le nuove regole de l’isola dei famosi: cosa succede a chi si ritira tra penali sparite e cachet
L’edizione 2025 de l’isola dei famosi ha visto sette ritiri, spingendo Mediaset e Banijay a rivedere le regole economiche, eliminando le penali per i concorrenti che abbandonano il programma.

L’edizione 2025 de "L’isola dei famosi" ha registrato sette ritiri, riflettendo il cambiamento delle regole: oggi i concorrenti che abbandonano perdono solo il cachet, senza pagare penali economiche elevate come in passato, per attrarre più vip e adeguarsi al mercato. - Unita.tv
L’edizione 2025 de l’isola dei famosi ha già registrato sette ritiri tra i concorrenti, un fenomeno che ha riacceso l’interesse sulle regole economiche e contrattuali del reality. Negli ultimi anni, la produzione ha modificato le clausole riguardanti i ritiro anticipati, eliminando le penali che un tempo pesavano molto sui partecipanti. Questo cambiamento riflette un rapporto nuovo con i concorrenti e un adattamento del programma alle esigenze del mercato e della platea. Ecco come oggi funziona davvero il meccanismo dietro l’abbandono dell’isola.
Come funzionavano le penali nelle prime edizioni de l’isola dei famosi
Quando l’isola dei famosi ha mosso i primi passi, chi decideva di lasciare il reality prima della fine si trovava davanti a penali economiche molto alte. Alex Belli, concorrente di un’edizione Mediaset di dieci anni fa, ha raccontato in una recente intervista a studio 100 che la cifra per il ritiro superava i 100.000 euro. “Questa tassa serviva a scoraggiare i partecipanti dall’abbandonare l’esperienza”, dato che il reality è noto per le difficoltà fisiche e psicologiche molto intense, soprattutto nei primi giorni.
Per chi mollava, la produzione pretendeva la cifra intera, creando così un deterrente economico importante. Belli ha ricordato che anche lui, se non ci fosse stata quella clausola, “avrebbe pensato prima di mollare”, visto l’impatto pesante del programma sul benessere personale. Quell’alta penale, dietro le quinte, manteneva in piedi la struttura del reality garantendo la sopravvivenza del cast e il coinvolgimento continuo.
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Le modifiche introdotte nelle regole degli ultimi anni
Le cose sono cambiate radicalmente negli anni recenti: le penali economiche alte per i ritiri sono sparite. Lo ha spiegato Gabriele Parpiglia dialogando con Alex Belli nella stessa intervista, aggiungendo che oggi chi si ritira semplicemente rinuncia al cachet previsto dal contratto. Questo significa che i concorrenti non devono più versare alcuna penale alla produzione, ma perdono il compenso che avrebbero percepito in caso di conclusione regolare del gioco.
Oltre al mancato pagamento, i ritirati devono lasciare anche le possibilità di partecipare alle trasmissioni in studio legate al programma. Questo rappresenta un costo indiretto, sebbene non sia una multa vera e propria. Questa formula nuova sembra più flessibile, sicuramente meno vincolante rispetto al passato. È un cambio di strategia da parte di Mediaset e Banijay, probabilmente nato da difficoltà a trovare personaggi disposti a firmare contratti con penali così stringenti.
Il caso di angelo famao e i cachet dei partecipanti
Tra i naufraghi del 2025 si è fatto notare Angelo Famao, che si è ritirato lasciando sorpresi molti fan, proprio mentre la sua popolarità musicale cresceva grazie al seguito dei tifosi del Napoli. Similmente ad altri artisti, il cachet legato alle serate live e agli eventi pubblici vale molto più del compenso del reality, spesso piuttosto limitato.
Le cifre rivelate durante il programma mostrano che il guadagno settimanale in trasmissione può aggirarsi intorno ai 6.000 euro lordi per i concorrenti più considerati, come ammesso da Marco Mazzoli, vincitore dell’edizione numero 17. Tuttavia, con cachet di questo genere, restare legati a penali di 100.000 euro sarebbe poco sensato. “Quel rischio avrebbe potuto inibire la partecipazione di molti personaggi noti”. Il ritiro senza penali appare quindi una scelta funzionale per mantenere l’attraenza del reality verso i vip, mantenendo al contempo un controllo sui costi e sulle possibilità di confronto tra produzione e concorrenti.