Monica Guerritore, attrice di grande talento, si prepara a realizzare un progetto che ha a cuore da tre anni: un film dedicato a Anna Magnani. Ospite al Bif@st di Bari, l’attrice ha condiviso la sua visione e le sfide affrontate nella realizzazione di questo ambizioso progetto, che rappresenta non solo un tributo a una delle più grandi icone del cinema italiano, ma anche una riflessione profonda sulla carriera e la vita di Magnani.
Un omaggio a una leggenda del cinema
Monica Guerritore ha descritto Anna Magnani come un’attrice che, dopo aver vinto l’Oscar per “La rosa tatuata”, si è vista emarginata dal mondo del cinema. In un momento di grande vulnerabilità , Magnani decise di tornare al teatro, un luogo che considerava il suo vero habitat. Durante l’evento al Teatro Petruzzelli, Guerritore ha sottolineato l’importanza del teatro per gli attori, spiegando che l’applauso del pubblico rappresenta un momento di elevazione e connessione emotiva.
Il film, intitolato “Di Anna – Una voce umana”, non solo vedrà Guerritore come protagonista, ma anche come sceneggiatrice e regista. Le riprese inizieranno il 26 aprile e l’attrice ha rivelato di aver affrontato numerose difficoltà nella produzione, descrivendo il processo come un viaggio tortuoso. La sceneggiatura, revisionata da Andrea Purgatori, sarà dedicata alla memoria di questo importante sceneggiatore.
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La notte dell’Oscar e il dolore personale
La narrazione del film si concentrerà su un momento cruciale della vita di Anna Magnani: la notte del 21 marzo 1956, quando attendeva il verdetto dell’Oscar. Guerritore ha evocato l’immagine di Magnani, ansiosa accanto al telefono, in un parallelo con “La voce umana” di Jean Cocteau. In questo contesto, l’attrice si ritrova a confrontarsi con il suo passato, mentre si trova a Roma, dove il figlio malato di poliomelite la chiama in un momento di grande angoscia.
La storia di Magnani è intrisa di dolore e resilienza. Guerritore ha descritto come, mentre girava “Roma città aperta”, l’attrice si trovasse in una situazione di estrema vulnerabilità , con il suo amato, Roberto Rossellini, che la lasciava per Ingrid Bergman. Questo conflitto tra vita personale e professionale rappresenta un tema centrale del film, che intende esplorare le complessità emotive di una donna che ha vissuto intensamente.
Riflessioni sul ruolo delle donne nel cinema
Monica Guerritore ha anche affrontato il tema del ruolo delle donne nel mondo del cinema, evidenziando le difficoltà che le attrici affrontano nel corso della loro carriera. Ha fatto riferimento alla sua esperienza personale, sottolineando come, nonostante il talento e l’esperienza, le porte si siano chiuse per lei a causa della sua età . Ha citato l’esempio di Paola Cortellesi, che ha dovuto affrontare sfide simili per realizzare il suo primo film da regista.
La Guerritore ha messo in evidenza l’importanza di valorizzare il talento femminile, piuttosto che concentrarsi su fattori superficiali come l’età o l’aspetto fisico. Ha richiamato alla mente una famosa frase di Magnani, che rifiutò un ruolo in “Le notti di Cabiria” di Federico Fellini, sottolineando la necessità di ruoli autentici e significativi per le donne nel cinema.
Il corpo e l’immagine: una questione di autenticitÃ
In un’epoca in cui l’immagine è spesso manipolata, Guerritore ha parlato dell’importanza dell’autenticità nel rappresentare le donne sullo schermo. Ha citato il suo recente lavoro nella serie “Inganno” di Pappi Corsicato, dove il suo personaggio affronta una crisi legata all’amore e all’immagine. L’attrice ha evidenziato come, per il pubblico, sia fondamentale identificarsi con personaggi reali e imperfetti, piuttosto che con figure idealizzate.
Guerritore ha concluso il suo intervento parlando del potere dell’amore e della resilienza femminile, sottolineando che le donne tra i 50 e i 70 anni hanno storie significative da raccontare. Ha espresso la necessità di rappresentare queste esperienze senza maschere o falsità , affinché il pubblico possa riconoscersi e connettersi con la realtà delle donne di ogni età .
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