La fiction rai “cuori” ha conquistato il pubblico non solo per la trama, ma anche per l’attenzione ai dettagli medici e l’intensità delle interpretazioni. Matteo Martari, protagonista insieme a Pilar Fogliati, ha raccontato durante l’italian global series festival un aspetto poco noto della produzione: le ore dedicate allo studio approfondito delle tecniche chirurgiche. Questo impegno ha contribuito a dare autenticità alle scene ambientate in sala operatoria, trasformando la serie in un omaggio vero ai pionieri della cardiochirurgia torinese.
Il ruolo di guglielmo actis dato nella preparazione degli attori
Martari ha spiegato che prima di girare le scene più delicate, gli attori sono stati convocati da guglielmo actis dato, cardiochirurgo e consulente scientifico della fiction. Actis Dato non è solo una figura professionale nel progetto ma rappresenta un legame diretto con la storia reale raccontata: suo padre angelo actis dato è stato infatti uno dei pionieri della cardiochirurgia a torino e modello ispiratore del personaggio interpretato da Martari.
Durante quell’incontro intenso durato otto ore sono stati illustrati strumenti chirurgici veri, protocolli precisi e linguaggi tecnici utilizzati nelle operazioni a cuore aperto. All’inizio gli attori erano sorpresi dall’entità dello studio richiesto; si chiedevano se fosse necessario conoscere così tanti dettagli visto che non avrebbero mai eseguito realmente un intervento. La risposta è arrivata con il tempo: quella conoscenza serviva ad immergersi completamente nel ruolo ed entrare in empatia con chi vive davvero quelle situazioni.
Come lo studio medico ha cambiato l’approccio sul set
L’esperienza formativa offerta da actis dato ha modificato profondamente il modo in cui gli interpreti hanno affrontato le riprese. Martari sottolinea che ogni gesto compiuto davanti alla telecamera doveva avere senso preciso; niente poteva essere lasciato al caso o all’improvvisazione perché si trattava di rappresentare momenti cruciali dove anche il silenzio conta quanto una parola o un movimento.
Pilar Fogliati e Martari hanno condiviso questo percorso intenso fatto di ascolto paziente e osservazione minuziosa delle procedure mediche reali. Il risultato si vede nelle scene più toccanti della serie: non semplicemente recitate bene ma vissute con rispetto verso la realtà medica sottostante.
La presenza costante del dottor actis dato sul set garantiva risposte immediate ai dubbi tecnici degli attori ed evitava qualsiasi approssimazione nei dettagli clinici ricreati davanti alle telecamere.
Cuori tra finzione storica e racconto autentico dei pionieri torinesi
“Cuori” prende spunto dalla storia vera dell’ospedale molinette di torino negli anni sessanta quando i medici affrontavano operazioni mai tentate prima con coraggio silenzioso e determinazione estrema. La serie vuole onorare questa eredità mostrando quel mondo attraverso occhi nuovi ma fedeli alla realtà vissuta dai protagonisti originali.
Martari evidenzia come questo approccio abbia reso ogni scena carica di tensione emotiva senza bisogno d’effetti speciali o drammatizzazioni forzate. L’autenticità nasce dal rispetto profondo per quei fatti reali che hanno cambiato la medicina italiana.
Le ore passate ad apprendere nozioni chirurgiche vere hanno lasciato tracce indelebili negli interpreti rendendo “cuori” qualcosa più vicino al documentario drammatico che alla semplice fiction televisiva medicale classica.
L’eredità culturale dietro una fiction medicale
Il valore aggiunto portato dalla collaborazione tra medici esperti come guglielmo actis dato e attori impegnati nella ricerca del dettaglio rende “cuori” unico nel panorama televisivo italiano recente. Non è solo intrattenimento bensì testimonianza concreta dedicata a chi ha scritto pagine importanti nella storia sanitaria nazionale senza clamore mediatico ma con dedizione totale.
Questa attenzione rigorosa traspare nello schermo facendo percepire allo spettatore lo sforzo reale dietro ogni battito cardiaco simulato, ogni strumento maneggiato, ogni pausa carica d’attesa tipica degli interventi critici.
In definitiva “cuori” dimostra come anche una fiction possa diventare veicolo potente per ricordare figure fondamentali rimaste spesso nell’ombra. Un racconto fatto col rigore dei fatti, capace però pure di emozionare grazie al coinvolgimento sincero degli interpreti.