La connessione tra “The Last of Us” e “28 Giorni Dopo”: un dialogo tra due mondi di zombie

Alex Garland e Neil Druckmann discutono l’influenza di George Romero sulle loro opere, “28 Giorni Dopo” e “The Last of Us”, rivelando connessioni tra i due universi narrativi nel 2025.
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La connessione tra "The Last of Us" e "28 Giorni Dopo": un dialogo tra due mondi di zombie - unita.tv

Il dibattito sull’interpretazione degli zombie nel cinema e nei videogiochi continua a suscitare interesse tra gli appassionati. Recentemente, Alex Garland e Neil Druckmann, rispettivamente creatore di “28 Giorni Dopo” e co-creatore di “The Last of Us“, hanno discusso le loro opere e le influenze reciproche. Questa conversazione ha messo in luce come le loro visioni, pur essendo distinte, si intreccino in modi inaspettati, offrendo spunti interessanti per i fan di entrambi i franchise.

Gli infetti di “28 Giorni Dopo”

Nel contesto della narrativa sugli zombie, la distinzione tra “zombi” e “infetti” è fondamentale. Per i puristi del genere, come quelli che si rifanno all’opera di George Romero, i personaggi di “28 Giorni Dopo” e “The Last of Us” non possono essere considerati veri zombi, poiché non risorgono dalla morte. In “28 Giorni Dopo“, un virus simile alla rabbia trasforma gli esseri umani in creature aggressive, mentre in “The Last of Us“, il fungo cordyceps infetta gli individui, portandoli a perdere la loro umanità. Queste differenze, sebbene tecniche, non oscurano il fatto che entrambi i lavori appartengono a un filone narrativo comune, ispirato da Romero.

Garland e Druckmann hanno entrambi riconosciuto l’influenza di Romero sulle loro opere. La volontà di rendere omaggio a un maestro del genere è evidente, anche se le loro interpretazioni si distaccano in modo significativo dalla tradizione. La discussione tra i due autori ha rivelato come, nonostante le differenze, ci sia un legame profondo che unisce le loro creazioni, un legame che si è sviluppato nel tempo e che continua a evolversi.

George Romero e il suo impatto

La figura di George Romero è centrale nella storia degli zombie al cinema. La sua opera ha definito il genere, e la sua influenza si estende ben oltre i suoi film. Durante una conversazione nel podcast “Creator to Creator” di Sony, Druckmann ha rivelato che la sua idea per “The Last of Us” era stata inizialmente bocciata da Romero stesso. Questo episodio ha segnato un punto di svolta nella carriera di Druckmann, spingendolo a rielaborare la sua visione e a trasformarla in un videogioco di successo.

Druckmann ha raccontato di come, durante i suoi studi universitari, avesse proposto una storia che includeva un poliziotto e una giovane ragazza, ispirata dal videogioco “ICO“. Tuttavia, la mancanza di elementi distintivi rispetto ai classici di Romero portò Romero a scartare il progetto. Questo rifiuto, lungi dall’essere una battuta d’arresto, si è rivelato un’opportunità per Druckmann di affinare la sua idea, portandola a diventare “The Last of Us“, un titolo che ha rivoluzionato il panorama videoludico.

L’influenza di “Resident Evil”

Un altro aspetto interessante della conversazione tra Garland e Druckmann riguarda l’influenza di “Resident Evil” su “28 Giorni Dopo“. La saga di Capcom, creata da Shinji Mikami, ha contribuito a riportare in auge il genere zombie, mescolando elementi horror e fantascientifici. Garland ha riconosciuto che, sebbene “Resident Evil” abbia preso strade diverse, la sua essenza rimane legata agli zombi di Romero.

La combinazione di gameplay e narrazione in “Resident Evil” ha avuto un impatto significativo su Garland, che ha riscoperto il suo amore per gli zombi attraverso il videogioco. La velocità degli infetti in “28 Giorni Dopo” rappresenta una risposta diretta alla tradizionale figura dello zombi lento, creando una nuova forma di paura. Questo approccio ha dato vita a una nuova generazione di film e giochi, in cui la minaccia non è solo rappresentata dalla morte, ma anche dalla velocità e dall’imprevedibilità degli infetti.

“28 Anni Dopo” e la connessione con “The Last of Us”

Con l’imminente uscita di “28 Anni Dopo“, Garland ha riconosciuto l’influenza di “The Last of Us” sulla sua nuova opera. Durante la conversazione con Druckmann, ha ammesso che la scrittura del videogioco è più sofisticata rispetto a quella del suo film, e ha sottolineato come “The Last of Us” abbia elevato il genere a un livello superiore. Garland ha descritto il suo progetto come un’evoluzione della sua visione originale, in cui il legame tra i personaggi e le loro emozioni diventa centrale.

La trama di “28 Anni Dopo” si sviluppa in un contesto in cui le Forze Speciali cinesi devono affrontare una minaccia biologica, un’idea che, sebbene premonitrice, ha subito delle modifiche nel corso del tempo. Garland ha cercato di creare una storia che riflettesse le dinamiche moderne, mantenendo al contempo un legame con le sue radici horror. La connessione con “The Last of Us” si manifesta anche nel modo in cui i personaggi affrontano le sfide, creando un parallelo tra le loro esperienze e quelle dei protagonisti del videogioco.

La conversazione tra Garland e Druckmann ha messo in luce come i due autori, pur operando in contesti diversi, siano legati da un comune desiderio di esplorare la natura umana attraverso il genere horror. La loro interazione offre uno spaccato interessante su come le influenze reciproche possano arricchire le narrazioni, creando opere che risuonano profondamente con il pubblico.

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