coinvolgente. Al contrario, henry golding nel ruolo di Peter risulta meno definito, con un personaggio poco incisivo e a tratti noioso.
L’equilibrio del cast appare disomogeneo, con alcune performance più solide e altre che sfumano nel secondo piano. Il confronto diretto con la prima stagione si fa sentire, anche a causa dell’assenza di figure originali come melissa mccarthy e bobby cannavale, che avevano dato tono alle dinamiche precedenti.
Il pubblico potrà riconoscere nello svolgimento della stagione un tentativo di riproporre la prima formula, ma senza arrivare a catturare del tutto l’attenzione. L’ambientazione nuova e i personaggi variegati si scontrano con una sceneggiatura che fatica a valorizzarli, lasciando emergere soprattutto alcuni volti più carismatici.