Mission: impossible – the final reckoning chiude la saga ma senza la forza attesa
Il film “Mission: Impossible – The Final Reckoning” con Tom Cruise e Hayley Atwell delude per ritmo lento e mancanza di novità, nonostante alcune sequenze spettacolari e un cast impegnato.

L’ottavo capitolo di *Mission: Impossible* con Tom Cruise punta sulla minaccia dell’intelligenza artificiale, ma soffre di ritmo lento e scarsa innovazione, non riuscendo a mantenere l’adrenalina tipica della saga. Hayley Atwell si distingue, mentre il finale lascia il futuro del franchise incerto. - Unita.tv
L’ottavo capitolo di mission: impossible, che avrebbe dovuto segnare il gran finale della saga con tom cruise, arriva nelle sale con un peso diverso. Il film riprende la storia di ethan hunt e la sua squadra, ma pecca nel ritmo e nella freschezza che da sempre contraddistinguono la serie. L’intreccio punta ancora una volta sulla minaccia tecnologica dell’intelligenza artificiale, ma la narrazione, più lenta e ripetitiva, non riesce a mantenere alta la tensione in quasi tre ore di proiezione.
Un finale che non mantiene la promessa d’adrenalina
Contrariamente alle aspettative, the final reckoning si rivela spesso lento e poco coinvolgente. I momenti di tensione non si susseguono con la rapidità che si vedeva nei capitoli migliori, come ghost protocol o fallout, e l’azione arriva con difficoltà. Quando finalmente esplode, dura poco e senza il vigore necessario per entusiasmare.
Le sequenze più spettacolari, come lo scontro con i biplani o le immersioni subacquee, mostrano ancora qualche spunto interessante. Ma la quantità di dialoghi e spiegazioni sottrae spazio a un montaggio più serrato e a una costruzione più drammatica delle scene. Questo porta a una sensazione generale di stanca ripetizione, come se il film vivesse troppo di rituali già visti.
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La trama e il contesto dell’ultima missione di ethan hunt
mission: impossible – the final reckoning continua esattamente da dove dead reckoning – parte uno aveva lasciato. ethan hunt si trova alle prese con una minaccia globale incarnata da un’intelligenza artificiale, capace di infiltrarsi nei sistemi informatici di tutto il mondo e stravolgere l’ordine stabilito. La chiave per fermarla sembra nascosta sotto i ghiacci dell’antartide, e la squadra si lancia in una corsa contro il tempo tra inseguimenti, tradimenti e azioni ad alto rischio.
L’ambientazione spazia da battaglie subacquee a duelli in volo, ma la narrazione punta molto sulla mitologia interna della saga, sulle spiegazioni e sui rimandi a eventi precedenti. Questo richiamo al passato appesantisce il ritmo e distragga dall’azione, rendendo il film più una lunga esposizione che un’avventura incalzante.
Tom cruise e hayley atwell: dedizione e nuovi equilibri
La presenza di tom cruise si conferma centrale e fisicamente impegnata come nelle precedenti occasioni. Nonostante i rischi e l’età – cruise ha 62 anni – l’attore continua a eseguire molte scene pericolose, confermando la sua dedizione al cinema d’azione. Però in questa ultima avventura sembra che il peso del ruolo abbia iniziato a farsi sentire, con una dinamica tra spettacolo e realismo meno bilanciata rispetto al passato.
hayley atwell, al contrario, si impone con forza in un ruolo più complesso e sfaccettato rispetto ai classici comprimari del franchise. La sua interpretazione equilibra il carisma e l’ambiguità del personaggio, aggiungendo una dimensione di interesse che non si coglieva da tempo nella saga.
Il ruolo di ethan hunt e la squadra: vecchie dinamiche senza evoluzioni
tom cruise è ancora il fulcro della storia, con ethan hunt ritratto come un eroe quasi mitologico, destinato a salvare il mondo. Il personaggio gode di un’aura quasi messianica, ma questa rappresentazione riduce le possibilità di sviluppi nuovi o rischiosi. L’assenza di ambiguità o trasformazioni profonde lascia il racconto prevedibile e poco stimolante.
La squadra invece mantiene la solidità di sempre, con simon pegg e ving rhames a fornire il consueto supporto. La vera sorpresa è hayley atwell, il cui personaggio grace porta una ventata di energia nuova. atwell, già nota per la sua interpretazione nell’universo marvel, dimostra una versatilità che potrebbe aprire la strada a una possibile evoluzione del franchise, anche se il film stesso non lascia aperte molte porte a un seguito.
mission: impossible – the final reckoning lascia così un’eredità complicata: da una parte la conferma di tom cruise come simbolo del genere, dall’altra la mancanza di novità o svolte narrative capaci di rilanciare davvero la serie. La chiusura del ciclo appare un passaggio sofferto, con il futuro del franchise che resta incerto.