La stagione televisiva Rai 2025-2026 si apre con scelte drastiche che modificano profondamente l’identità dei suoi programmi e dei suoi volti più noti. La riorganizzazione mira a contenere le spese e a rafforzare i segmenti con risultati deboli in termini di ascolti, ma comporta anche tagli significativi, cancellazioni di format consolidati ed esclusioni eccellenti dal palinsesto. Questo cambio di passo mette in evidenza le tensioni tra innovazione e continuità nel servizio pubblico italiano.
Esclusione di alessia marcuzzi e alessandro cattelan: un colpo alla strategia giovanile della rai
Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan sono tra i protagonisti più evidenti assenti nei nuovi palinsesti Rai. Entrambi avevano segnato il ritorno o la conferma del loro ruolo nel servizio pubblico con proposte come Boomerissima per Marcuzzi, dedicato alle generazioni nate negli anni ’80, e E poi c’è Cattelan, un programma ironico rivolto ai giovani.
La cancellazione delle loro trasmissioni è stata ufficializzata senza lasciare spazio a ripensamenti per la prossima stagione. Boomerissima non tornerà in onda così come Obbligo o verità di Alessia Marcuzzi; per Cattelan invece si interrompe definitivamente E poi c’è Cattelan, una scommessa sul dialogo con un pubblico più giovane che non ha trovato sostegno sufficiente all’interno della Rai.
Stefano Coletta, direttore della Direzione Coordinamento Generi Rai, ha definito Cattelan “un talento complesso per la tv generalista”, sottolineando le difficoltà del suo stile ad adattarsi al linguaggio del servizio pubblico tradizionale. Intanto si diffondono voci su possibili approdi dell’ex volto Sky presso Mediaset dove sarebbe accolto favorevolmente.
Queste uscite rappresentano una cesura significativa nella strategia Rai verso il rinnovamento generazionale. Senza questi volti capaci di interpretare registri contemporanei resta da vedere quale direzione prenderanno gli spazi dedicati ai giovani spettatori nel prossimo futuro.
Programmi cancellati dai nuovi palinsesti: riflessioni sulle scelte editoriali
I tagli riguardano anche diversi format consolidati o sperimentali rimasti fuori dalla programmazione 2025-26 dopo anni in cui hanno avuto un ruolo riconosciuto nell’offerta pubblica televisiva. Tra quelli eliminati spicca Petrolio , storico programma d’inchiesta condotto da Duilio Giammaria noto per approfondimenti su temi sociali ed economici.
Anche su Rai2 spariscono Citofonare Rai2 con Simona Ventura e Paola Perego — forse soggetto a revisione dopo la conclusione delle gare sciistiche previste fino a marzo — mentre Il fattore umano lascia lo spazio su Rai3 agli altri prodotti informativi o culturali.
Sorprendono alcune chiusure inattese come Agorà Weekend che aveva mantenuto ascolti stabili nonostante fosse collocato nel weekend mattina; così come scompaiono Linea di confine, Tango e Rebus senza annunci precisi sul futuro dei rispettivi format o conduttori coinvolti.
Queste decisioni riducono sensibilmente l’ampiezza dell’offerta tematica soprattutto nelle fasce informative ed approfondite lasciando uno spazio vuoto difficile da colmare rapidamente senza investimenti mirati sui contenuti alternativi capaci di trattenere l’attenzione degli spettatori fedeli a questo tipo d’informazione pubblica.
Novità nei palinsesti: volti emergenti ma anche molte assenze significative
Nonostante i numerosi addii, la nuova stagione propone qualche novità interessante puntando su volti meno noti al grande pubblico ma già presenti nell’ambiente televisivo. Tra queste spicca Bar Centrale, nuovo programma affidato ad Elisa Isoardi previsto dal prossimo ottobre nella collocazione che sostituisce Sabato in diretta.
Parallelamente restano fuori dall’attività alcuni conduttori importanti come Emma D’Aquino, Francesco Giorgino, Vincenzo Schettini. Le loro esperienze precedenti non trovano posto nella ridefinizione editoriale dettata dalla necessità urgente di contenere costi, riequilibrare gli orari meno performanti ed organizzare meglio le proposte giornaliere secondo una linea più coerente.
L’obiettivo dichiarato punta sulla razionalizzazione generale ma solleva dubbi sull’effettiva possibilità concedere tempo necessario allo sviluppo qualitativo dei nuovi progetti. I cambiamenti sembrano procedere velocemente lasciando poco margine alla crescita organica delle idee innovative rispetto agli standard già stabiliti.
Un passaggio delicato fra esigenze economiche e identità culturale del servizio pubblico
I palinsesti presentati indicano chiaramente quanto sia complesso gestire il passaggio verso modelli più snelli cercando allo stesso tempo mantenimento degli equilibri storici. La riduzione drastica dei programmi strutturati insieme all’esclusione definitiva dai ruoli principali fa pensare ad una svolta netta sotto tutti i punti vista: tecnico, economico ma anche culturale.
Il caso Marcuzzi-Cattelan incarna questa trasformazione: due figure simbolo incapaci – almeno oggi – di trovare spazio dentro questa nuova architettura editoriale che sembra privilegiar,e formule più tradizionali oppure produzioni meno rischiose sotto ogni profilo.
In questo contesto emerge uno scenario aperto dove sarà fondamentale osservare se tali mosse porteranno davvero ad una rinascita efficace oppure lasceranno dietro sé soltanto vuoti difficili da colmare sia sul piano degli ascolti sia sotto quello dell’identificazione collettiva del canale nazionale principale italiano.