Miriam Margolyes e il suo appello per la morte assistita di fronte alle difficoltà di salute

Miriam Margolyes parla di morte assistita e salute in difficoltà. - Unita.tv

Rosanna Ricci

27 Agosto 2025

Miriam Margolyes, attrice britannica nota per il ruolo della professoressa Pomona Sprite nella saga di Harry Potter, ha parlato apertamente delle sue condizioni di salute e della sua posizione sulla morte assistita. Il suo intervento arriva in un momento di intenso dibattito nel Regno Unito, dove si discute la possibilità per i pazienti terminali di scegliere di porre fine alla propria vita con assistenza medica.

La battaglia personale di Miriam Margolyes con la stenosi spinale e le sfide quotidiane

Negli ultimi anni Margolyes ha raccontato di convivere con una stenosi spinale, una condizione che provoca il restringimento del canale spinale, causando dolore, difficoltà motorie e una progressiva perdita di autonomia. L’attrice ha descritto come questi problemi influenzino la sua vita, limitandone la mobilità e la qualità complessiva. In un’intervista recente, ha ammesso di aver trascurato l’importanza di uno stile di vita più sano, citando in particolare la mancanza di attività fisica e una dieta poco equilibrata, fattori che hanno contribuito al peggioramento della sua situazione.

Margolyes ha espresso il timore di affrontare un lento declino fisico e mentale nelle fasi avanzate della malattia. Ha spiegato di non voler trovarsi in condizioni tali da perdere la capacità di comunicare, il controllo delle funzioni corporee o la lucidità mentale. Per lei è fondamentale mantenere la propria identità. Per questo ha dichiarato di essere pronta a ricorrere alla morte assistita se le sue condizioni dovessero peggiorare fino a una situazione irreversibile di sofferenza e perdita di dignità.

Le ragioni di Margolyes a favore della morte assistita: libertà di scelta e dignità personale

La posizione di Margolyes sulla morte assistita si fonda sul desiderio di evitare “un periodo di lenta decadenza fatto di dolore e imbarazzo”. L’attrice ha ribadito che perdere la capacità di essere pienamente se stessa sarebbe per lei inaccettabile. Ha detto che se un ictus le togliessero la parola, se diventasse doppiamente incontinente o perdesse completamente la lucidità, preferirebbe poter scegliere di porre fine alla propria vita con un processo assistito.

Margolyes sottolinea che la sua scelta non deriva dal desiderio di morire in sé, ma dalla volontà di conservare la propria integrità e dignità fino alla fine. Mantenere la consapevolezza di sé è per lei un limite imprescindibile che guida la decisione a favore della morte assistita come atto di autodeterminazione. Il suo racconto mette in luce le paure e le aspettative di chi convive con malattie croniche e degenerative, ponendo al centro la questione delle scelte di fine vita.

Il quadro legale nel Regno Unito: il voto parlamentare sul Terminally Ill Adults Bill

Il Regno Unito, tradizionalmente contrario alla morte assistita, ha avviato un dibattito significativo nelle ultime settimane. Due mesi fa il Parlamento ha approvato un disegno di legge che consentirebbe la morte assistita per pazienti adulti malati terminali. Il Terminally Ill Adults Bill permetterebbe, in Inghilterra e Galles, a chi ha più di 18 anni, è mentalmente lucido e ha un’aspettativa di vita inferiore ai sei mesi, di richiedere assistenza medica per porre fine alla propria vita.

Il provvedimento si differenzia dall’eutanasia perché sono i pazienti stessi a prendere i farmaci letali prescritti, non i medici a somministrarli direttamente. Ogni richiesta deve superare un iter di controllo: almeno due medici devono confermare le condizioni del richiedente, poi una commissione composta da un assistente sociale, un esperto giuridico e uno psichiatra valuta lo stato mentale e le motivazioni prima di autorizzare la procedura.

La legge rappresenta un cambiamento rispetto all’attuale divieto e apre un confronto tra chi sostiene il diritto all’autodeterminazione e chi solleva dubbi etici. Il Parlamento sta ancora esaminando le implicazioni pratiche, e l’approvazione definitiva del testo segnerà un passo importante nella gestione delle cure palliative e della libertà nelle scelte di fine vita.

Miriam Margolyes come voce significativa nel dibattito pubblico britannico

Il contributo di Margolyes a questo dibattito ha un peso rilevante per l’opinione pubblica britannica. L’attrice, nota per il ruolo in Harry Potter, porta all’attenzione le difficoltà e i dilemmi vissuti da chi convive con malattie invalidanti. Il suo racconto personale aiuta a rendere più concreta una discussione spesso limitata a concetti astratti.

Il suo invito a considerare la morte assistita come un diritto si inserisce nel confronto con altri paesi europei dove esistono già normative simili. Margolyes sottolinea l’importanza di tutelare la scelta individuale, senza pressioni, con l’obiettivo di evitare sofferenze inutili e la perdita della propria personalità. La sua esperienza con la stenosi spinale e l’apertura verso soluzioni per contrastare il peggioramento della condizione fisica offrono un punto di vista critico in un Regno Unito ancora diviso sulla questione.

Il suo appello aggiunge un elemento concreto al dibattito politico e sociale in corso, richiamando l’attenzione sulle esigenze di pazienti e famiglie che affrontano dolore, difficoltà motorie e perdita progressiva delle capacità fisiche e mentali. Miriam Margolyes si conferma così una delle voci più dirette a favore di una regolamentazione che rispetti la volontà di fine vita nel Regno Unito.

Ultimo aggiornamento il 27 Agosto 2025 da Rosanna Ricci