Lavoratori dei festival cinematografici in francia rilanciano la protesta per diritti negati al festival di cannes

Il collettivo Sous Les Écrans La Dèche protesta contro le condizioni di lavoro al festival di Cannes, denunciando la mancanza di diritti contrattuali e chiedendo una tutela sociale per i lavoratori.
Il collettivo francese Sous Les Écrans La Dèche, con oltre 300 collaboratori dei festival cinematografici, protesta contro le precarie condizioni di lavoro al festival di Cannes, chiedendo diritti come disoccupazione e pensione, ancora bloccati da problemi burocratici. - Unita.tv

Sous Les Écrans La Dèche, un gruppo che riunisce oltre 300 collaboratori dei festival cinematografici francesi, torna in prima linea con una protesta contro le condizioni di lavoro al festival di Cannes. Dopo lunghe trattative interrotte, i lavoratori denunciano la mancanza di diritti contratto quali disoccupazione e pensione. La questione rimane aperta e solleva dubbi sul futuro di queste manifestazioni culturali.

Il collettivo sous les écrans la dèche e la mobilitazione contro il festival di cannes

Il collettivo Sous Les Écrans La Dèche: Collectif des Précaires des Festivals de Cinéma si è fatto portavoce di una frangia importante del settore dei festival cinematografici in Francia, raccogliendo circa 300 persone tra tecnici, addetti alla produzione e collaboratori saltuari. Nel loro comunicato, pubblicato il 12 aprile 2025, il gruppo espone la difficile condizione dei lavoratori freelance coinvolti nella organizzazione dei grandi eventi, tra cui il festival internazionale di Cannes.

Gli attivisti denunciano che da mesi i loro tentativi di ottenere formalmente la tutela dei diritti contrattuali sono stati “bruscamente bloccati”. Tra questi diritti figurano l’accesso all’indennità di disoccupazione e ai contributi pensionistici, cruciali per una categoria che vive spesso senza un contratto stabile. Diverse decine di festival in tutta Francia dipendono proprio da collaboratori intermittenti che guadagnano redditi bassi e irregolari, spesso senza vita lavorativa continuativa.

All’interno del comunicato il collettivo evidenzia la frustrazione crescente: molti di questi lavoratori hanno “tirato avanti a stento per tutto l’anno, allungando stipendi già magri, sperando che la situazione si stesse finalmente risolvendo”. L’attesa di un chiarimento in materia resta oggi ancora lunga e incerta.

Un anno di trattative senza esito

L’accordo tra sindacati e direzioni festival: una mediazione ancora incompleta

Un anno fa, nel 2024, quattro grandi sindacati francesi e FICAM, che rappresenta i festival cinematografici, avevano raggiunto un’intesa per includere i lavoratori nei loro sistemi contrattuali. L’accordo prevedeva di estendere a queste figure una parte dei diritti che spettano ai dipendenti stabili. Tuttavia, il nodo che resta irrisolto riguarda l’UNEDIC, l’ente pubblico che regola le assicurazioni contro la disoccupazione.

L’assenza dell’adesione da parte di UNEDIC ha bloccato di fatto la possibilità di offrire a chi lavora ai festival una reale tutela sociale, soprattutto per i periodi di inattività. A oggi, “centinaia di lavoratori” attendono la conclusione di questo “processo amministrativo”, mentre diversi festival non possono ancora firmare contratti che garantiscano condizioni dignitose ai loro collaboratori.

Il comunicato ribadisce che “decine di manifestazioni” sono da tempo pronte a regolarizzare i rapporti di lavoro ma sono vincolate a questo iter. Sotto pressione, il collettivo ha invitato di nuovo tutti i collaboratori a mobilitarsi, perché senza una prospettiva economica chiara e stabile la sopravvivenza stessa dei festival rischia di diventare un problema.

Pressione e mobilitazione continua

Chi sono i lavoratori coinvolti e il sostegno di justine triet

Sous Les Écrans La Dèche si presenta come un collettivo che rappresenta una fetta larga e fondamentale del personale tecnico e organizzativo presente nei festival cinematografici francesi più noti. Tra i suoi membri ci sono persone che operano nella selezione ufficiale del festival di Cannes, nella sezione del Marché du Film e in altre rassegne parallele come la Quinzaine des Réalisateurs e la Semaine de la Critique.

Questo movimento ha avuto anche appoggi da figure importanti del cinema. Tra queste spicca la regista Justine Triet, vincitrice della Palma d’Oro con il film Anatomia di una caduta nel 2023. Triet ha manifestato solidarietà indossando un distintivo rosso, simbolo del collettivo, durante la passerella di presentazione a Cannes, sottolineando l’urgenza di garantire diritti a chi lavora dietro le quinte degli eventi culturali.

Questo episodio di visibilità ha portato il dibattito sotto i riflettori internazionali, con un’attenzione rinnovata sulle condizioni spesso precarie degli addetti ai festival di cinema, ingranaggi fondamentali senza cui i grandi eventi non avrebbero modo di esistere. Lo scontro tra le esigenze dei lavoratori e le difficoltà burocratiche rimane aperto.