La vita da grandi: un film che esplora l’autismo e la crescita personale

“La vita da grandi”, diretto da Greta Scarano, esplora il legame tra Irene e il fratello autistico Omar, affrontando temi di crescita personale e inclusione. Uscita prevista per aprile a Roma.

La vita da grandi: un film che esplora l'autismo e la crescita personale

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La cinematografia italiana sta vivendo un momento di fermento, con un crescente interesse per le storie raccontate da registe e sceneggiatrici. “La vita da grandi“, diretto da Greta Scarano e in uscita il 3 aprile, si inserisce in questo panorama, affrontando tematiche importanti come l’autismo e il percorso verso l’età adulta. Con una narrazione che si rivolge a un pubblico di tutte le età, il film promette di essere un’esperienza cinematografica coinvolgente e significativa.

Trama e personaggi: un viaggio di crescita

Il film segue la vita di Irene Nanni, interpretata da Matilda De Angelis, una giovane donna che lavora a Roma in un’azienda di pannelli solari. Sebbene il suo impiego rappresenti una stabilità economica, Irene si sente intrappolata in una routine che soffoca la sua creatività. La situazione cambia quando la madre la richiama a Rimini per prendersi cura del fratello Omar, interpretato da Yuri Tuci, un uomo autistico. La famiglia di Omar, pur con buone intenzioni, lo protegge eccessivamente, impedendogli di sviluppare la propria autonomia.

Irene, inizialmente riluttante, si trova costretta a trascorrere del tempo con Omar e decide di iscriverlo a un corso per “diventare grandi”. L’intento non è puramente altruistico; Irene spera di preparare il fratello a un futuro in cui i genitori non potranno più occuparsene. Tuttavia, durante questo percorso, scopre che le loro vite sono più interconnesse di quanto avesse immaginato. Entrambi custodiscono sogni e aspirazioni, e la determinazione di Omar a seguirli diventa un catalizzatore per il cambiamento nella vita di Irene.

La narrazione si sviluppa attorno a questo viaggio di scoperta reciproca, in cui Irene apprende a vedere il mondo attraverso gli occhi di Omar, affrontando le proprie paure e insicurezze. La storia si evolve in un racconto di crescita personale, in cui i protagonisti imparano a sostenersi a vicenda e a superare le sfide che la vita presenta.

Un film che va oltre l’autismo

La vita da grandi” non si limita a trattare il tema dell’autismo, ma si propone come un’opera universale che esplora il processo di crescita e le difficoltà che molti giovani adulti affrontano. La regista Greta Scarano ha tratto ispirazione dalla storia di Damiano e Margherita Tercon, fratello e sorella che hanno partecipato a “Italia’s Got Talent“. La loro esperienza ha colpito profondamente Scarano, portandola a contattare Margherita per adattare il loro libro per il grande schermo.

Il film, scritto da Scarano insieme a Tieta Madia e Sofia Assirelli, riesce a bilanciare momenti di ironia e drammaticità, offrendo una narrazione fluida e coinvolgente. La regista ha lavorato a stretto contatto con la produzione Groenlandia e Rai Cinema per realizzare un’opera che rispecchiasse le sue aspettative e quelle del pubblico. La performance di Matilda De Angelis, insieme a quella di Yuri Tuci, arricchisce ulteriormente il film, creando una coppia di protagonisti che riesce a trasmettere emozioni autentiche e profonde.

Un messaggio di speranza e inclusione

La vita da grandi” esce nelle sale in concomitanza con la Giornata della Consapevolezza sull’Autismo, sottolineando l’importanza di sensibilizzare il pubblico su questo tema. Tuttavia, il film va oltre la mera rappresentazione dell’autismo, affrontando questioni più ampie legate alla crescita personale e alla ricerca di un’identità. La storia di Irene e Omar è una riflessione sulle aspettative sociali e sulla paura di deludere, un messaggio che risuona con molti spettatori.

Il film rappresenta un’opportunità per mostrare un’Italia diversa, fatta di persone che si prendono cura l’una dell’altra e che abbracciano la diversità non per motivi di “buonismo”, ma per la necessità di costruire una società più inclusiva e felice. “La vita da grandi” ha il potenziale per raggiungere un pubblico internazionale, portando alla luce storie di resilienza e amore fraterno che meritano di essere raccontate.

Con la sua narrazione toccante e i suoi personaggi ben sviluppati, “La vita da grandi” si propone come un film da non perdere, capace di emozionare e far riflettere. La speranza è che questa opera possa ottenere il riconoscimento che merita, anche a livello internazionale, rappresentando un passo importante per il cinema italiano.