
"La vita invisibile di Eurídice Gusmão" è un film brasiliano ambientato negli anni '50 che racconta la storia di due sorelle divise dalle rigide regole patriarcali, esplorando temi di famiglia, libertà e solidarietà femminile. - Unita.tv
Un racconto ambientato nel brasile degli anni cinquanta mette a fuoco la condizione delle donne in una società dominata da rigide regole patriarcali. Su rai 5 va in onda questa sera “la vita invisibile di eurídice gusmão”, film che esplora il legame tra due sorelle separate dalle convenzioni familiari e sociali, tra speranze e ostacoli da superare.
La trama: due sorelle divise da un mondo di silenzi e imposizioni familiari
La storia si svolge a rio de janeiro negli anni cinquanta e segue eurídice e guida gusmão, due sorelle legate da un affetto profondo. Crescono in un ambiente familiare tradizionalista e severo. Una sera guida esce di nascosto per incontrare giōrgos, un giovane marinaio greco di cui è innamorata. Non torna più a casa perché decide di seguirlo in europa, comunicandolo con una lettera.
Rimasta sola, eurídice accetta il destino imposto dalla famiglia: matrimonio combinato con antenor, figlio di un ricco mercante. Durante il viaggio di nozze però guida torna a casa, sedotta e abbandonata, incinta. Il padre mostra disprezzo e ordina alla madre di non rivelare nulla alla sorella.
Guida trova rifugio da filomena, una donna povera, e dopo il parto decide di tenere il bambino. Per sostentarlo lavora in una fonderia. Eurídice nasce anche lei madre di una bambina e nel frattempo cerca la sorella tramite un investigatore privato. A natale le due sono vicine a incontrarsi in un ristorante ma guida se ne va alla vista del padre. Il film racconta così lotte private e generazionali, segnate dalla difficoltà di comunicare in una famiglia frammentata.
dal romanzo di martha batalha al film di karim aïnouz: un ritratto di società e tempo
Il film, diretto dal brasiliano karim aïnouz, prende spunto dal romanzo del 2016 di martha batalha, pubblicato in italia da feltrinelli. Nel 2019 ha vinto a cannes nella sezione Un Certain Regard per la forza della narrazione e la sua capacità di rappresentare un tempo e un luogo difficili per le donne.
L’opera si muove tra melodramma familiare e critica sociale, mostrando le ferite e le frustrazioni di una società limitante. La fotografia usa colori saturi per creare un’atmosfera intensa che sostiene l’intreccio, e la struttura epistolare alterna le voci delle due sorelle, mantenendo alta la tensione anche nelle due ore e mezza di durata.
Karim aïnouz si ispira al cinema di douglas sirk e rainer werner fassbinder, registi che hanno lavorato sul rapporto tra famiglia e società patriarcale. Qui il melodramma si trasforma in strumento per riflettere su libertà e autodeterminazione femminile, mostrando come la solidarietà tra donne rappresenti una forma di resistenza in un ambiente oppressivo.
Il cast e le interpretazioni che danno voce alle protagoniste
Il successo del film si deve soprattutto a julia stockler e carol duarte, sulle quali si regge il racconto. Stockler, 36 anni, ha ricevuto premi importanti come il Grande Prêmio do Cinema Brasileiro per questo ruolo, mentre duarte ha proseguito la sua carriera con interpretazioni come in La chimera di alice rohrwacher.
Una presenza significativa è quella di fernanda montenegro, celebre figura del cinema brasiliano, che interpreta eurídice anziana. Montenegro è la prima attrice latina candidata all’oscar per Central do Brasil ed è madre di fernanda torres, sua collega attrice.
Il resto del cast comprende gregorio duvivier nel ruolo di antenor, barbara santos come filomena, flavia gusmão in quello di ana e maria manoella come zélia. Questi attori offrono un quadro credibile di quella brasilianità fatta di differenze sociali e tensioni familiari.