La lotta interiore di una giovane donna nelle Isole Orcadi: il film “The Outrun”

“The Outrun”, diretto da Nora Fingscheidt e interpretato da Saoirse Ronan, esplora il viaggio di Rona nelle Isole Orcadi verso la disintossicazione e la ricerca di identità, ma con una narrazione poco incisiva.
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La lotta interiore di una giovane donna nelle Isole Orcadi: il film "The Outrun" - unita.tv

Il film “The Outrun”, diretto dalla regista tedesca Nora Fingscheidt, si basa sull’autobiografia di Amy Liptrot, “Nelle terre estreme”. Questa pellicola affronta temi complessi come la disintossicazione e la ricerca di identità, utilizzando un punto di vista narrativo e visivo che, sebbene ricco di potenzialità, sembra non essere completamente sfruttato. La storia segue Rona, interpretata da Saoirse Ronan, una giovane donna che torna alle sue radici nelle Isole Orcadi per affrontare i demoni del passato e riconquistare la propria vita.

La trama: un viaggio verso la guarigione

La protagonista Rona torna nelle Isole Orcadi, un luogo caratterizzato da una natura selvaggia e inospitale, per intraprendere un percorso di disintossicazione. Qui, la giovane deve confrontarsi non solo con i suoi problemi legati all’alcol e alle sostanze, ma anche con la sua famiglia e i ricordi che l’hanno segnata. La sceneggiatura, scritta da Liptrot insieme a Fingscheidt, offre uno spaccato di vita che mette in luce le sfide quotidiane di chi cerca di ricostruire la propria esistenza dopo aver affrontato una dipendenza.

Le Isole Orcadi, situate a nord della Scozia, diventano un personaggio a sé stante nel film. La loro bellezza naturale, con scogli imponenti e un clima spesso avverso, riflette il tumulto interiore di Rona. La giovane, che studia per diventare biologa marina, si trova in un contesto che rappresenta un confine tra la leggenda e la scienza. Questo scenario offre un’ambientazione suggestiva che accompagna il suo viaggio di auto-scoperta.

Un punto di vista visivo e narrativo

La regista Fingscheidt utilizza il paesaggio delle Orcadi per arricchire la narrazione, ma il film sembra perdere parte della sua potenza espressiva a causa di una struttura narrativa che interrompe frequentemente il flusso della storia principale. Ogni cinque o dieci minuti, la narrazione si ferma per tornare indietro nel tempo, mostrando momenti di sballo e dipendenza che, sebbene significativi, risultano già visti e raccontati in modi più incisivi in altre opere.

Questa scelta stilistica, sebbene possa avere l’intento di chiarire la complessità della dipendenza, rischia di appesantire il racconto e di far perdere il focus sulla crescita personale di Rona. La regista e la sceneggiatrice sembrano avere a disposizione un materiale ricco di emozioni e significati, ma la loro decisione di mostrare ogni aspetto della vita di Rona in modo così esplicito può risultare ridondante.

L’interpretazione di Saoirse Ronan

Saoirse Ronan offre una performance intensa e toccante, portando sullo schermo un personaggio complesso e vulnerabile. La sua interpretazione è fondamentale per trasmettere le emozioni di Rona, e gran parte del peso narrativo ricade sulle sue spalle. L’attrice riesce a rendere palpabile il conflitto interiore della protagonista, facendo emergere la sua fragilità e la sua determinazione nel voler cambiare.

Tuttavia, nonostante la forza dell’interpretazione di Ronan, rimane un senso di spreco legato alla struttura narrativa del film. La scelta di interrompere il racconto principale per esplorare il passato di Rona, sebbene possa servire a chiarire la sua situazione, tende a ridurre l’impatto emotivo della storia. La potenza del finale, in cui il legame tra mitologia e realtà si fa più forte, evidenzia come il film possa avere una propria vita e un messaggio profondo, ma il percorso per arrivarci risulta a tratti confuso.

“The Outrun” si presenta quindi come un’opera che, pur avendo un potenziale significativo, fatica a trovare un equilibrio tra narrazione e introspezione, lasciando lo spettatore con una sensazione di incompletezza.