Il genere danmei, che racconta relazioni amorose tra uomini ed è nato ispirandosi al boys’ love giapponese, sta subendo una stretta sempre più dura in Cina. Negli ultimi mesi sono state arrestate decine di giovani autrici accusate di diffondere contenuti “osceni a scopo di lucro”. Questa ondata repressiva fa parte di un controllo più ampio sulle rappresentazioni LGBTQ+ nei media cinesi e ha spinto molte scrittrici a cercare rifugio narrativo altrove.
Il danmei sotto accusa: arresti e accuse per trame considerate proibite
Nel 2025 la censura cinese ha intensificato le azioni contro il danmei, un genere letterario che narra storie d’amore tra ragazzi. Secondo fonti giornalistiche internazionali come BBC e The Independent, almeno trenta scrittrici sono state fermate nelle province di Anhui e Gansu con l’accusa formale di aver prodotto e distribuito materiale osceno a scopo commerciale. Le donne coinvolte hanno spesso meno di trent’anni; molte erano ancora studentesse universitarie.
Le autorità impongono sanzioni severe: multe salate, revoca dell’ammissione agli atenei pubblici, obbligo di restituire i guadagni derivati dalla vendita delle opere e pene detentive che possono arrivare fino all’ergastolo se si ritiene che i profitti siano stati ingenti. La gravità delle punizioni riflette una volontà politica precisa: cancellare dal panorama culturale qualsiasi rappresentazione non conforme alle norme sociali imposte dal Partito Comunista Cinese.
Questa repressione non si limita solo alla letteratura ma investe anche altri media dove appaiono personaggi o temi LGBTQ+. Il governo considera queste narrazioni contrarie ai valori tradizionali da promuovere nel paese ed esercita un controllo stretto su piattaforme online dove il danmei era diventato molto popolare negli ultimi anni.
Censura mirata contro le rappresentazioni lgbtq+ nei media cinesi
Dietro gli arresti delle autrici si cela una strategia coordinata del Partito Comunista Cinese volta a limitare la diffusione dei contenuti legati all’identità sessuale non eterosessuale. Dal 2020 circa le restrizioni sui temi LGBTQ+ sono aumentate progressivamente fino ad arrivare al divieto esplicito per generi come il danmei o baihe .
La censura colpisce soprattutto i canali digitali più frequentati dai giovani lettori come Jinjiang Literature City , piattaforma leader nella pubblicazione online cinese dedicata proprio al romanzo romantico omosessuale maschile. Anche siti taiwanesi come Heitang Literature City hanno raccolto parte della domanda ma vengono bloccati o oscurati dalle autorità continentali quando tentano accesso da territori cinesi.
Nonostante tutto ciò milioni di persone continuano a leggere queste storie tramite VPN o altre tecniche per aggirare i filtri governativi. Alcune opere riescono persino ad approdare in produzioni televisive molto seguite; esempi recentissimi includono drammi in costume come Till the End of the Moon, amatissimi dal pubblico giovane ma costretti ad adattarsi alle regole stringenti imposte dalla censura ufficiale.
Taiwan diventa rifugio per autrici perseguitate dalla censura cinese
Davanti alla crescente pressione repressiva nella Cina continentale molte scrittrici hanno trovato terreno fertile a Taiwan dove vige una legislazione differente rispetto alla libertà espressiva nei contenuti erotici e narrativi LGBT. Qui le autrici possono pubblicare senza rischiare arresto né sanzioni pesanti.
Taiwan è diventata così un centro importante per lo sviluppo del genere danmei fuori dai confini della Repubblica Popolare Cinese. La libertà concessa ha permesso anche traduzioni internazionali significative: titoli celebri come The Grandmaster of Demonic Cultivation hanno raggiunto pubblico globale contribuendo alla diffusione della cultura queer asiatica nel mondo occidentale.
Questo spostamento geografico evidenzia uno scenario complesso in cui la narrativa queer viene ostacolata da regimi rigidi mentre trova spazio altrove grazie a normative meno restrittive e comunità pronte ad accogliere nuove forme espressive senza paura della repressione statale.
Lotta silenziosa delle autrici dietro la cortina della censura
Nonostante gli avvertimenti ricevuti dalle autorità diverse scrittrici continuano a produrre racconti appartenenti al genere danmei anche rischiano conseguenze gravi sul piano personale e professionale. Molte denunciano attraverso canali riservati quanto sia difficile mantenere viva questa forma d’arte sotto costante minaccia giudiziaria.
Le parole usate da alcune protagoniste descrivono paure realizzate ma anche determinazione nel voler far sentire voci spesso ignorate o messe fuorilegge nel loro stesso paese d’origine. Questi racconti non riguardano solo sentimenti romantici ma mettono in luce aspetti socialmente rilevanti quali identità sessuali marginalizzate o discriminazioni quotidiane vissute dalle minoranze LGBTQ+ in contesti fortemente conservatori.
L’esistenza stessa del fenomeno denota quanto sia radicata questa cultura underground pronta però ogni giorno ad affrontare sfide crescenti provenienti dall’apparato statale cinese deciso a soffocarla prima ancora che possa affermarsi apertamente davanti al grande pubblico nazionale.