L’universo di Star Wars vede riscrivere uno dei misteri più importanti riguardanti la genesi della Morte Nera. Una recente rivelazione contenuta nell’Enciclopedia ufficiale di DeAgostini svela un dettaglio sorprendente: l’arma imperiale si sarebbe sviluppata all’interno di un corpo celeste, ribaltando la narrazione consolidata che la voleva costruita nello spazio aperto. Questo aggiornamento apre la strada a riflessioni più ampie sulla natura del progetto e le sue implicazioni tra tecnologia, strategia militare e storia della galassia.
La revisione ufficiale delle origini della morte nera nella enciclopedia DeAgostini
L’Enciclopedia Star Wars di DeAgostini ha inserito un’immagine e una descrizione che mettono in discussione la versione tradizionale sulle origini della Morte Nera. Questa superstruttura, temuta da generazioni di fan, non sarebbe stata costruita in orbita ma “incastonata” nel ventre di un pianeta. La foto rilanciata su X da un utente appassionato mostra la base spaziale gigante scavata dentro la massa rocciosa di un corpo celeste, una visione che ricollega questa nuova versione al vecchio Expanded Universe, il quale fino a qualche anno fa non apparteneva al canone ufficiale Star Wars.
L’idea ha colto di sorpresa la comunità dei fan poiché la costruzione di un’arma di simili dimensioni e portata militare in una posizione nascosta dentro un pianeta pone diverse domande. In particolare, si chiede come la Repubblica durante le Guerre dei Cloni possa aver realizzato un impianto così imponente senza attirare l’attenzione di forze nemiche o ribelli. Prima di questo aggiornamento si sapeva già che alcune infrastrutture della Morte Nera erano state edificate su Geonosis, un pianeta chiave nella saga, dove la costruzione sarebbe stata avviata prima della trasformazione della Repubblica nell’Impero Galattico.
Questa versione suggerisce una fase di occultamento tecnologico ancor più sofisticata, che includeva la realizzazione di impianti sotterranei su scala planetaria, celati agli occhi di osservatori esterni. I lavori sarebbero stati un segreto militare ben tenuto dalla Repubblica, che temeva le mire dei separatisti, ma anche dei suoi stessi membri.
Le implicazioni strategiche della costruzione sotterranea
La decisione di collocare la Morte Nera dentro un pianeta modifica notevolmente la comprensione delle modalità operative dell’Impero prima e dopo la fine delle Guerre dei Cloni. Costruire un’arma così colossale sotto la superficie di un mondo implica l’uso di tecnologie avanzate per mimetizzare e proteggere i cantieri da interferenze esterne. Inoltre, questo metodo avrebbe permesso agli ideatori di utilizzare risorse minerarie e strutturali del pianeta stesso per sostenere la fabbricazione della stazione spaziale.
L’operazione di occultamento richiede una logistica complessa, un team altamente specializzato e la capacità di nascondere attività industriali su larga scala. Tutto ciò fa pensare che il progetto fosse sotto il controllo esclusivo di Palpatine e dei suoi collaboratori più stretti, evitando fughe di notizie nelle alte sfere della Repubblica. La scelta di un pianeta come sito di costruzione garantiva protezione naturale oltre a un collegamento diretto con le risorse fisiche necessarie per assemblare la superarma.
Questa struttura “dentro al pianeta” potrebbe aver rappresentato un esempio pilota per altri progetti simili, che poi si sarebbero evoluti durante l’Impero. Racconta anche una diversa prospettiva sulla rapidità con cui è stata realizzata la seconda Morte Nera. Un sistema già predisposto su scala planetaria consentiva di accelerare notevolmente i tempi di produzione, applicando una sorta di catena di montaggio planetaria, anziché dover assemblare la stazione pezzo per pezzo nello spazio.
Con questa visione, la dimensione industriale del progetto e le capacità dell’Impero assumono una portata molto più vasta.
Connessioni tra morte nera e Starkiller Base nella saga cinematografica
Il nuovo racconto del sito di costruzione della Morte Nera si collega direttamente a uno degli elementi più discussi della saga moderna, cioè la Starkiller Base presentata nel film “Il Risveglio della Forza”. La Starkiller Base è un pianeta convertito in un’arma capace di devastare interi sistemi stellari, una versione ancora più gigantesca e distruttiva della Morte Nera. Questo legame evidenzia una continuità di pensiero e tecnologia tra l’Impero e il Primo Ordine.
La costruzione della Morte Nera all’interno di un pianeta fa apparire la Starkiller Base come un’evoluzione naturale della strategia imperiale: trasformare interi corpi celesti in strumenti bellici per realizzare il dominio galattico. Questa svolta concettuale spiega anche perché l’Impero abbia messo così tanta enfasi su progetti planetari e tecnologici che superano la semplice potenza di fuoco spaziale convenzionale.
Anche se attualmente questo dettaglio è parte del canone ufficiale, la storia di Star Wars dimostra come i confini tra canone e Legends siano soggetti a revisioni frequenti. Molti elementi dell’universo espanso sono stati incorporati e poi talvolta rimossi dalle pubblicazioni ufficiali. Resta comunque significativa l’immagine della Morte Nera costruita nel cuore di un pianeta, una rappresentazione che offre una nuova chiave di lettura per comprendere l’evoluzione delle armi e delle ambizioni militari nella galassia.
In definitiva, questa rivelazione amplifica la complessità delle vicende Star Wars, aggiungendo strati di profondità e tensione politica all’epopea che continua a ispirare il pubblico di tutto il mondo.
Ultimo aggiornamento il 3 Agosto 2025 da Andrea Ricci