Un grave incidente stradale ha acceso i riflettori sui rischi legati agli airbag difettosi prodotti da Takata. In Francia, dopo la morte di una donna colpita da schegge metalliche generate dall’esplosione incontrollata del dispositivo, le autorità hanno disposto un richiamo massiccio e obbligatorio per milioni di veicoli. La vicenda riporta all’attenzione pubblica un problema noto da anni ma ancora irrisolto, con conseguenze drammatiche.
L’incidente fatale a reims che ha scatenato il richiamo
La tragedia si è verificata a inizio giugno nella città francese di Reims. La vittima è una madre che viaggiava su un’auto equipaggiata con un airbag prodotto dalla Takata. Durante uno scontro stradale, l’airbag si è attivato ma invece di proteggere la passeggera ha rilasciato frammenti metallici nell’abitacolo. Questi schegge hanno provocato ferite letali alla donna, che è morta poco dopo.
Questo episodio non rappresenta un caso isolato: nel corso degli anni sono emersi diversi incidenti simili legati al malfunzionamento degli airbag Takata in varie parti del mondo. Il produttore giapponese ha cessato le attività otto anni fa proprio per i gravi problemi tecnici riscontrati nei suoi dispositivi.
L’accaduto ha portato le autorità francesi ad agire rapidamente con provvedimenti urgenti volti a evitare altri episodi tragici e garantire la sicurezza dei conducenti e passeggeri coinvolti.
Il decreto urgente per il richiamo delle auto dotate di airbag takata
Martedì 24 giugno il ministro dei Trasporti francese Philippe Tabarot ha firmato un decreto d’urgenza che ordina il ritiro immediato dal mercato e dalle strade delle vetture dotate degli airbag difettosi prodotti dalla Takata. Il provvedimento riguarda tutti i veicoli immatricolati prima del 2011 presenti sul territorio nazionale francese, inclusa la Corsica e i territori d’oltremare.
Il decreto prevede anche misure eccezionali come il divieto temporaneo alla circolazione per circa 1,7 milioni tra questi mezzi considerati più a rischio fino alla sostituzione completa dell’airbag incriminato.
Per agevolare gli automobilisti coinvolti nel richiamo sono stati messi in campo servizi gratuiti per fornire mezzi sostitutivi durante i lavori necessari alle riparazioni o sostituzioni richieste dalle autorità.
Questa azione governativa vuole essere anche un segnale forte rivolto ai costruttori automobilistici affinché accelerino le operazioni necessarie al controllo e alla messa in sicurezza dei propri modelli equipaggiati con questi dispositivi potenzialmente letali.
Quantificazione dei veicoli interessati dal richiamo secondo il ministero
Secondo quanto comunicano fonti ufficiali del ministero dei Trasporti basandosi sui dati forniti dai costruttori stessi, sono circa 2 milioni e mezzo le automobili coinvolte nel provvedimento straordinario imposto dalle autorità francesi. Di queste quasi due terzi appartengono alla categoria definita “alto rischio”, soggetta quindi al blocco immediato della circolazione finché non sarà effettuata la sostituzione dell’airbag difettoso.
Il gruppo Citroën si è mosso subito disponendo lo stop totale ai modelli C3 e DS3 equipaggiati ancora con gli airbag della Takata su tutto il territorio europeo indipendentemente dall’anno d’immatricolazione o produzione.
Anche Stellantis – proprietaria delle due case – ha preso posizione dichiarando impegno concreto verso clienti ed enti regolatori promettendo trasparenza nelle operazioni future oltre ad assistenza completa durante tutta la fase del ritiro preventivo o riparativo sulle vetture interessate.
Natura tecnica della criticità negli airbag takata
Il cuore del problema risiede nel sistema utilizzato per attivare l’airbag Takata, basato su nitrato di ammonio, composto chimico noto per essere instabile se sottoposto ad alte temperature o umidità elevate e prolungate. Nel tempo questa instabilità può compromettere l’integrità della capsula contenente tale sostanza all’interno dello stesso meccanismo.
Quando ciò accade durante uno scontro stradale, la detonazione provoca una esplosione incontrollabile piuttosto violenta. Gli elementi metallici e componenti interni vengono sparsi nell’abitacolo come vere schegge capaci di ferire gravemente chiunque sia vicino.
Questa caratteristica trasforma quello che dovrebbe essere un sistema salva-vita in uno dispositivo potenzialmente letale potranno causare lesioni gravi persino mortali ai conducenti e passeggeri. Per questo motivo molti paesi avevano già avviato procedure di richiamo e controlli per limitare l’utilizzo senza però eliminare l’intero parco macchine affetto fino ad oggi.
Le ultime decisioni unilaterali prese dalla Francia mirano dunque ad accelerare la rimozione definitiva degli esemplari più critici evitando nuovi incidenti con conseguenze tragiche simili a quella appena accaduta a Reims.