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Masssimo d’alema sul rischio guerra israele iran, critiche a trump e all’occidente

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L’ex presidente del consiglio Massimo d’alema è tornato a parlare del rischio di conflitto tra israele e iran nel corso della trasmissione Otto e mezzo su La7. Ha affrontato il tema con parole nette, denunciando il fallimento delle diplomazie e criticando l’atteggiamento degli Stati uniti sotto la presidenza di Donald trump. D’alema ha ricordato la sospensione dei negoziati con Teheran, sottolineando l’impatto di quella scelta sulla politica internazionale odierna. Ha poi affrontato il ruolo dell’Europa e l’approccio dell’occidente di fronte alle tensioni mediorientali, invitando a riflettere sulle conseguenze concrete delle azioni diplomatiche e militari.

La confusione di washington e la crisi diplomatica con l’iran

Massimo d’alema ha subito definito la situazione americana piuttosto confusa, soprattutto dopo le dichiarazioni di trump sulle possibili alleanze militari con israele. «Non è chiaro nemmeno a lui cosa deciderà», ha detto riferendosi al presidente Usa. L’ex premier ha posto il problema principale su un piano diverso, insistendo sul fatto che la reale crisi nasce dal fallimento diplomatico tra iran e occidente. Ha richiamato alla memoria l’accordo storico che aveva portato alla sospensione del programma nucleare iraniano, cancellato dall’amministrazione trump. Secondo d’alema, quella scelta ha aperto la strada all’escalation di tensioni, innescando un rischio di guerra che era stato evitato solo dalla diplomazia. Ha lamentato la mancanza di responsabilità nei confronti della comunità internazionale e ha invitato a non dimenticare questo passaggio cruciale nella storia recente del Medio oriente.

Riflessioni sul nucleare e la stabilità regionale

D’alema ha formulato una riflessione provocatoria ma supportata dalla realtà: ha sostenuto che se l’iran fosse già in possesso della bomba nucleare, probabilmente non si arriverebbe a una guerra aperta. Ha portato l’esempio della Corea del Nord, dove la deterrenza nucleare ha mantenuto uno status quo fragile ma stabile. L’ex presidente del consiglio ha ricordato il rischio della proliferazione nucleare, sottolineando che molti paesi potrebbero prendere la stessa strada iraniana per difendersi da attacchi esterni. Questo, secondo d’alema, sarebbe un modo per evitare interventi militari ma allo stesso tempo potrebbe aumentare la tensione globale e rendere i conflitti più difficili da risolvere. Il suo intervento invita a ragionare su come la calma fragile di oggi dipenda da equilibri molto rischiosi e precari.

Guerra e cambiamenti politici, il fallimento delle strategie militari occidentali

Massimo d’alema ha manifestato scetticismo rispetto alla narrativa che vede il cambiamento dei regimi non democratici solo come risultato di operazioni militari esterne. Ha definito questa idea irrealistica e ha ricordato come molti interventi si siano conclusi con risultati opposti alle aspettative. Il riferimento all’Afghanistan è emblematico: dopo la caduta dei talebani non si è assistito a un vero progresso democratico ma a un ritorno delle posizioni più dure. Secondo d’alema, i cambiamenti politici possono verificarsi solo se vi è una spinta interna nella società. Altrimenti la guerra alimenta il radicalismo e le tensioni con esiti devastanti. Ha messo in luce come le bombe raramente portino a soluzioni stabili e come la storia recente presenti molti esempi in questo senso. Lo stesso vale per la situazione a Gaza, dove ha denunciato un silenzio quasi totale sui massacri e sulla violenza, definendo incomprensibile la censura nei confronti di quella tragedia. D’alema ha posto l’accento sulla gravità delle azioni israeliane, chiedendo quale logica possa giustificare certi picchi di brutalità.

Riflessioni finali sull’intervento di d’alema

L’intervento di Massimo d’alema riporta sotto i riflettori alcune delle questioni più irrisolte della politica internazionale, evidenziando i limiti di approcci militari e diplomatici adottati negli ultimi anni. Il confronto sul futuro dell’area è aperto e resta uno dei temi più accesi alla vigilia di possibili nuovi sviluppi nel conflitto israele-iran.

Written by
Giulia Rinaldi

Giulia Rinaldi osserva il mondo con occhio critico e mente curiosa. Blogger fuori dagli schemi, scrive di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile personale e tagliente, mescolando analisi e sensibilità in ogni articolo. Il suo obiettivo? Dare voce a ciò che spesso passa inosservato.

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