Mostra Del Cinema Venezia 2025: Barbera tra aspettative, proteste pro-Palestina e futuro alla Biennale

Barbera al centro del dibattito sulla Mostra del Cinema di Venezia 2025. - Unita.tv

Davide Galli

26 Agosto 2025

La 82ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia si svolge dal 27 agosto al 6 settembre 2025, con un programma ricco di proiezioni internazionali e un clima segnato da tensioni politiche e riflessioni sul futuro del direttore Alberto Barbera. Tra attese del pubblico, manifestazioni previste a sostegno della Palestina e questioni di rappresentanza femminile, il festival resta uno degli appuntamenti culturali più importanti dell’anno.

Aspettative e rischi legati alla selezione dei film alla Mostra 2025

Alberto Barbera ha espresso cautela riguardo alle aspettative del pubblico. Ha spiegato che quando le attese sono troppo elevate, aumenta il rischio di delusioni. Molti spettatori arrivano con una lista di titoli e sperano che ogni film sia un capolavoro, ma in una manifestazione così ampia la varietà di generi e stili porta a risultati molto diversi.

Il direttore ha inoltre raccontato di aver smesso di fare previsioni sulle pellicole che potrebbero emergere agli Oscar. Ha citato l’esempio di Daniel Craig, la cui performance in “Queer” era stata vista come meritevole di una candidatura, ma che poi non è stata riconosciuta dall’Academy. Questa esperienza lo ha convinto a evitare anticipazioni che potrebbero non corrispondere ai fatti.

Venezia mantiene un ruolo importante nella stagione cinematografica internazionale, ma la qualità dei film resta soggettiva e dipende anche dalle scelte di altre giurie. Barbera ha invitato il pubblico ad affrontare la rassegna con apertura, ricordando che non tutti i film saranno perfetti, ma che l’evento offre comunque uno spazio di confronto prezioso per il cinema mondiale.

Le proteste pro-Palestina annunciate e il clima politico durante la Mostra

Manifestazioni di sostegno alla popolazione palestinese sono attese durante il festival. Barbera ha confermato di conoscere la richiesta del prete Don Nandino Capovilla, che ha invitato i fedeli a partecipare a una protesta al Lido. Il direttore ha parlato di “tentativi di intrusione” che l’organizzazione cercherà di gestire per evitare che la Mostra diventi un palco per prese di posizione troppo schierate.

Il contesto vede anche mobilitazioni come quella del collettivo Venice4Palestine, che ha organizzato un corteo per il 30 agosto. Il gruppo chiede di fermare quello che definisce “genocidio in corso a Gaza” e denuncia la complicità delle nazioni occidentali. Tra le richieste c’è l’esclusione dal festival di figure come Gal Gadot e Gerard Butler, accusati di sostenere politiche israeliane, e la partecipazione di artisti palestinesi alla cerimonia d’apertura.

Dall’altra parte, la contro-mobilitazione “Venice for Israel” vuole una posizione chiara contro l’antisemitismo e distingue arte e propaganda. Questo gruppo contesta la narrazione del “genocidio a Gaza”, definendola falsa e diffusa da Hamas e reti di propaganda, e cerca un confronto che tuteli la libertà artistica senza alimentare odio. Il loro simbolo incorpora la bandiera israeliana, in risposta a quello di Venice4Palestine.

Questo confronto mostra come un evento culturale internazionale come la Mostra del Cinema di Venezia possa diventare un luogo di scontro politico acceso, con possibili ripercussioni sulla partecipazione e sulla percezione pubblica.

Rappresentanza femminile ai nastri di partenza della Mostra 2025

La selezione ufficiale di Venezia 2025 ha suscitato dibattito per la presenza delle donne nel programma. Solo il 26% dei film, escluse le opere della sezione Venice Immersive dedicata alla realtà virtuale, sono diretti da registe. Barbera ha detto di non essere favorevole a scegliere i film in base a criteri di rappresentanza di genere per creare “quote”.

Ha però aggiunto che considerando anche i progetti in realtà virtuale, dove la partecipazione femminile è più alta – probabilmente perché l’accesso ai finanziamenti è più diretto in quel campo – la percentuale complessiva sale al 30%. Questo dato corrisponde più o meno alla quota globale di registe nel mondo, offrendo un quadro più realistico del settore.

Il caso delle registe Laura Samani e Carolina Cavalli, i cui film sono stati selezionati nella sezione Orizzonti e non nel Concorso principale, è stato definito da Barbera come il risultato di un processo di scelta “difficile, complicato e che causa ansia”. La decisione è stata presa pensando a quale collocazione potesse valorizzare meglio le opere, senza alcuna intenzione discriminatoria ma con l’obiettivo di offrire una cornice adatta a ogni lavoro.

Questa scelta evidenzia come la selezione sia un equilibrio delicato, con molti fattori da considerare per comporre un programma che racconti diversità senza forzature.

Il futuro di Alberto Barbera alla guida della Mostra resta incerto

Il mandato di Alberto Barbera come direttore della Mostra del Cinema di Venezia scade nel 2026 e al momento non ci sono indicazioni sul suo futuro. Barbera ha spiegato che la decisione spetta al Consiglio di amministrazione della Biennale e al presidente Pietrangelo Buttafuoco. Non si tratta di un ruolo per cui si può candidarsi, ma di un incarico che si accetta se viene proposto.

Citato il suo predecessore Paolo Baratta, ha confermato che non è una posizione a cui si aspira con una domanda esplicita. Per questo motivo, per ora non può aggiungere nulla sulle sue prospettive dopo la fine del mandato. Restano aperti molti interrogativi sulla guida della rassegna, ma la discussione ufficiale deve ancora iniziare.

La Mostra del Cinema di Venezia resta dunque un evento centrale non solo per il cinema, ma anche come luogo dove si intrecciano arte, politica e aspettative della comunità internazionale. I prossimi giorni al Lido saranno una prova per tutte queste tensioni.

Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2025 da Davide Galli