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Malìa Di Amici pubblica uno sfogo social e punta il dito contro il sistema musicale italiano

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Tra i tanti ex partecipanti di “Amici” che continuano a far parlare di sé, Malìa si è messo al centro dell’attenzione con un post su TikTok dove racconta il suo punto di vista sul mondo della musica in Italia. Il giovane artista, 21 anni, ha scelto di non tenersi più dentro le sue frustrazioni e ha spiegato perché fatica a trovare spazio e libertà nell’industria musicale.

Il suo video ha attirato subito utenti e addetti ai lavori, perché svela senza filtri le difficoltà e i retroscena che spesso restano nascosti dietro i riflettori.

Una parentesi sulla sua esperienza a amici

Mattia Gattoni, nome reale di Malìa, è uscito dall’ultima edizione di “Amici” lasciando il segno. Ha subito fatto parlare di sé per i colpi di scena e i suoi modi schietti. Già in passato aveva acceso dibattiti per una decisione artistica forte: inserire un audio di un momento intimo in uno dei suoi brani. Quel gesto aveva diviso i fan e ripreso diversi media.

Ora Malìa si presenta con uno sfogo che va oltre il singolo episodio. Racconta che il sistema discografico mette spesso i giovani artisti davanti a un muro difficile da superare. Il ragazzo parla chiaramente di come le regole siano scritte da chi ha già potere e denaro. Chi non ha grandi numeri e nemmeno supporti forti, finisce in grossi guai.

Una lotta per la libertà artistica

La sua lotta sembra quella di chi vuole farsi sentire senza entrare nelle dinamiche di mercato, ma è chiaro che si tratta di un percorso complicato e pieno di ostacoli. Malìa non rinuncia alla sua indipendenza, anche se ammette quanto sia dura restare svincolati da certe logiche.

Il sistema musicale italiano e i limiti nell’ espressione artistica

Quello che emerge dallo sfogo è il problema dell’espressione libera nel campo della musica Italiana. Malìa dice che spesso agli artisti viene imposto un tetto su cosa possono davvero dire e mostrare. Secondo lui, chi va controcorrente rischia grosso, specie se non fa parte della “cerchia giusta”.

Nel video richiama situazioni concrete: qualcuno cita frasi sull’importanza di lottare contro la violenza sulle donne o per i diritti della comunità LGBTQ+, ma queste cose vengono prese poco sul serio o magari riscritte da altri. Quando si arriva a temi più delicati, come la politica internazionale, e qualche artista prova a parlarne in modo diretto, iniziano i problemi.

Quando i tabù diventano montagne

Malìa parla di un episodio con Ghali, un artista che ha definito il conflitto palestinese “genocidio” scatenando reazioni forti da parte del pubblico e dei media. Questo conferma, secondo lui, che certi argomenti restano tabù e che c’è poca spazio per la libertà d’espressione in certi contesti.

Questa restrizione non riguarda solo i contenuti ma anche il modo in cui viene presentata la musica. La produzione tende a preferire formule standardizzate, pezzi facili da digerire senza rischi o provocazioni reali.

Marketing e influencer : un mix controverso che domina il mercato musicale

Un altro punto del discorso di Malìa riguarda l’influenza del marketing e degli influencer nel lanciare pezzi e artisti. Nel suo sfogo riflette sul fatto che ormai gran parte della promozione musicale passa da video veloci su TikTok, in cui spesso spiccano personaggi poco collegati al mondo reale, come ragazzine pagate per fare espressioni facili davanti alla telecamera.

Secondo lui questo modo di promuovere la musica ha spostato il focus dal contenuto artistico alla viralità e al mero intrattenimento. Dà l’esempio di campagne create ad hoc dove i veri protagonisti diventano gli influencer, non gli artisti, e dove il pubblico si ritrova a partecipare a contest che sembrano più azioni di marketing che vere sfide musicali.

Critica anche il giornalismo musicale, che a suo giudizio non è libero di valutare le produzioni ma segue quelle che fanno più guadagni a chi finanzia le riviste. Questo crea un circuito chiuso dove si parla sempre e solo di chi sta bene con le major.

La musica che arriva alle persone non è più un prodotto naturale ma qualcosa modellato da logiche di mercato che cercano di controllare chi può emergere e come.

Malìa e il rifiuto del compromesso : resta fedele al proprio modo di fare musica

L’aspetto forse più interessante del messaggio di Malìa è la sua ferma posizione contro l’adattarsi a dinamiche poco trasparenti. Rifiuta l’idea di piegarsi a un sistema che imporrebbe certe scelte solo per “campare” o per ottenere visibilità a breve termine.

Racconta di come per lui sia fondamentale restare autentico e mantenere il controllo della sua arte. Anche se questo significa fare meno successo o affrontare ostacoli più duri, non vuole rinunciare a dire quello che pensa o a portare avanti progetti che gli stanno a cuore.

La sua esperienza e la sua rabbia testimoniano la difficoltà di chi si avvicina al mondo della musica con la voglia di cambiare qualcosa ma si scontra con una realtà fatta di interessi consolidati e giochi di potere.

Chi segue la scena musicale Italiana può cogliere in queste parole l’immagine di un ambiente complesso, dove la libertà creativa convive con pesanti condizionamenti economici e sociali. Nel 2025 queste dinamiche restano difficili da superare, e Malìa ne racconta il lato meno glamour.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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