Su Nove è approdato un nuovo talent musicale firmato Amadeus, che propone un format italiano ispirato al britannico Starstruck. Il programma punta a far emergere gruppi di persone comuni capaci di trasformarsi, nell’aspetto e nella voce, nei loro idoli musicali. Una gara che unisce costume, trucco e vocal coaching, pensata per mettere in luce le capacità non solo canore, ma anche performative. La sfida coinvolge squadre formate da tre concorrenti non noti, chiamati a replicare fedelmente i loro artisti preferiti, con l’obiettivo di conquistare il pubblico e la giuria. Il debutto ha raccolto reazioni contrastanti, tra elogi per le emozioni regalate e dubbi sulle scelte del format.
Il meccanismo del talent: tra spettacolo e trasformazioni realistiche
Like a star basa la sua forza su un meccanismo semplice ma efficace. Ogni puntata mostra diverse squadre impegnate a trasformarsi in vere e proprie star del panorama musicale, curando dettagli come voce, movenze, abbigliamento e look. A guidare i concorrenti ci sono coach vocali, truccatori e costumisti, che lavorano dietro le quinte per rendere quanto più realistici possibile i personaggi interpretati. Le performance sul palco non sono solo imitazioni, ma evocano profondamente l’atmosfera di un concerto autentico. Le sette puntate eliminatorie e la finale, in programma a breve, mettono in gioco un premio di 50.000 euro destinato all’interpretazione migliore.
Una giuria variegata
La giuria comprende Elio, Rosa Chemical e Serena Brancale, figure che rappresentano una combinazione di esperienza, sperimentazione e nuove tendenze. Questo mix consente un giudizio articolato e variegato, capace di valutare aspetti diversi dell’esibizione. Il cuore dello show resta la possibilità offerta ai concorrenti di abbandonare per qualche ora la propria normalità e confrontarsi con la vita da star. Questa formula cattura lo spettatore, che assiste alle trasformazioni fisiche e interpretative ma anche alle emozioni di chi prova da vicino un sogno spesso irraggiungibile.
Le critiche del pubblico: la durata e il ritmo delle puntate
Fin dai primi minuti di trasmissione, la durata elevata delle puntate ha sollevato polemiche tra gli spettatori. Like a star si inserisce infatti nella tradizione di programmi targati Amadeus in prima serata, noti per durare anche oltre le due ore e mezza. Diversi utenti su X hanno commentato ironicamente il fatto che lo spettacolo finisca sempre molto tardi, superando abbondantemente la mezzanotte. Questo prolungamento rischia di affaticare chi segue il programma, soprattutto durante la settimana lavorativa.
Confronto con il festival di sanremo
L’impostazione “maratona” ricorda un po’ il modello del Festival di Sanremo degli ultimi anni, anch’esso spesso criticato per la durata eccessiva e i tempi dilatati. Tale lunghezza, a detta di molti telespettatori, non si traduce sempre in momenti emozionanti o fondamentali, ma talvolta tende ad appesantire il ritmo complessivo. Il meccanismo del programma richiede dunque un bilanciamento più attento, in grado di mantenere vivo l’interesse senza stancare. Da questo punto di vista, Like a star si trova a dover affinare la scaletta e tagliare le parti meno essenziali.
Il meccanismo di ripescaggio: un’idea che ha creato confusione
Uno degli elementi più discussi della prima puntata è stata l’introduzione del ripescaggio, applicato solo dopo l’assegnazione del premio finale. Questa scelta ha sconcertato molti spettatori, incapaci di comprendere il senso di recuperare team eliminati quando la competizione sembrava conclusa. Nei forum e sui social si è formata un’opinione diffusa che considera questa svolta poco coerente con la logica di una gara a eliminazione.
Il confronto più frequente riguarda X Factor, dove il recupero dei concorrenti avviene in piena fase di gara, ossia mentre la competizione è in corso e il vincitore ancora da definire. Nel caso di Like a star sembrerebbe invece più un tentativo di allungare il programma, aggiungendo momenti di suspense senza un reale valore sportivo. Questa modalità ha scatenato un dibattito sul rischio di offrire un prodotto meno lineare, disorientando il pubblico in attesa di una narrazione chiara e progressiva. La produzione sarà chiamata a trovare un equilibrio tra colpi di scena e chiarezza.
Il potenziale del programma e la risposta sui social
Nonostante le critiche, Like a star ha subito attirato l’attenzione di una community attiva e partecipativa sui social. La componente emotiva, legata alla trasformazione di persone comuni in icone musicali, funziona e tocca il pubblico. Le esibizioni coinvolgono e fanno discutere, creando momenti di confronto tra fan, critici e semplici telespettatori. La presenza di Amadeus garantisce anche una certa visibilità, visto il legame consolidato tra il conduttore e la musica in televisione.
Le prossime puntate saranno cruciali per definire la fortuna del talent. L’attenzione si sposta sul modo in cui verranno gestiti tempi e dinamiche della gara, oltre che sull’eventuale correzione di difetti emersi all’esordio. Il format ha in sé le basi per una narrazione intrigante, annodata a storie personali e a trasformazioni capaci di strappare applausi. Lo spettatore resta in attesa di un prodotto più snello e coerente, che sappia sfruttare la carica emotiva senza perdersi in meccanismi poco chiari o eccessivamente lunghi.