rosa balistreri, cantastorie siciliana nata a licata nel 1927, è stata una voce che ha dato voce agli ultimi, alle donne maltrattate e alla rabbia del popolo povero. La sua vita e la sua arte trovano nuova luce nella pellicola l’amore che ho, diretta da paolo licata, uscita nelle sale l’8 maggio 2025 dopo l’anteprima al torino film festival 2024. carmen consoli, musicista e cantautrice di riferimento, firma le musiche originali e interpreta un piccolo ruolo nel film, sottolineando quanto sia fondamentale mantenere vivo il ricordo di balistreri per comprendere meglio la nostra stessa identità.
Come viene raccontata la vita di rosa balistreri nel film
Il film ripercorre le tappe cruciali della vita di rosa balistreri attraverso tre attrici che la rappresentano in diverse età: anita pomario interpreta la cantante da giovane, donatella finocchiaro in età adulta e lucia sardo nella fase anziana della sua vita. Questa scelta regala uno sguardo completo e sfaccettato sulla sua esistenza, caratterizzata da sofferenze personali e difficoltà sociali, ma anche da un coraggio e una determinazione fuori dal comune.
Il ruolo di carmen consoli nella colonna sonora e nel cast
carmen consoli, oltre a interpretare la musicista Alice, ha curato le musiche originali del film, che riprendono lo spirito delle canzoni di balistreri, potenti nella capacità di raccontare la rabbia, il dolore e la protesta. L’opera restituisce uno spaccato autentico della sicilia povera e conservatrice degli anni passati, ma anche la forza di una donna che è riuscita a tradurre in arte la sua storia e quella di tante altre persone invisibili.
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La narrazione mette in luce le contraddizioni di un’artista non semplice da catalogare: rosa non si è mai piegata alle regole del mondo della musica e dello spettacolo, portando avanti valori scomodi, sconfitti dall’epoca ma oggi più che mai attuali.
Difficoltà personali di rosa balistreri tra violenza e tragedie familiari
Nata in una famiglia povera, rosa balistreri ha affrontato un’esistenza segnata da eventi drammatici. Il padre osteggiava la sua passione musicale e la costrinse a un matrimonio infelice con un uomo irresponsabile, che persino dilapidò il corredo della moglie. Rosa provò a difendersi dalla privazione e dalle violenze arrivando quasi a ucciderlo.
Il suo destino non si arrestò qui: finì in carcere per diverse accuse, tra cui furto, e fu anche vittima di aggressioni. La sorella venne assassinata dal marito e il padre si suicidò, schiacciato dal dolore familiare. Questi episodi tragici segnarono profondamente la sua musica, tradotta in canzoni incandescenti di rabbia e denuncia.
Carmen Consoli ha descritto la rabbia di Rosa come una forza viva, un fuoco che brucia dentro e può essere trasformato in passione attraverso l’arte. Questa passione guida l’attenzione sul sociale senza perdere la capacità di riflettere. La rabbia, in questo contesto, non è solo protesta sterile ma motore di cambiamento e crescita personale.
Musica e politica: un’attivista che fa i comizi con la chitarra
Nel lungometraggio, rosa balistreri si definisce “un’attivista che fa i comizi con la chitarra”: un’immagine che racconta il suo spirito combattivo e la capacità di usare la musica come veicolo di messaggi forti e scomodi. Il film mostra chiaramente come questa sua posizione l’abbia resa spesso incostante nel mondo dello spettacolo e poco accettata in contesti mainstream, come il festival di sanremo.
Oggi il panorama mediatico e social ha portato a una maggiore censura di opinioni politiche esplicite da parte degli artisti. carmen consoli sostiene che il successo a tutti i costi spesso si paga con compromessi che hanno a che fare proprio con l’espressione libera del pensiero. Per lei, la politica si manifesta ogni giorno, nelle azioni semplici come l’impegno a rispettare l’ambiente o gli altri.
rosa balistreri, con la sua vita segnata da tragedie e ingiustizie, ha rappresentato un esempio di resistenza e ribellione che parte dalla cultura e dalla consapevolezza. La sua esistenza è una dichiarazione politica incarnata, che continua a insegnare come la conoscenza possa diventare normale strumento di emancipazione.
Memoria e importanza del contributo di carmen consoli
carmen consoli ha espresso il timore di essere dimenticata dal pubblico, un sentimento che l’ha spinta a incidere musica frequentemente per rimanere presente nella memoria collettiva. Comporre la colonna sonora di l’amore che ho ha rappresentato per lei un modo per alimentare la memoria viva di rosa balistreri e di ciò che ha rappresentato.
Ricordare rosa significa mantenere viva un’anima universale fatta di lotte, umanità e voglia di dignità. Il film e la musica danno voce a questa eredità, evitando che scompaia nel tempo. Carmen Consoli sottolinea come questa voce di donna forte sia un richiamo a non dimenticare se stessi, invitandoci a tener presenti le storie di chi ha mostrato la realtà così com’era, senza filtri o compromessi.
Il viaggio di rosa balistreri prosegue così sul grande schermo e nelle note di una colonna sonora che richiama un’epoca e una sicilia difficili, ma necessarie per capire le radici della nostra identità culturale e sociale.