Il film “Le assaggiatrici”, diretto da Silvio Soldini, offre uno sguardo intenso e profondo su un periodo storico segnato dalla guerra e dalla paura. Ambientato durante l’invasione dell’Unione Sovietica, la pellicola racconta le vicende di sette giovani donne costrette a un destino inaspettato, mentre il mondo attorno a loro si sgretola. Tratto dal romanzo di Rosella Postorino, il film affronta temi complessi come la sopravvivenza, la fiducia e la vulnerabilità umana, rendendolo un’opera di grande rilevanza.
La trama: un destino inaspettato
Nel cuore della Seconda Guerra Mondiale, Adolf Hitler si rifugia nella sua “Tana del Lupo”, un luogo isolato dove può monitorare gli sviluppi del conflitto. Tuttavia, la sua paranoia lo porta a temere per la propria vita, convinto che qualcuno possa avvelenarlo. Per questo motivo, decide di sequestrare sette giovani ragazze, costringendole a assaggiare i suoi pasti quotidiani. Tra queste ragazze c’è Rosa, una giovane donna che ha abbandonato Berlino per sfuggire ai bombardamenti. Rifugiata dai suoceri, vive nell’incertezza mentre il marito è al fronte e non dà notizie.
Le altre sei ragazze, ognuna con una storia personale e segreti da nascondere, si trovano a condividere un destino comune. La tensione cresce quando tra Rosa e uno degli ufficiali delle SS, incaricato di vigilare su di loro, scoppia un’attrazione inaspettata. Questo legame, che sfida le convenzioni e le logiche del tempo, diventa un elemento centrale della narrazione, mettendo in luce la complessità delle emozioni umane anche in situazioni estreme.
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Un film insolito per Silvio Soldini
“Le assaggiatrici” rappresenta un’opera diversa per Silvio Soldini, noto per i suoi film ambientati in Italia. Questa volta, il regista si avventura in un contesto storico e culturale lontano, realizzando una pellicola in costume recitata in tedesco. La scelta di Soldini di affrontare un tema così delicato e controverso dimostra la sua versatilità come cineasta e la sua capacità di esplorare nuove narrazioni.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Rosella Postorino, pubblicato da Feltrinelli e tradotto in ben 38 lingue, ma non in Germania. Questa scelta editoriale riflette la delicatezza del tema trattato e la volontà di affrontare la storia da una prospettiva diversa, quella delle donne che hanno vissuto in prima persona le conseguenze della guerra.
Tematiche e atmosfera
La pellicola riesce a trasmettere un’atmosfera tesa e cupa, scavando nella paura e nel bisogno di sopravvivere delle protagoniste. Le ragazze, costrette a confrontarsi con un “nemico” che credevano alleato, si trovano a dover trovare una ragione per continuare a vivere. La loro lotta per la sopravvivenza diventa un viaggio di scoperta interiore, dove la ricerca di un appiglio e di un futuro migliore si intreccia con la realtà cruda della guerra.
“Le assaggiatrici” si presenta come un’opera di grande qualità, capace di coinvolgere il pubblico in una riflessione profonda sulle dinamiche umane in situazioni di crisi. La pellicola invita a misurarsi con un cinema che non teme di affrontare temi complessi, rendendo omaggio alle storie di donne che, in un contesto di oppressione, cercano di affermare la propria identità e il proprio diritto a vivere.