Nanni Moretti si racconta al Festival di Bari: un viaggio tra cinema e aneddoti personali

Nanni Moretti ha incantato il pubblico del Teatro Petruzzelli durante il Festival del Cinema di Bari, presentando un monologo di quasi due ore per celebrare cinquant’anni di carriera nel cinema.
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Nanni Moretti si racconta al Festival di Bari: un viaggio tra cinema e aneddoti personali - unita.tv

Nell’ambito del Festival del Cinema di Bari, Nanni Moretti ha offerto un affascinante monologo di quasi due ore, in cui ha esplorato la sua carriera e il suo approccio al cinema. Con un linguaggio diretto e ricco di aneddoti, il regista ha condiviso riflessioni sulla sua vita professionale, le sue opere e le influenze che lo hanno guidato nel corso degli anni. Questo evento ha rappresentato un’importante retrospettiva per celebrare i cinquant’anni di carriera di Moretti nel mondo del lungometraggio.

Un monologo in dieci capitoli

Durante la sua esibizione al Teatro Petruzzelli, Nanni Moretti ha strutturato il suo intervento in dieci capitoli, promettendo di dedicare un’ora alla sua narrazione. Con un tono rilassato e battutista, il cineasta ha affrontato vari aspetti della sua carriera, dall’inizio come regista e attore fino ai successi ottenuti nel corso degli anni. Il Festival di Bari, noto come Bif@st, ha voluto omaggiare Moretti con una retrospettiva e un premio, in occasione del suo cinquantesimo anniversario nel panorama cinematografico.

Moretti ha deciso di escludere il capitolo autobiografico, mentre quello dedicato alla critica è stato affrontato in modo conciso: «Chiunque può dire del nostro lavoro qualunque cosa. Io non replico mai. Fine del capitolo». Questa affermazione ha suscitato applausi tra il pubblico, sottolineando la sua attitudine a non lasciarsi influenzare dalle opinioni altrui.

I primi passi nel cinema

Il regista ha condiviso ricordi dei suoi esordi, risalenti agli anni ’70, quando iniziò a realizzare cortometraggi. Racconta di come, per presentare i suoi lavori, si trovasse a dover affrontare un pubblico silenzioso, un’esperienza che lo ha segnato profondamente. Moretti ha spiegato come il suo cinema sia nato dal desiderio di rappresentare il contesto politico e sociale del suo tempo, spesso con un tocco di ironia. Il film “Ecce Bombo”, che racconta le esperienze di giovani in attesa dell’alba, ha superato le sue aspettative, trasformandosi da opera seria a un successo comico.

Il cineasta ha anche parlato dell’influenza che ha ricevuto dai suoi predecessori, come i fratelli Taviani, e di come le loro tecniche di ripresa lo abbiano ispirato a sviluppare uno stile personale. Moretti ha evidenziato l’importanza di un approccio più narrativo, influenzato da registi come François Truffaut, che lo ha portato a dare maggiore rilevanza alla trama e ai dialoghi.

L’importanza della recitazione e della produzione

Nel corso del suo intervento, Nanni Moretti ha dedicato una parte significativa alla recitazione, lodando attori come Silvio Orlando, capace di rendere autentici anche i dialoghi più complessi. Ha confessato che inizialmente reclutava amici e familiari per i suoi film, cercando di bilanciare la presenza di attori professionisti con volti noti. Con il passare del tempo, ha sviluppato una maggiore empatia nei confronti degli attori, riconoscendo la loro importanza nel processo creativo.

Moretti ha anche parlato del suo ruolo di produttore, sottolineando come questa esperienza gli abbia conferito la libertà di investire in nuovi talenti e di esplorare idee innovative. Ha scherzato sulle diverse categorie di registi che diventano produttori, descrivendo le dinamiche che si instaurano nel settore. La sua visione del pubblico è stata altrettanto incisiva, evidenziando come spesso si confonda il personaggio con l’attore, un fenomeno che ha riscontrato nel suo lavoro.

La musica e il cinema Nuovo Sacher

Un altro aspetto che Moretti ha toccato è quello della musica nei suoi film, ammettendo che in gioventù era più incline a teorizzare sull’argomento. Ha parlato della sua sala cinematografica, il Nuovo Sacher, aperta nel 1991, dove proietta film che ama e che desidera condividere con il pubblico. Questa iniziativa non è vista come un dovere, ma come un arricchimento della sua carriera di regista.

Infine, Nanni Moretti ha ribadito la sua coerenza artistica, affermando di non aver mai snaturato le proprie idee sul cinema. La sua presenza al Festival di Bari ha rappresentato non solo un tributo alla sua carriera, ma anche un’opportunità per riflettere su un percorso che continua a evolversi, mantenendo intatta la sua visione originale.

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