Milly d’Abbraccio torna sotto i riflettori con un racconto senza censure sulla sua carriera nel cinema hard
Milly d’Abbraccio, icona del cinema hard italiano, riflette sulla sua carriera e sulle opportunità mancate nel digitale, confrontandosi con leggende come Moana Pozzi e Cicciolina.

Milly d’Abbraccio, icona del cinema hard italiano anni ’90, torna a raccontare la sua carriera, il confronto con Moana Pozzi e Cicciolina, e riflette sulle opportunità digitali mancate in un’intervista senza filtri nel programma Belve. - Unita.tv
Milano, 2025 – Milly d’Abbraccio, nome simbolo del cinema hard italiano degli anni ’90, ritorna protagonista nel panorama mediatico partecipando a una puntata speciale del programma Belve. La sua testimonianza, diretta e senza filtri, ripercorre un periodo della storia dell’erotismo italiano ancora molto discusso, portando alla luce scelte personali, rivalità e riflessioni che hanno segnato un’intera generazione. Il racconto di milly si concentra sull’epoca d’oro del cinema a luci rosse, offrendo anche uno sguardo sulle potenzialità che avrebbe avuto una carriera come la sua nel contesto digitale attuale.
Milly d’Abbraccio e il confronto con le icone del passato
Durante l’intervista con Francesca Fagnani, milly d’Abbraccio affronta il paragone con due figure di spicco dell’hard italiano: Moana Pozzi e Cicciolina. La sua posizione è chiara e decisa: pur essendo arrivata dopo queste leggende, si considera diversa per approccio e talento. Sottolinea come le sue colleghe non avessero la stessa preparazione recitativa, definendosi “un’attrice prestata al porno”. Questo particolare la distingue nel panorama dell’epoca, facendola emergere per la sua presenza scenica e capacità espressiva.
Un giudizio su Moana Pozzi
Il suo giudizio su Moana Pozzi evidenzia una critica verso l’atteggiamento del pubblico e dei media a riguardo. Ricorda come, da viva, Moana fosse stata spesso attaccata, mentre soltanto dopo la sua scomparsa si è manifestata una sorta di santificazione del suo nome. Milly sottolinea quindi un ritardo nel riconoscimento del valore artistico e culturale di Pozzi. La sensazione che lascia è quella di un’eredità parziale, con milly stessa protagonista rimasta in prima linea dopo la morte di Moana, definendosi “l’ultima pornodiva” rimasta a rappresentare quella stagione.
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La riflessione su un’epoca passata e le opportunità digitali mancate
Milly d’Abbraccio si sofferma anche su come sarebbero cambiate le cose se avesse potuto sfruttare i social network come Instagram e TikTok, strumenti oggi fondamentali per raggiungere un’audience globale. Nel raccontare la sua esperienza, immagina che la sua popolarità sarebbe potuta diventare planetaria grazie a questi canali di visibilità, che permettono un contatto diretto e continuo con i fan.
Riconosce però di aver abbandonato il cinema hard in un momento in cui la digitalizzazione iniziava appena a modificare la fruizione dei contenuti, mancando quindi quell’esposizione che oggi si ottiene quasi automaticamente. Questa consapevolezza segna un terreno di riflessione profonda per lei e per chi oggi osserva la trasformazione del settore. Il suo racconto lascia emergere quanto il potere dei social avrebbe potuto amplificare la sua immagine, permettendole forse di mantenere un protagonismo più duraturo nel tempo.
Il valore dei social oggi
La digitalizzazione rappresenta un cambiamento radicale rispetto agli anni ’90, e per milly rappresenta una possibilità mancata: “se avessi avuto Instagram, forse la mia carriera avrebbe avuto un altro volto”. Un’accettazione dell’irreversibilità del passato che porta anche a una considerazione sul presente e le sue opportunità.
Le scelte di milly d’Abbraccio tra carriera e identità pubblica
Il percorso di Milly d’Abbraccio è stato segnato da scelte che hanno definito la sua identità nel mondo dello spettacolo e dell’erotismo. Racconta senza giri di parole come abbia affrontato un mestiere spesso visto con pregiudizio, costruendo una carriera che l’ha portata a essere uno dei volti più riconoscibili del genere. Il suo racconto non evita di toccare i lati oscuri e le difficoltà incontrate, mettendo in luce anche le pressioni e le critiche che accompagnano chi sceglie questa strada.
Nel dialogo emerge anche la consapevolezza di un pubblico cambiato e di un sistema mediatico che si è evoluto nel tempo, spesso accentuando o modificando la percezione delle persone impegnate nel cinema hard. Milly rimane però legata all’immagine di “pornodiva”, un titolo che accetta con orgoglio e che rappresenta una parte fondamentale della sua storia personale e professionale. La sua presenza nelle trasmissioni attuali testimonia un interesse ancora vivo per quel periodo e per i protagonisti che lo hanno caratterizzato.