Marcello Macchia, noto al grande pubblico come Maccio Capatonda, ha deciso di abbandonare i suoi iconici personaggi per rivelare la sua vera essenza. Con la nuova comedy series ‘Sconfort Zone‘, disponibile su Prime Video, il comico si espone come mai prima d’ora, affrontando le proprie vulnerabilità e il percorso che lo ha portato a diventare l’artista che è oggi. In un’intervista recente, Capatonda ha condiviso le sue riflessioni su questo progetto e sul suo approccio alla creatività.
La liberazione dai personaggi iconici
Maccio Capatonda ha scelto di lasciare alle spalle figure come Mariottide e Padre Maronno per esplorare la sua identità autentica. “Non è stato semplice mettere a nudo le mie fragilità”, ha dichiarato, spiegando che ha sentito il bisogno di mostrarsi senza maschere. Questo processo di autoesplorazione è stato paragonato a una seduta di analisi, in cui ha scoperto lati inediti di sé stesso. La serie mette in luce la sua vulnerabilità, rivelando un personaggio che, sebbene possa apparire capriccioso, è profondamente influenzato da esperienze passate e mancanze dell’infanzia.
Capatonda ha sottolineato l’importanza di affrontare il lavoro senza aspettative, come l’apprezzamento del pubblico, anche sui social media. ‘Sconfort Zone‘ rappresenta per lui un ritorno alla realtà, dopo un periodo di crisi creativa. “Quando ti senti arrivato, dimentichi perché fai questo lavoro”, ha affermato, evidenziando come la scrittura della serie sia stata una vera sfida, caratterizzata da incertezze e cambiamenti di idea frequenti.
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La sfida della scrittura e il futuro teatrale
Valerio Desirò, attore e collaboratore di Capatonda, ha condiviso la sua esperienza nel processo creativo, descrivendo la scrittura della serie come complicata e piena di ostacoli. In attesa di sapere se ci sarà una seconda stagione, Capatonda guarda già al suo primo spettacolo teatrale, previsto per il prossimo anno. Ha in mente di coinvolgere qualcuno che non ha mai calcato le tavole del palcoscenico, per osservare come reagisce a questa nuova esperienza.
L’artista ha espresso il desiderio di stabilire un contatto diretto con il pubblico, un aspetto che lo ha sempre messo a disagio. La paura di esibirsi di fronte a un pubblico lo ha spinto a rifugiarsi nel mondo digitale, che gli ha permesso di esprimersi senza il rischio di errori in tempo reale. “Penso alla realtà come una ‘sconfort zone‘ e al digitale come una ‘comfort zone‘”, ha riflettuto, rivelando la sua timidezza e le difficoltà vissute durante l’infanzia.
Riflessioni sulla creatività e il futuro del cinema
Capatonda ha condiviso il suo pensiero riguardo alla mancanza di figure di riferimento nel suo percorso artistico. Sebbene abbia avuto maestri indiretti come Zemeckis, Kubrick e Verdone, ha riconosciuto che non ha mai frequentato una scuola di cinema. La sua formazione è avvenuta attraverso l’osservazione e l’apprendimento dai grandi del settore. Ha anche riconosciuto il ruolo fondamentale della Gialappa’s, che lo ha aiutato a comprendere le dinamiche del mondo dello spettacolo.
In un’epoca in cui la qualità del cinema sembra appiattirsi, Capatonda ha sottolineato la necessità di osare di più e di dare spazio a nuove voci. “Il pubblico cambia continuamente, e non possiamo basarci solo su ciò che vuole”, ha affermato, evidenziando l’importanza di innovare e di lavorare con talenti emergenti. Con la sua casa di produzione, Micidial, il comico intende promuovere progetti che diano voce a chi ha qualcosa da dire.
In un futuro prossimo, Maccio Capatonda potrebbe tornare sul set per un nuovo film con Christian De Sica e Lillo, ma al momento sta aspettando di ricevere la sceneggiatura. “È iniziato un dialogo”, ha rivelato, lasciando aperte le porte a nuove avventure artistiche.