Squid game torna su Netflix dal 27 giugno con gli ultimi sei episodi della serie che ha segnato un fenomeno mondiale. Il creatore Hwang Dong-hyuk e il cast principale hanno svelato alcuni dettagli dell’ultima stagione durante un incontro stampa virtuale, anticipando una conclusione diversa dalle attese del pubblico. Vediamo cosa aspettarci dal capitolo finale di questa saga che ha unito intrattenimento e riflessione sociale.
Il percorso narrativo e la divisione in due parti
La terza stagione di squid game riprende immediatamente dopo gli eventi che hanno chiuso la seconda parte della serie. Hwang Dong-hyuk ha spiegato che inizialmente la storia doveva essere raccontata in un’unica stagione di circa otto episodi, poi il numero è salito a tredici. Per evitare un racconto troppo lungo e dispersivo, la produzione ha deciso di suddividere questa narrazione in due cicli distinti, girati uno dietro l’altro.
Resa dei conti decisiva
Questo episodio conclusivo concentra la resa dei conti tra il protagonista Seong Gi-hun, il giocatore numero 456, e il front man, che incarna il potere dietro i giochi mortali. Il regista ha voluto mantenere un cliffhanger che rappresenta uno snodo fondamentale, con Gi-hun che perde un amico importante per aver sfidato il sistema. Questa scelta apre la strada a uno scontro tra due visioni sulla natura umana e la società, tema centrale della narrazione.
L’evoluzione della trama riprende quindi senza interruzioni apparenti, mantenendo alta la tensione e coinvolgendo lo spettatore in una dimensione in cui il confine tra gioco e realtà si fa sempre più labile.
La trasformazione dei protagonisti e nuovi ruoli
Il cuore dell’ultima stagione ruota ancora attorno alla figura di 456, interpretata da Lee Jung-jae. Dopo gli eventi traumatici dei giochi precedenti, Gi-hun si trova a combattere con un senso di perdita profondo e il peso della colpa. Il suo personaggio attraversa una fase di profonda crisi, in cui non ha alcuna voglia di proseguire. La speranza gli viene dai compagni sopravvissuti, che gli danno la forza per affrontare le sfide finali.
Un altro cambiamento rilevante riguarda il front man, Hwang In-ho, ex numero 001 e ora padrone dei giochi. L’attore Lee Byung-hun ha raccontato che dietro la maschera si nasconde un uomo complesso, segnato dal passato e dalle esperienze vissute nei giochi. La sua freddezza nasconde un conflitto interiore, soprattutto dopo aver ucciso uno dei partecipanti. Secondo lui, Hwang In-ho continua a sperare nel riscatto di 456, nella possibilità che sopravviva e mantenga l’umanità nei confronti di un sistema crudele.
Questa ambivalenza tra ruolo autoritario e tensione emotiva arricchisce la narrazione, lasciando spazio a evoluzioni inattese dei personaggi.
La new entry kang no-eul e il suo legame con il passato
La terza stagione presenta anche una figura nuova: Kang No-eul, interpretata da Park Gyu-young. Il suo personaggio è una ex militare nordcoreana che si trova coinvolta nei giochi come guardia, ma nasconde motivazioni personali profonde. Lavora in un luna park al sud e si è avvicinata ai giochi con un obiettivo preciso: raccogliere soldi per riunirsi alla figlia lasciata anni prima.
La sua storia si intreccia quando riconosce nel giocatore numero 246 il padre di una bambina malata che frequentava il luna park. A quel punto decide di aiutarlo, anche a rischio della propria vita. Park Gyu-young ha dichiarato di aver affrontato un allenamento intenso per apparire credibile come soldato nordcoreano, seguendo una dieta e imparando a muoversi con precisione. Questo impegno si riflette nella presenza scenica, molto diversa dalle sue esperienze precedenti.
La figura di Kang No-eul aggiunge un nuovo livello di tensione emotiva e di moralità alla trama, con scelte che mettono in gioco affetti, sacrifici e un passato difficile.
I giochi più impegnativi e la nuova sfida emotiva
Crediamo di sapere come funzionano i giochi, ma l’ultima stagione amplia la varietà delle prove con momenti che mettono alla prova corpo e mente. Hwang Dong-hyuk ha spiegato che la serie ha sempre alternato gare fisiche a sfide emotive, coprendo un ampio ventaglio di reazioni umane. Questo equilibrio ha aiutato a tenere viva l’attenzione del pubblico.
Per Lee Jung-jae, l’attore di 456, il gioco più difficile resta quello della prima stagione, “un, due, tre, stella”, con la famosa bambola gigante. L’episodio all’epoca aveva modificato le regole del gioco di squadra e controllo, perché lui doveva spingere gli altri a restare immobili per non morire. Il senso di responsabilità verso gli altri era palpabile. Questa esperienza si è arricchita nelle stagioni seguenti, rendendo la prova ancora più intensa.
Chi guarda la serie scoprirà all’ultimo capitolo nuove sfide che obbligano i protagonisti a confrontarsi con paure, tradimenti e scelte difficilissime.
Cosa aspettarsi dal finale dei giochi
La tensione attorno al finale di squid game resta alta, con un regista e attori che hanno scelto di descriverlo con parole che rivelano la complessità della chiusura. Hwang Dong-hyuk parla di un finale “folle, pazzo, surreale”, mentre Lee Jung-jae lo definisce “perdono, termine, armonia”. Lee Byung-hun usa “climax, fine, nuovo inizio”, e Park Gyu-young sintetizza con “umanità, svolta, conclusione”.
Quello che emerge è una stagione densa di emozioni contrastanti, dove la conclusione non seguirà facilmente le aspettative cresciute dagli episodi precedenti. Nessuno degli attori ha portato via materiali dal set, ma il front man ha conservato la maschera come ricordo.
La produzione, partita nel 2019 e trasformata in un fenomeno globale, si chiude dando spazio anche a riflessioni sul presente e su temi sociali, come il valore dei rapporti umani e la continua ricerca di giustizia. Una chiusura che prepara idealmente il terreno per nuovi progetti senza dimenticare il lascito di squid game.