Un nuovo film arriva nelle sale italiane, tratto dal romanzo di Ernest Hemingway “Di là dal fiume e tra gli alberi”. La pellicola, diretta da Paula Ortiz, racconta la storia del colonnello Richard Cantwell alle prese con una malattia terminale e i ricordi di una guerra passata. Liev Schreiber veste i panni del protagonista in un racconto che riflette le tensioni attuali e il senso di isolamento che attraversa molte società oggi.
La trama del film: guerra, malattia e l’amore a venezia
Il film si svolge nella Venezia del secondo dopoguerra. Il colonnello Richard Cantwell apprende di essere affetto da una malattia incurabile ma affronta questa realtà con apparente distacco. Nel frattempo rivive le ferite lasciate dalla prima guerra mondiale sul fronte italiano, esperienze vissute anche dallo stesso Hemingway durante il conflitto.
Un incontro tra passato e presente
La storia intreccia passato e presente attraverso l’incontro con Renata, interpretata da Matilda De Angelis. Renata è ispirata all’amore reale dello scrittore per Adriana Ivancich, giovane nobildonna veneziana che ha segnato profondamente la vita dell’autore americano. Il loro rapporto rappresenta uno specchio delle contraddizioni tra vitalità giovanile ed esperienza dolorosa della guerra.
Liev Schreiber sottolinea come nel racconto emerga la solitudine del protagonista: un sentimento che risuona nei tempi moderni dove spesso prevalgono divisioni sociali più che solidarietà collettiva per difendere valori comuni come la democrazia.
Liev schreiber tra cinema d’autore e vita privata
Attore versatile nato negli Stati Uniti da origini ucraine e russe, Liev Schreiber ha costruito una carriera spaziando dai blockbuster hollywoodiani ai ruoli più impegnati nel cinema indipendente. Oltre a recitare è anche produttore e regista.
Schreiber è noto al grande pubblico anche per il suo passato sentimentale: ex marito dell’attrice Naomi Watts con cui ha avuto due figli; ora sposato con l’ex modella Taylor Neisen ha recentemente accolto una terza figlia chiamata Hazel.
Durante l’intervista telefonica concessa proprio mentre si svolgevano eventi bellici internazionali , scherza affettuosamente con sua figlia interrompendo momentaneamente le domande per dedicarsi alla piccola.
Racconta inoltre come ridere sia stato fin dall’infanzia uno stimolo forte verso la recitazione: crescendo in famiglia dove arte era prioritaria rispetto al denaro grazie alla madre hippy tassista appassionata di teatro.
Girare a venezia durante la pandemia: atmosfere rarefatte
Le riprese sono avvenute nella città lagunare durante uno dei periodi più difficili della pandemia globale. Venezia deserta ha offerto scenari quasi surreali, lontani dalla folla turistica abituale.
Schreiber ricorda quei giorni come magici, fra canali illuminati dalla luna, silenzi interrotti solo dalle onde. Lui stesso vorrebbe tornare presto insieme alla famiglia per far conoscere quel luogo speciale alla piccola Hazel.
Per lo scrittore americano Italia rappresentava non solo attrazione amorosa ma apertura verso culture diverse. Nel film questo tema emerge chiaramente attraverso i personaggi principali capaci di superare differenze anagrafiche o sociali trovando punti comuni profondi.
Il senso della guerra visto dagli occhi dell’eroe cantwell
Richard Cantwell incarna l’archetipo dell’eroe segnato dalla battaglia: chi sopravvive porta dentro sé cicatrici invisibili difficili da sanare. Il personaggio prova soprattutto sensazioni legate alla morte piuttosto che gloria o trionfo.
Schreiber conferma quanto sia importante ricordarsi della futilità dei conflitti invece di cadere nuovamente negli stessi errori storici. Per lui gli eroi sono coloro che hanno rischiato tutto difendendo valori fondamentali destinati alle generazioni future.
Questo messaggio assume peso particolare considerando le tensioni geopolitiche contemporanee citate dall’attore durante l’intervista stessa, collegandosi idealmente ai drammi attuali in Ucraina – paese d’origine materna della sua famiglia – o Medioriente.
Radici familiari ed esperienze formative nell’infanzia artistica
Liev Schreiber nasce in ambiente familiare legato al mondo dello spettacolo: suo padre Tell Carroll Schreiber era attore-regista teatrale mentre sua madre Heather Hillgram lo cresceva seguendo ideali alternativi e culturali fortemente orientati all’arte piuttosto che agli aspetti materiali.
Da bambino veniva portato spesso dal nonno al circo dove sviluppò interesse verso performance divertenti; amava giocare immaginando storie epiche davanti a luoghi simbolo newyorkesi come il Madison Square Garden. La separazione dei genitori quando aveva quattro anni influì su alcune difficoltà economiche vissute nella crescita ma rafforzò certi valori importanti trasmessi soprattutto dalla madre impegnata politicamente su posizioni socialiste-hippy oltreché amante del cinema classico bianco-nero proiettato nei piccoli teatri urbani frequentati assieme ai figli.
Questi elementi hanno contribuito ad alimentare quella vocazione artistica sfociata poi nella scelta professionale dopo aver sperimentato vari percorsi accademici iniziali compresa semiotica finalizzata inizialmente ad ambiti pubblicitari prima dell’approdo definitivo sulla scena teatrale grazie anche a festival prestigiosi tipo “Shakespeare in the Park”.
Primi passi nel mondo dello spettacolo fino al successo consolidato
Il debutto avvenne intorno ai 15 anni partecipando ad alcune pièce scolastiche; tuttavia mancando risorse economiche dovette alternare studi universitari meno costosi lavorando poi come copywriter pubblicitario qualche tempo prima di ottenere ruoli significativi sul piccolo schermo televisivo statunitense negli anni ’90 .
La vera svolta arrivò quando Nora Ephron notò il talento emergente affidandogli parti rilevanti capaci di aprire strade importanti nel cinema mainstream senza però abbandonare mai produzioni più contenute artisticamente rivolte ad un pubblico selezionatissimo interessatissimo alle tematiche profonde affrontate nei suoi lavori successivi.
Con i primi guadagni decise subito investimenti concreti comprandosi casa propria oltreché sistemazioni adeguate per sua madre evitando così spese inutilmente elevate pur mantenendo standard abitativi dignitosissimi tipici delle grandi metropoli americane quali New York dove tuttora vive stabilmente insieme alla famiglia ampliatasi recentemente.
Questo percorso dimostra quanto determinazione ed equilibrio possano convivere senza rinunciare mai né allo spirito critico né agli affetti personali fondamentali lungo tutta una carriera intensa fatta soprattutto di scelte ponderate volte sempre al miglioramento continuo senza perdere contatto diretto col proprio vissuto umano quotidiano.