Nathalie Hazel, nata ad Acquaviva delle Fonti e cresciuta a Matera, ha iniziato la sua carriera musicale mentre frequentava il liceo classico. La sua storia racconta un viaggio fatto di scelte importanti, trasferimenti e momenti difficili come la pandemia che ha colpito tutto il mondo. Tra collaborazioni con artisti emergenti e partecipazione a programmi televisivi, Nathalie ha costruito un’immagine originale nel panorama musicale italiano.
Un inizio tra studio e passione
Nathalie Hazel ha mosso i primi passi nel mondo della musica ancora adolescente. Durante l’ultimo anno del liceo classico si è trovata divisa tra lo studio tradizionale e la passione per le note. In quel periodo rifletteva su come affrontare un settore complesso come quello musicale mentre cercava di portare avanti i compiti scolastici. Il suo vero nome è Nathalie Hazel Intelligente ma ha scelto uno pseudonimo più breve per farsi conoscere.
La scelta di dedicarsi alla musica in giovane età l’ha portata presto a confrontarsi con realtà diverse da quella materana dove era cresciuta. L’ambiente scolastico tradizionale non sembrava sufficiente per sostenere le sue ambizioni artistiche che richiedevano spazi più ampi per esprimersi.
La svolta milanese
A soli 18 anni Nathalie si è trasferita a Milano, città centrale per chi vuole fare musica in Italia. Qui sono arrivate le prime occasioni significative: una collaborazione con Achille Lauro quando ancora non aveva raggiunto la fama attuale; inoltre ha contribuito alla colonna sonora della serie tv “Baby”. Questi lavori hanno aiutato Nathalie ad affermare uno stile personale che punta sull’originalità.
Ha costruito un’immagine particolare definendosi “freak”, cioè diversa dagli schemi comuni del pop italiano contemporaneo. Questa scelta estetica e artistica l’ha distinta nel panorama nazionale ma allo stesso tempo l’ha messa davanti alle sfide tipiche degli outsider musicali.
La pandemia e le difficoltà
L’arrivo della pandemia da Covid-19 nel 2020 ha rappresentato una battuta d’arresto improvvisa anche nella vita professionale di Nathalie Hazel. Come molti altri musicisti si è trovata chiusa in casa senza possibilità di esibirsi dal vivo o lavorare normalmente agli spettacoli o ai progetti discografici.
In quei mesi racconta di aver sofferto molto dal punto di vista emotivo oltre che professionale perché tutta la routine quotidiana era stata stravolta senza preavviso né soluzioni immediate disponibili nel settore culturale ed artistico italiano.
Il blocco forzato delle attività live rappresentò quindi uno sconvolgimento sia personale sia lavorativo difficile da superare velocemente soprattutto quando ci si trova all’inizio della propria carriera musicale.
Esperienza televisiva: luci e ombre
Nel tentativo di ripartire dopo il lockdown Nathalie decide di partecipare al programma televisivo “Amici” condotto da Maria De Filippi. Entra nella scuola in corsa dimostrando subito personalità sul palco ma non riesce ad accedere al Serale finale dello show considerato trampolino importante verso maggior visibilità nazionale.
La giovane artista racconta con rammarico questo momento perché ritiene che due mesi all’interno del programma siano stati pochi per mostrare appieno sé stessa sia come persona sia come musicista. Nonostante ciò riconosce quanto questa esperienza abbia lasciato qualcosa dentro, soprattutto insegnandole molto sulla gestione dell’ansia legata alle performance pubbliche.
Nel contesto serrato dello show infatti bisogna adattarsi rapidamente senza poter rimandare dubbi o paure personali, imparando così anche a controllare ansia sociale oltre quella specificamente legata al palco. Questo aspetto formativo risulta fondamentale nella crescita umana oltreché professionale dell’artista.
Il cammino artistico verso il futuro
Dal piccolo paese pugliese fino ai palchi milanesi passando attraverso prove difficili causate dalla pandemia, Nathalie Hazel continua oggi a costruire la propria strada nella musica italiana mantenendo intatta quell’originalità emersa fin dai primi anni. Le esperienze vissute nei programmi televisivi hanno segnato tappe decisive pur lasciando qualche rimpianto sul potenziale non completamente espresso.
Il suo cammino resta interessante soprattutto perché testimonia quanto possa essere complesso affermarsi restando fedeli alla propria identità fuori dai canoni commerciali dominanti. Nel corso degli ultimi anni infatti molte artiste giovani hanno dovuto misurarsi con situazioni impreviste capaci però anche loro stimolare nuovi modi d’espressione creativa dentro una scena sempre più variegata.