
Maria Denisa Adas, escort di 30 anni, è stata uccisa e decapitata a Montecatini Terme da Vasile Frumuzache, che ha confessato il delitto dopo essere stato incastrato da prove e video. - Unita.tv
Maria denisa adas, 30 anni, è stata trovata morta in un casolare abbandonato a montecatini terme, in provincia di pistoia. La conferma è arrivata dopo la confessione dell’uomo accusato del delitto. Il caso scuote la comunità e lascia la madre della vittima nel dolore e nell’incertezza economica. Denisa lavorava come escort e sosteneva la famiglia, ma ora il vuoto è enorme. Ecco cosa è successo e quali elementi hanno portato alla svolta nelle indagini.
Il contesto familiare e la perdita improvvisa di denisa
Maria cristina paun, madre di Denisa, abita con la figlia da anni nel quartiere torpignattara a roma. Denisa era il principale supporto economico della famiglia, si occupava di affitto, bollette e delle medicine necessarie alla madre, che ha problemi di salute. La scoperta della morte della figlia ha provocato in Maria cristina un forte shock: è svenuta alla notizia comunicatagli dall’avvocata di famiglia. Denisa aveva lasciato Roma per trasferirsi a prato il 12 maggio, dove aveva affittato un mini-appartamento in via ferrucci, utilizzato come base per gli incontri con i clienti.
Il lavoro di Denisa come escort era noto alle amiche e colleghe, che hanno notato un improvviso silenzio nelle sue comunicazioni. Telefonate senza risposta e assenza di notizie hanno subito preoccupato chi le voleva bene. Le amiche hanno iniziato una raccolta fondi per aiutare Maria cristina, che non riesce a mangiare o a dormire da giorni e teme di non poter affrontare le spese per un possibile viaggio in romania e un funerale dignitoso.
La scoperta del corpo e la confessione di vasile frumuzache
Il 4 giugno, i carabinieri hanno ricevuto una segnalazione anonima che li ha portati in un casolare isolato nella zona panteraie di montecatini terme. Tra i rovi, è stato rinvenuto il corpo senza testa di una donna. Pochi chilometri più avanti, in un campo vicino all’abitazione di vasile frumuzache, guardia giurata di 32 anni di origini romene residente a monsummano terme, è stata trovata la testa carbonizzata.
Frumuzache è stato fermato la stessa sera e, davanti al procuratore di prato, luca tescaroli, ha confessato l’omicidio, dichiarando che si è trattato di un gesto pianificato e messo in atto da solo. L’uomo ha raccontato di essere ricattato da Denisa, che gli avrebbe chiesto 10 mila euro per non rivelare alla moglie la loro relazione. Gli inquirenti però ritengono che questa motivazione non giustifichi la violenza estrema del delitto.
Le modalità del delitto e il comportamento dell’assassino
Secondo la ricostruzione investigativa, il delitto è avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 maggio nel residence di Prato dove Denisa aveva affittato l’appartamento. Vasile frumuzache ha strangolato la donna, poi ha decapitato il corpo per occultarlo meglio. Ha caricato i resti in un trolley bianco, che ha trasportato in due luoghi diversi: il corpo senza testa è stato abbandonato nel casolare, mentre la testa è stata incendiata in un campo vicino alla sua abitazione. La separazione dei resti mira a eludere il ritrovamento completo e a rendere più difficile il riconoscimento.
Su questa scena del crimine si basa anche l’analisi delle prove raccolte, che hanno permesso alla procura di chiudere il cerchio e consolidare l’accusa nei confronti dell’uomo.
Prove e tracce che hanno incastrato l’imputato
Le indagini si sono basate su diversi elementi oggettivi, a partire dalle immagini delle telecamere di sorveglianza del residence di Prato. I filmati mostrano Frumuzache entrare alle 22:50 del 15 maggio con un borsone e uscire dopo più di due ore, spingendo un trolley. Il gps dell’auto ha confermato il tragitto notturno tra Prato e Montecatini terme, compatibile con la fase successiva al delitto.
Tabulati telefonici hanno documentato numerosi contatti tra Denisa e l’uomo fino all’ultima sera, seguiti da un silenzio totale. Gli esperti del reparto investigazioni scientifiche hanno repertato tracce biologiche compatibili con la vittima all’interno del bagagliaio dell’auto di Frumuzache, confermando il coinvolgimento criminale.
Questa serie di prove materiali ha permesso agli investigatori di delineare con precisione la dinamica dei fatti e di sostenere l’impianto accusatorio in tribunale.