Il piccolo jack russell che accompagna Stefano De Martino nel quiz show affari tuoi è diventato un fenomeno social e televisivo. Gennarino, con il suo musetto vispo e le sue apparizioni frequenti, ha conquistato il pubblico italiano. Ma l’entusiasmo rischia di incrinarsi dopo l’intervento della deputata Rita Dalla Chiesa, che ha sollevato dubbi sul modo in cui gli animali vengono utilizzati nei programmi televisivi pubblici.
Gennarino e la sua popolarità tra i telespettatori
Gennarino è un cane jack russell che appare regolarmente nel programma affari tuoi condotto da Stefano De Martino su Rai 1. La sua presenza ha subito attirato l’attenzione degli spettatori per via del carattere vivace e dell’espressione simpatica. Il cucciolo si muove con naturalezza davanti alle telecamere ma riesce anche a catturare momenti divertenti o teneri durante le puntate.
Sui social network, soprattutto su X , si è creato un vero fanclub digitale dedicato al cane-pacchista. Gli utenti commentano ogni sua apparizione in tempo reale, scambiandosi video e foto che ne esaltano la spontaneità. Gennarino non è solo una mascotte ma una presenza fissa amata da milioni di italiani.
La scelta di inserire un animale domestico come “compagno” del conduttore sembra avere successo dal punto di vista dell’audience e dello spettacolo leggero. Tuttavia questa immagine positiva nasconde alcune questioni legate all’etica dell’uso degli animali in tv che ora sono tornate alla ribalta grazie a una presa di posizione ufficiale.
Rita dalla chiesa interviene sul caso: critiche sull’utilizzo degli animali nei programmi rai
Rita Dalla Chiesa, ex volto noto della trasmissione forum oggi parlamentare di Forza Italia nonché vicepresidente del gruppo alla camera, ricopre anche il ruolo di responsabile del dipartimento benessere animale all’interno del partito. In questa veste ha deciso d’intervenire con una nota formale indirizzata implicitamente alla Rai riguardo alla presenza di Gennarino ad affari tuoi.
Nella comunicazione Dalla Chiesa esprime disappunto per l’impiego “di animali chiaramente addestrati” nelle trasmissioni pubbliche definendo questa pratica superata rispetto all’attuale sensibilità verso i diritti degli animali. La deputata evita accuse dirette a maltrattamenti ma sottolinea come costringere gli animali a compiere azioni come pregare o abbaiare su comando sia degradante per loro.
L’appello punta quindi sulla necessità d’un cambio culturale nella gestione dei contenuti audiovisivi prodotti dalla Rai affinché rispettino maggiormente la dignità degli esseri senzienti coinvolti. Il messaggio riguarda non solo la tutela fisica ma anche quella morale delle creature impiegate negli spettacoli televisivi.
Contesto più ampio: battaglie politiche contro uso improprio degli animali negli spettacoli
La critica mossa da Rita Dalla Chiesa va oltre singola trasmissione ed entra nel dibattito più generale sulle norme riguardanti gli animali usati nei circhi, spettacoli ed eventi pubblici. Negli ultimi mesi infatti sono state avanzate proposte legislative volte a vietare queste pratiche considerate ormai obsolete.
Secondo la deputata tale evoluzione normativa rappresenta un riconoscimento fondamentale dell’animale come essere senziente, dotato cioè d’una capacità percettiva ed emotiva paragonabile agli umani, invece che mero oggetto scenico o strumento d’intrattenimento. Queste battaglie riflettono mutamenti sociali profondi legati al rispetto della vita animale.
Dalla Chiesa richiama quindi attenzione sull’importanza educativa dei media pubblici, invitandoli ad assumersi responsabilità etiche nell’immagine veicolata sugli schermi nazionali. L’obiettivo è evitare rappresentazioni riduttive o caricaturali capaci soltanto d’alimentare stereotipi dannosi sulle relazioni uomo-animale.
Differenza tra utilizzo consapevole e sfruttamento mediatico secondo rita dalla chiesa
Nel suo intervento Rita Dalla Chiesa precisa inoltre quale tipo d’impiego ritiene accettabile per gli animali in tv: non contesta infatti presenze spontanee o naturali come quelle dei cuccioli adottabili mostrati nella trasmissione striscia la notizia, dove i cani possono muoversi liberamente senza obblighi comportamentali imposti.
La critica principale riguarda invece situazioni dove l’animale viene addestrato per compiere gestualità specifiche finalizzate esclusivamente allo spettacolo oppure ridotto a semplice elemento comico ripetitivo. Questo tipo d’approccio snatura completamente le caratteristiche proprie dell’essere vivente trasformandolo in “macchietta”.
Dalla Chiesa spinge così verso una nuova concezione mediatica più rispettosa della natura animale: quella cioè basata sulla convivenza autentica piuttosto che sulla manipolazione artificiale destinata al puro intrattenimento. È proprio questo equilibrio delicato tra compagnia genuina ed esibizione forzata ciò cui mira il dibattito aperto dall’ex conduttrice parlamentare.
Conseguenze politiche: richiesta ufficiale alla commissione vigilanza rai
L’appello formulato da Rita Dalla Chiesa supera lo spazio delle dichiarazioni pubbliche attraverso l’intenzione annunciata di portarlo davanti alla commissione parlamentare vigilanza sulla Rai entro breve tempo. Si tratta dunque d’una questione politica rilevante destinata ad aprire confronto istituzionale circa ruolo sociale ed etico attribuito ai programmi radiotelevisivi finanziati dal servizio pubblico nazionale.
Con questa iniziativa si invita esplicitamente azienda radiotelevisiva italiana a ripensare modalità produttive tenendo conto delle istanze animaliste crescenti presenti nell’opinione pubblica contemporanea. Viene sottolineato inoltre quanto sia importante promuovere consapevolezza diffusa attorno ai diritti fondamentali riconosciuti agli esseri viventi coinvolti nelle produzioni audiovisive.
Il caso nato attorno al piccolo jack russell Gennarino assume così dimensione simbolica capace potenzialmente generare modifiche concrete nelle prassi editoriali future mentre alimenta discussioni culturali ancora aperte sul rapporto fra uomo, media e mondo animale nella società italiana odierna.